Azione interiore

Vi è sempre un momento, nella vita di ciascuno (o piú momenti, dipende dal proprio individuale destino) in cui si è chiamati a confrontarsi con una forza di dedizione assolutamente libera. Vi è la possibilità, in questi momenti, di donare senza che possa esservi pretesa d’alcuna contropartita.
Una volontà profonda deve allora animarci, volontà profonda che è una con le nostre convinzioni piú intime, con quella parte di noi stessi che si è soliti indicare come “Io”, che può farci prendere delle decisioni incondizionate, del tutto gratuite perché dominate da una visione che si può accettare o respingere: ma che, se accettata, conduce al cuore dell’“altro”.
Se questo avviene, se tale volontà profonda è in azione, si mette allora in moto una forza profonda che non solo va incontro, ma cambia il destino. Generando azioni libere, si creano le premesse affinché, nella nostra vita e nel mondo, irrompa il fantastico, il meraviglioso, l’impossibile.
L’ineffabile che diventa realtà è sospeso da ogni nostra paura.
Ogni volta che dubitiamo, che non riusciamo ad avere fede, ossia fiducia, nella realtà del Mondo Spirituale, ogni volta che la nostra volontà di evocazione della inarrestabile forza dello Spirito fa difetto – forse perché in realtà non “vogliamo liberamente” come è indicato dal Cristo nel Vangelo di Giovanni*, ma desideriamo soltanto, dipendendo dunque non da noi stessi ma da un nostro desiderio o dal suo inverso, la paura di non ottenere ciò che desideriamo – ecco che ci sembra di colpire l’aria e tentiamo di afferrare fantasmi.
Ma ogni volta, immancabilmente, che riusciamo a “chiedere” il miracolo al Mondo Spirituale, nel modo dal Cristo stesso insegnato, cioè ad ac-cor-dare la nostra volontà profonda con quello che veramente, profondamente e senza passioni o timori, consideriamo giusto, ecco che arriva la risposta, per vie che hanno sempre il segno profumato di un piacevole e sorprendente incontro.
Lasciare la presa (dei desideri e delle correlative paure) equivale a lasciar agire la volontà nostra piú profonda, che è una col Cristo; e dunque significa chiedere nel Suo nome, lasciare accadere ciò che è giusto, attendendo l’inaspettato con la tranquilla serenità di colui che sa che qualsiasi cosa accada, ebbene sarà sempre per il meglio. Domandare senza nulla sperare né temere, evocando per giorni, per mesi e per anni ciò che – in immagine interiore viva – corrisponde a quello che liberamente vogliamo e che, per questo, si ac-cor-da con la libera volontà creatrice delle forze che tessono il destino dell’Universo.
Volere come vogliono gli angeli: i quali non con la fredda analisi di bilancia, metro e numero, creano, ma con intenzioni gonfie di tale potenza di vita e luce, da divenire realtà oggettiva, fatto misurabile, giungendo fin nella trama della realtà sensibile, a sua volta dominio dei principati di questo mondo.

Grifo

*«Rimanete in me, e rimangano in voi le mie parole; che vogliate [per libera scelta], domandate e vi accadrà».

(Giovanni, 15,7).