AcCORdo

La forza si riaccende ogni volta che nella realtà luminosa del giorno si vede accesa una ulteriore luce, come una luce sostenitrice della Luce: Luce alla Luce del mondo. Immersa sino alle origini del proprio essere, l’anima risuscita l’antitesi primordiale: il punto della caduta e parimenti della vittoria. Qui comincia la “magia” del Sacro Amore: fornire come veicolo all’atto mediante cui la forza è evocata, il potere impersonale del proprio volere, che è volere per amore. L’azione reintegra la sintesi originaria dell’anima, come sintesi androginica: in cui è riassunta tutta la storia della evoluzione umana.
Occorre scendere nella immobilità profonda, arrestando il flusso mozzo del respiro, per respirare infine vastamente. La Morte assedia la Vita. Ma si deve ascendere al Principio della Vita: contemplare la Morte: a-mors, senza morte. Scendere nell’atarassia corporea – il corpo è il maestro dell’atarassia – per stare al vivo della Forza ricreatrice. È questo che è urgente: essere ricreati: “manifestarsi come figliuoli di Dio”. L’immobilità metafisica è il primo movimento, perché la grande sopraffatta lotta del corpo sia soccorsa: il grande coraggio è l’imprevedibile che sopraggiunge folgorante dinanzi al male umano, alla tenebra, all’Ostile. La certezza di potere tutto in nome del Logos, è il segreto dell’azione. Certezza di potere tutto, non bramando nulla: potere tutto, perché indipendenti da tutto.
Al mistero del sorpassamento del limite non risponde alcun insegnamento, o teoria, o imaginazione, ma solo l’azione. Ma l’azione piú sottile, o incorporea, o inafferrabile all’umano: l’azione che si libera dalla natura, perché esprime il reale fondamento: il passaggio dall’idea alla natura non è ancora la potenza creatrice dell’idea, ma solo il fatto che la natura si presenta obiettiva e occorre pur spiegarla, e l’idea non la crea, ma la codifica passivamente. Non è l’azione. L’azione è il superamento del limite, perché opera secondo il proprio impeto di vita, non traendo vita se non da se medesima, o dal soggetto puro. Questa azione sorregge la vita oltre ogni limite.
Cammino verso la sorgente della Luce. Rientro nel segreto silenzioso di me, rientro nell’immobile profondità, nella sottile continuità, senza voler essere nulla, solo volendo nullificare ciò che non è. Niente è: tutto è dopo il nulla. Cosí cammino verso la sorgente della Luce. Ma occorre tutta la Forza, l’ekagrata adamantino, il fiore della Luce di Vita, mentre nel mondo è tutta una lotta confusa di medium, di ossessi, di ipnotizzati, di esaltati e di angosciati. Occorre l’immobilità possente e tutta la Forza: volere una volontà invitta, che conosce solo se stessa, che muove sola nel mondo, non conoscendo né appoggio, né fine, né limite, ma solo il suo invincibile essere, capace di tutto il coraggio e di tutta la visione, affermante non se stessa ma il proprio principio trascendente.

Massimo Scaligero

Da una lettera dell’agosto 1971 a un discepolo.