Attualità spirituale

Seattle (USA), Genova, Bologna hanno recentemente ospitato riunioni, ai massimi livelli, dell’O.C.S.E., istituzione che riunisce le nazioni economicamente piú sviluppate. L’incontro americano, finalizzato alla definizione di nuove procedure di globalizzazione dei mercati, è sostanzialmente fallito in conseguenza del boicottaggio attuato da organizzazioni giovanili di varia estrazione, che hanno vigorosamente manifestato la propria preoccupazione nei confronti del convulso processo di internazionalizzazione degli scambi attualmente in atto. Evidentemente la sensibilità ancora viva ed altruistica di chi ha tutta la vita dinanzi a sé percepisce con maggiore intensità il rischio di un’ulteriore “svendita” di umanità, efficacemente configurato nel suo ultimo saggio(1) dall’americano J. Rifkyn, attento studioso delle dinamiche sociali. L’alta partecipazione alle iniziative dei contestatori del primo vertice ha indotto gli organizzatori dei successivi ad inserire nell’ordine del giorno la disamina di problematiche correlate, sollevate ripetutamente dai manifestanti, quali la protezione dell’ambiente e dei soggetti piú deboli. Per inciso rileviamo che, del tutto inaspettatamente, a pochi giorni dalla conclusione dell’incontro di Bologna, il cancelliere Schroeder ha annunciato la chiusura entro vent’anni di tutte le centrali nucleari tedesche, dimostratesi inquinanti soprattutto in relazione allo smaltimento delle scorie radioattive; direzione a suo tempo “provvidenzialmente” intuita dal nostro popolo, chiamato ad esprimersi con uno storico referendum.
Il professor Rifkyn nell’opera citata (pp. 305-309) fornisce una cospicua messe di dati relativi alla situazione socio-economica mondiale, alcuni dei quali a dir poco sorprendenti. Nonostante l’attuale esplosione della telefonia, il 65% della popolazione del pianeta non ha mai usato un telefono; il 40% tuttora non ha accesso all’energia elettrica; circa un miliardo di individui potenzialmente abili al lavoro è disoccupato o sottoccupato; oltre 600 milioni di persone non dispongono di una casa e sopravvivono in ambienti malsani e insicuri; la World Bank stima che nel 2020 oltre 1 miliardo e 400 milioni di esseri umani vivranno in ricoveri privi di acqua e servizi igienici; quanto gli americani spendono per i cosmetici o gli europei per i gelati consentirebbe di assicurare istruzione ed assistenza sanitaria agli oltre 2 miliardi di emarginati che ne sono totalmente privi.


dati tratti dall’Enciclopedia multimediale Rizzoli Larousse «Duemila»

Al di là di facili retoriche sugli squilibri sociali, fatalmente demagogiche, e nella consapevolezza che non pochi privati ed enti a livello mondiale già operano con dedizione a favore dei piú bisognosi, le cifre riportate da sole impongono la direzione di marcia compatibile con un modello di crescita sociale veramente condivisibile, autentica “New economy” (Nuova economia). In merito alla citata locuzione, ricorrente e abusata, con la quale si intende caratterizzare appunto l’attuale fase di sviluppo degli scambi, nel corso della prima puntata del programma “Energia” prodotto dalla terza rete Rai, l’attuale Presidente della Confindustria, intervistato in materia, ha risposto: «Siamo piuttosto di fronte a nuove tecnologie (quelle informatiche), della stessa portata storica del vapore o dell’elettricità; la vera sfida consisterà appunto nella capacità dell’economia di adeguarvisi». Senza naturalmente negare gli indiscutibili e numerosi elementi di novità emergenti, giova ricordare che l’aggettivo in questione, “nuovo”, è spendibile a vari livelli. In proposito, l’esempio supremo è rappresentato dalle Sacre Scritture, ove il Nuovo Testamento è tale essenzialmente per l’insegnamento del comandamento che tutti li riassume: «Porgi l’altra guancia!», in sostituzione del vecchio «Occhio per occhio, dente per dente!». Sorretta dal medesimo impulso novotestamentario appare la concezione di Rudolf Steiner, che associa il concetto di economia a quello di fratellanza (2), individuandone la prima manifestazione concreta in associazioni da costituirsi tra consumatori, commercianti e produttori (3). La visione economica steineriana, formulata nell’ambito della dottrina sociale denominata “triarticolazione dell’organismo sociale” (4), o piú semplicemente “Tripartizione”, argomento sul quale non mancherà occasione di ritornare in questa rubrica enfatizza l’elemento dell’equità ai fini di una sana vita sociale, parallelamente evidenziandone le possibili deviazioni principali. In particolare, verificandosi attualmente con frequenza la nascita di vertiginose capitalizzazioni finanziarie realizzate in pochi mesi, prezioso può risultare l’orientamento indicato nell’opera piú volte citata, in relazione alla circolazione dei capitali: Steiner dimostra come la produzione di ricchezza, fonte di benessere sociale e scopo del vero imprenditore che a tal fine persegue il profitto, può divenire elemento involutivo se quanto accumulato non ritorna a circolare a beneficio della comunità, in un lasso ragionevole di tempo. Come esemplificazione analogica viene richiamata la normativa in materia di diritto d’autore (5), che limita ad un congruo numero di anni il godimento dei benefíci economici derivanti da una creazione/invenzione, dopo di che quanto creato o inventato diviene di pubblico dominio. In proposito un indirizzo generale di comportamento è ricavabile dalla prima parte di quella che Steiner definisce Legge Sociale Fondamentale (6) : «La salute di una comunità di uomini che lavorano insieme è tanto maggiore quanto meno il singolo ritiene per sé i ricavi delle sue prestazioni». Enunciato il principio, l’Autore sottolinea come l’obiettivo non sia avvicinabile richiamandosi ad un generico senso morale, ma solo se la comunità riesce a darsi istituzioni adeguate allo scopo; quanto alle prevedibili critiche di “inguaribile utopismo”, pur riconoscendo che indubbiamente vi è scarsa propensione verso simili idee, tiene a sottolineare come la mentalità auspicata potrà farsi strada esclusivamente conquistando, passo dopo passo, «un individuo dopo l’altro».

Arcady

(1)J. Rifkyn, L’era dell’accesso, Mondadori, Milano 2000
(2) R. Steiner, I punti essenziali della questione sociale, p. 68, Editrice Antroposofica, Milano 1964
(3) ibid. p. 14
(4) ibid. pp. 17-18
(5) ibid. p. 84
(6) ibid. p. 230
(7) ibid. p. 237

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