L'Archetipo Anno III n. 9, Luglio 1998

Tripartizione

PER UNA LIBERA INDIVIDUALITÀ

Per Tripartizione dell'organismo sociale dobbiamo intendere una netta separazione delle attività economiche, giuridiche, culturali-spirituali.
Naturalmente nessuno si rivolge al magistrato per procurarsi un vestito, né pretende ricevere giustizia da un insegnante, né tantomeno, tranne lodevoli eccezioni, spera di essere illuminato sul neoplatonismo dal suo fornaio. Ma ciò che è fondamentale non è solo il riconoscimento della esistenza di funzioni diverse. Quello che importa è pervenire ad assicurare ad ogni compito necessario per il vivere sociale, la libera esplicazione nell'ambiente piú adatto e la piú ampia autonomia.
Non si può sostenere che una capacità imprenditoriale o una dote organizzativa rivolte verso un fine produttivo implichino necessariamente un elevato senso della giustizia sociale, cosí come un'attitudine ad una esecutività legislativa perfetta può non essere associata ad un senso pratico economico o ad una chiara visione dei piú nobili impulsi morali.
Dovrebbe essere compito dell'uomo cercare di integrare ciò che la vita ha donato come capacità innata, per elevarsi ad una conoscenza degli scopi piú alti dell'esistenza. Per far ciò egli non può che prendere avvio o dalla vita economica o da una funzione giuridica o da una attività spirituale, anche se stabilirà un reciproco rapporto con tutti gli ambienti sociali.
Dalla separazione tripartita della società ogni uomo è posto nella condizione di recare il suo contributo come protagonista, onde superare ogni diversità e ogni contrasto, al fine di giungere ad armonizzare ogni manifestazione sociale. Anche se in perfetta buona fede, una organizzazione unitaria, rivolta principalmente come l'attuale alla strutturazione tecnico-economica (in quanto questa risponde alla dimensione del limite gnoseologico moderno) oppure per ipotesi che ponga tutta la società al servizio di una religiosità considerata come unico scopo di vita, o che codifichi tutte le manifestazioni umane attraverso leggi rigorose; questa organizzazione non può che costringere gli uomini a manifestazioni, anche se conducono al benessere o sono moralistiche, che prevaricano sulla personalità e sulla libertà e che strumentalizzano l'uomo verso il fantasma di uno Stato teocratico, fondato sull'autoritarismo mistico o classista o partitico o economico.
Per questo la Tripartizione non è solo uno schema pragmatico o un sistema per giungere a risolvere piú razionalmente determinati problemi, ma rappresenta, a nostra avviso, la via perché la spiritualità di questo tempo, frutto dell'autocoscienza e dell'autodeterminazione del pensare, possa esprimersi nella società.

Argo Villella

A. Villella, Economia e dimensione umana, Gesualdi Editore, Roma 1971


Nelle scuole di questo mondo Iddio ci viene soltanto descritto: nella scuola dello Spirito Santo si impara a guardarlo ed amarlo.
Uomo, sarai trasformato in ciò che ami: sarai Dio se ami Dio, e sarai terra se ami la terra.
Uomo, non restare uomo; bisogna giungere al massimo. Iddio non accoglie presso di Sé che gli Dei.
Prima ancora che fossi stato, ero Dio in Dio: perciò posso ridiventarlo, purché sia morto a me stesso.

Angelo Silesio

Angelo Silesio, Il viandante cherubico, Ed. F.lli Bocca, Milano 1942


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