L'Archetipo Anno III n. 9, Luglio 1998
Redazione
Ho 28 anni e da sei anni sto approfondendo lo studio dell'antroposofia. Diciotto giorni fa mio fratello Leonardo, un ragazzo di 18 anni, è rimasto coinvolto in un grave incidente mentre era alla guida del suo motorino. Ora si trova ricoverato in rianimazione in coma profondo nell'ospedale della mia città. Secondo i medici, per le gravi lesioni che egli ha riportato al cervello, ci sono "scarse possibilità" di ripresa. Ho provato ad informarmi se non esistano delle cliniche steineriane specializzate per casi come questo, ma senza frutto. Mi potrebbe forse aiutare in questo senso comunicandomi qualche indirizzo utile? Spesso, quando mi avvicino al letto di mio fratello, guardandolo, la mia fede nella legge del Karma cozza contro il desiderio certamente umano, ma forse per questo egoistico, di riaverlo di nuovo con me e mi domando: tutto questo egli se lo è probabilmente preparato da centinaia d'anni con la collaborazione di entità elevatissime: che senso può avere allora la Preghiera se in tutto questo non c'è nemmeno lo spazio per inserire un capello? C'è un pensiero che io possa coltivare che possa essere di giovamento per lui? Poco tempo fa mio fratello, di cui so che ha una sorta di debole chiaroveggenza, dal momento che in certe condizioni vede certe "luci" promanare dalle persone, mi ha raccontato il seguente sogno: «Camminavo mentre si approssimava un temporale, e pochi istanti prima dello scoccare del fulmine mi sono sollevato in aria ed ho gridato "Eccomi!" Subito dopo il fulmine mi ha colpito in pieno». Attendendo una risposta, ringrazio e saluto.
Aurelio Riccioli, Trieste
Il dramma karmico che tuo fratello sta vivendo, e che tu vicino a lui stai soffrendo, era stato certamente annunciato da quel sogno premonitore. In esso tuo fratello andava incontro all'evento della "folgorazione" con impeto e volontà. Questo non ci deve però rendere passivi di fronte alla misura esatta conteggiata dal destino: il Cristo è il Signore del Karma, e dove la Sua luce è evocata con fede e amore, tutto può essere mutato e risanato. E non è questione di cliniche o terapeuti: il lavoro è interiore ed «esige - come dice Massimo Scaligero nel libro Meditazione e miracolo - l'assoluto disinteresse egoico e al tempo stesso l'intensità della dedizione: questi aprono il varco direttamente alla Forza che ha il compito di trasformare l'umano... la Forza delle forze, difficilmente, raramente attingibile, ma facilmente fluente nell'abnegazione: il senso ultimo dell'ascesi del pensiero». Alla nostra preghiera per Leonardo, siamo sicuri che si unirà quella di tutti i lettori dell'Archetipo.
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Mese di Luglio 1998


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