L’Archetipo Anno III n. 14, Dicembre 1998

MUSICA

 

DE MUSICA HUMANA

Ad un ipotetico osservatore della civiltà occidentale, seriamente intenzionato a individuarne le motivazioni piú profonde, certamente non sfuggirebbe la crescente, diffusa aspirazione a disvelare l’essenza dei valori costitutivi della nostra esistenza, sempre meno legittimati da origini tradizionali o dogmatiche, soprattutto a partire dal XVI secolo. La Musica non si sottrae a questa indagine di vitale importanza per conservare la centralità dell’iniziativa umana in presenza di una vistosa proliferazione di sempre piú sofisticati apparati meccanici di riproduzione del suono e di ricerca computerizzata. In questa direzione lo studio delle principali strutture del discorso musicale si rivela preziosissimo. È il caso dell’“Allegro in tempo di sonata”, che costituisce lo schema formale «non solo delle sonate ma di tutte le forme strumentali dell’epoca preclassica e classica»(1). Predomina infatti in tutta la sterminata produzione di Haydn, Mozart, Beethoven, Mendelssohn, Schubert, limitandoci ai nomi piú conosciuti. Ricordiamo sinteticamente che detta struttura compositiva consiste in uno schema articolato su tre sezioni: Esposizione, Sviluppo, Ripresa. Nella prima vengono esposti i due temi (melodie) fondamentali polarmente contrastanti (“maschile” e “femminile”), collegati da un apposito ulteriore inciso tematico (“Ponte”), gerarchicamente subordinato agli altri due; nella successiva il materiale musicale già ascoltato viene liberamente sviluppato ed elaborato, scandagliandone le recondite potenzialità; l’ultima ripropone il contenuto dell’Esposizione, opportunamente sintetizzato ed arricchito dei nuovi elementi scaturiti dallo Sviluppo.
Un trasparente esempio di “Allegro in forma di sonata” si trova nel 1° movimento della Sinfonia n° l di Ludwig van Beethoven, maestro assoluto nel forgiare meravigliosamente l’elemento formale al servizio dell’Idea musicale. Ascoltiamone dunque il disco, nella consapevolezza che, pur riconoscendo l’evidente insuperabilità dell’esecuzione dal vivo, la riproduzione meccanica è parzialmente giustificata dalla finalità di studio. Per inciso rileviamo che l’“Allegro” in questione è preceduto da una introduzione in tempo “Adagio” (durata: circa 80”), che apre la sinfonia e al termine della quale l’“Allegro con brio” (in forma di sonata) inizia esponendo subito a mezza voce il primo tema fondamentale (“maschile”), incisivo e determinato (durata: ca 20”); segue il già menzionato “Ponte”, sonoro e di natura prevalentemente ritmica (durata: ca 20”); quindi il secondo tema principale (“femminile”), piú cantabile e delicato (durata: ca 20”); una breve elaborazione degli elementi salienti già ascoltati conclude la prima sezione, l’Esposizione (che a giudizio del direttore dell’esecuzione può essere interamente ripetuta oppure no, secondo una prassi consolidata).
Procedendo alla fase successiva, lo Sviluppo, sforziamoci di identificare nella complessa articolazione del discorso gli elementi cellulari provenienti dal materiale tematico precedentemente ascoltato; al termine di questa sezione (durata: ca 80”) dovremmo essere in grado di riconoscere il ritorno in forma integrale del tema maschile, stavolta però eseguito da tutta l’orchestra a pieno volume: è l’inizio dell’ultima parte, la Ripresa (durata complessiva: ca 90”), che, pur riproponendo, con limitate varianti, la trama già ascoltata nell’Esposizione, incorpora i nuovi elementi scaturiti dalla complessa elaborazione della sezione centrale (Sviluppo). Un breve episodio ricorrente, che riprende le prime note del tema maschile (durata: ca 20”), denominato “Coda”, collega la Ripresa alle battute finali, che con impeto veramente beethoveniano concludono il brano.
Se a questo punto anche l’ascoltatore privo di formazione specifica sarà riuscito a percepire – magari insistendo piú volte nell’ascolto – quanto si è tentato di comunicare semplificando la terminologia e con l’ausilio del minutaggio, il pensiero dovrebbe ad un certo punto riconoscere – naturalmente evitando ogni rigida analogia – che la struttura formale esaminata sostanzialmente esprime il corso naturale dell’esistenza umana. Infatti troviamo nell’Esposizione l’enunciazione dei motivi, degli elementi principali: è evidente sinora la risonanza con la prima parte della vita. La successiva sezione coincide anche terminologicamente (Sviluppo), e con la sua complessa elaborazione richiama quel lungo processo di maturazione spirituale, psicologica e fisica cui è destinata la parte centrale dell’esistenza; infine l’ultima, la Ripresa, con la riproposizione degli elementi originari ormai “adulti”, evoca la terza fase dell’esperienza terrena, quella in cui si manifestano le modificazioni della personalità conseguenti alle esperienze vissute. Inoltre, se l’“Allegro” delinea il profilo della vita, l’“Adagio” introduttivo che apre la Sinfonia può legittimamente suggerire un richiamo al periodo dal concepimento alla nascita. È stato acutamente osservato(2) che quanto qui descritto «si può anche chiamare la “storia” di un’idea musicale che si plasma sul modello del decorso della vita umana», ed è in questa profonda verità che va ricercata la ragione principale dell’universale adozione della “Forma sonata”. Il passo citato luminosamente conclude: «La Musica si presenta ancora una volta come immagine dell’uomo integrale» (3).

Francesco Leonetti

(1) R. Allorto, Storia della Musica, Ed. Ricordi, Milano 1966, pag. 154
(2) C.Gregorat, L’esperienza spirituale della musica, Terra Biodinamica Editrice, Milano 1990
(3) C.Gregorat, op. cit.

Illustrazioni:

- Frontespizio della I Grande Sinfonia in do maggiore op. 21 di L. van Beethoven
- J.K. Stieler, Ritratto di L. van Beethoven

 

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