Ascesi

Solo quando si realizza il pensiero puro si può riconoscere tutto ciò che ci circonda come esplicazione di pensiero. Questo permette di acquisire la consapevolezza di vivere in un mondo di pensieri. Mondo che comprende sia i piani sottili, come l’eterico, l’astrale e il mentale, sia il mondo materiale, constatando che la materia è energia condensata. Spirito di luce condensato e imprigionato a causa dell’ignoranza e dell’egoismo umano, che attende dall’azione libera dell’uomo di risorgere nella luce adamantina del Pensiero Vivente.
Comprensione data dai momenti di continuità di coscienza in cui si è oltre i limiti bui dell’ordinario percepire e concepire fisico, animico e mentale; sperimentando cosí una vita di luce senza limiti dove ogni volta si rinasce quando si manifesta la continuità di coscienza, ed ogni volta si muore quando, perdutala, si rientra nel corpo fisico minerale.
In sostanza siamo immersi nell’energia spirituale, e questa energia è luce del pensiero puro. Di tale forza pensiero sono rivestiti tutti i concetti e tutti gli esseri, siano essi spirituali, incarnati o viventi in altri piani, la qual cosa permette nella reciprocità del pensiero puro di comunicare, acquisendo cosí, insieme alla coscienza ispirativa, il pensiero ispirativo.
Il simbolo di luce, o la tersa luce, ora si percepisce come il penetrare nella luce attraverso un tunnel vorticoso, nel simbolo della stella a cinque punte, mentre al centro della testa si inizia a percepire il fiore di luce o rosa bianca, che inonda in modo abbagliante la calotta cranica. L’inondazione di luce della rosa bianca prepara la struttura pensante del pensiero a sviluppare la capacità comunicativa e, nello stesso tempo, a spiritualizzare la coscienza per renderla adatta a penetrare e collegarsi con i mondi superiori. È qui che si percepisce la soglia quando si giungerà al silenzio e al vuoto mentale. Soglia che consente alla forza delle Gerarchie Superiori di scendere nell’umano e all’Io di salire coscientemente nei mondi spirituali, dopo che, nella molteplicità di dimensioni, ha in spirito incontrato e superato il Piccolo Guardiano. In questa fase si sviluppa il senso di attrazione e di repulsione che, unitamente alla sottile percezione olfattiva quale l’odore sgradevole e il profumo di santità, consente di riconoscere e capire cosa e chi si ha di fronte, mentre nella comunicazione si sente parlare l’anima di chi ci circonda attraverso la nota di base o il suono delle parole. Ora si è pronti per comunicare, attraverso il pensiero ispirativo, coi mondi sottili. In particolare si può comunicare con l’ente preposto alla nostra protezione e custodia, l’angelo, e con i Maestri invisibili percepiti presenti, attraverso il pensiero immaginativo, mentre ci osservano nel silenzio della pratica spirituale. La scoperta di come avviene la comunicazione è sorprendente; si ode nel proprio pensiero il formularsi del pensiero dell’altro, riconoscendo in modo inconfondibile che non è il proprio. In questa fase la comunicazione avviene in forma telepatica, pur nella sensazione di parlare. Si scopre cosí che l’essere preposto dalla Misericordia Divina alla nostra protezione e custodia è anche un messaggero degli Elohim e delle Gerarchie Superiori, e che, insieme ai Maestri, a volte dà suggerimenti nel perfezionamento della pratica, a volte sprona nel proseguirla con dedizione e purità e a volte, guidando interiormente e rivelando arcani, o aspetti della via iniziatica incompresi, riscontrabili poi nella pratica, aiuta ad andare avanti nella scoperta e nello sviluppo di sé.
In questa fase si percepisce la natura con ciò che vive in essa in modo diverso; sembra quasi di comunicare grazie al senso di elevazione dell’anima e al suo arricchimento in sensibilità e in comprensione; cosa che permette all’Io di divenire e riconoscersi cittadino dell’universo. Il sogno da lucido diviene cosciente; ci si muove liberamente in scenari voluti, riconoscendo nella realtà del mondo onirico e della memoria cosmica gli enti spirituali che vi intervengono quali esseri del mondo animico-spirituale.
Immergendosi sempre piú profondamente nella concentrazione, l’Io inizia a sentirsi leggero, non si sente piú vincolato dalla struttura psico-fisica del corpo fisico-minerale: è come se si staccasse dalla gravità, mentre avverte animicamente la pesantezza del proprio corpo. Questa constatazione, questo senso di libertà e questa disidentificazione dalla materia producono l’inversione del respiro attraverso l’involucro dei corpi. La presa di coscienza, anche se per brevi attimi, di essere in realtà spirito provoca nell’anima e nell’Io un senso di pace e di riposo profondo, creando cosí le premesse per il silenzio mentale.
Infatti, potenziando sempre di piú nella concentrazione la contemplazione del pensiero puro e al contempo curando il senso di pace e di riposo nell’anima e nell’Io, si giunge al silenzio mentale. Quando tale silenzio sopraggiunge, oltre a sentirsi immersi in una pace e un riposo profondo indescrivibile, se ne scopre la sua origine come dynamis di pura luce dello spirito stesso. Si comprende cosí che esso è uno stato realizzativo che si manifesta quando si è in grado di immergersi, di respirare e di vivere Spirito. Stato che non lascia spazio e posto nel proprio animo e nella propria mente a null’altro che alla presenza immanente e pervadente dell’Io: si vive esclusivamente in lui in un sacro silenzio pieno della sua essenza sostanziale. In questo stato la mente non perde nessuna delle sue caratteristiche comuni, anzi le potenzia, ma queste sono percepite come latenti e pronte ad emergere secondo le esigenze dell’Io.
Pertanto curare il silenzio mentale equivale a curare la propria vita nello Spirito: vita che necessita solo di essere vissuta dal ricercatore con la massima dedizione e nel massimo raccoglimento interiore.
Il tempo sembra dilatarsi, e piú l’immersione diventa profonda piú svanisce la percezione del tempo ordinario; si è in un altro tempo con altre leggi, fino al punto che esso scompare, collocandosi in una dimensione a-temporale. È dovuto a questo spazio a-temporale se molte volte alla fine della pratica ci si accorge, a causa della profondità del lavoro interiore, che è passato molto tempo senza essersene resi conto; oppure di aver meditato lungamente mentre nel tempo ordinario sono passati pochi minuti. Ciò è dovuto a due dei livelli, o aspetti di profondità, in cui agisce la concentrazione nel suo scendere nel silenzio. Uno di essi è eterico-animico, l’altro è animico-spirituale. Il primo è nell’interiorità piú esteriore e coinvolge l’ipofisi, o ghiandola pituitaria, l’altro è piú interiore e coinvolge l’epifisi, o ghiandola pineale. Al primo di questi è legata la polvere di proiezione, all’altro la moltiplicazione dell’oro. Su entrambi opera il livello concentrativo usato dal rito del Graal nel suo manifestare nella zona ritmica la Luce di Vita del Sole Centrale. Il coinvolgimento di ghiandole e organi sottili è dovuto al livello concentrativo fisico-eterico, presente come sottofondo in quasi ogni operazione esoterica. In particolare nel livello fisico-eterico è da ricercare la magia naturale, mentre in quello eterico-animico e in quello animico-spirituale è da ricercare la Magia Solare, anche se a volte per manifestarsi nell’ambito fisico quest’ultima si esprime e si unisce a quella naturale.
In questo stato, per il suo carattere di pienezza e di completezza, ci si potrebbe riposare e soffermare all’infinito. Il silenzio mentale, carico della presenza dell’Io Superiore, è il primo passo verso il vuoto che viene riempito dall’Io e che per questo si può chiamare vuoto pieno dell’Io Superiore.
Il dilatarsi e il diffondersi della vita dell’Io Superiore in tutto il proprio essere, attraverso il silenzio mentale, è la causa prima dello staccarsi della coscienza dalla materialità e il suo proiettarsi al centro dell’essere. Ciò produce il vuoto mentale. Vuoto causato dall’annullamento della coscienza materiale e dalla conseguente nascita della coscienza sopra-individuale, soprasensibile e spirituale. Vuoto che permette di poggiarsi, di immergersi e di donarsi incondizionatamente all’Io Superiore quale unica realtà dell’esistere cosciente dell’Io. Vuoto ogni volta richiamato per conseguire un piú radicale tipo di silenzio e quindi una discesa in un vuoto sempre piú profondo e sempre piú pieno della presenza dell’”Io Sono” e delle sue forze superiori. Forze di profondità della vita interiore che vanno dal volere compenetrato di spirito, quale veicolo del pensare, dal fondamento dell’anima, quale potenza di luce del sentire, alla forza originaria creatrice, struttura dei vari corpi.
La dedizione, la devozione e la consapevolezza dell’Io Superiore scaturente dal silenzio e dal vuoto mentale, portano a poggiarsi sempre di più sul Logos, permettendo la discesa dello Spirito Santificante nella zona frontale che si trova fra l’ipofisi e l’epifisi: spiritualizzando il centro in cui discende una colonna di fuoco di pura energia lungo l’asse di luce, che la congiunge nella zona mediana con le forze del pensare e del sentire, collegando così le forze del cuore con quelle della mente, armonizzandole. Da ciò il sentire manifesta la Vita della Luce, mentre la coscienza pura, proiettata nella zona ritmica, inizia a far sentire l’Io Superiore presente nella sua vera sede: il cuore spirituale, là dove è possibile l’incontro con il Cristo Eterico. La discesa dell’Io nel cuore provoca la gioia dell’anima e l’annullamento, anche se per brevi attimi, della maya. Annullamento che permette di vivere in uno stato di coscienza consapevole e che produce di conseguenza il canto dell’anima nel suo respirare Spirito. Senso di elevazione dell’anima nel suo farsi vuota per accogliere al suo interno l’Io Superiore e giungere, dal vibrare delle sue corde, oltre i limiti del percepire fisico, nello spirituale. Condizione essenziale, sempre presente nel vero ricercatore, che rende gli esercizi interiori, già dai primi momenti della sua ascesi, operazioni sacre che vanno oltre il tecnicismo quale bisogno impellente di Spirito. Tale condizione, a questo punto dell’ascesi, permette la trasfigurazione animica, l’elevazione spirituale e il manifestarsi dell’Io nel cuore, e attraverso esso la capacità di purificare e trasformare la corrente kundalica e quella tellurica di profondità, facendone emergere la forza pura del volere, pietrificato nelle ossa e vincolato nella brama. Si avverte la propria anima come calice del Graal accogliente e traboccante la presenza cristica del Sacro Amore. È questa la causa della trasformazione dei corpi inferiori in corpi superiori e del processo della spiritualizzazione della materia: la vera alchimia.

Giotto Pierrogi (2. continua)