- La
disciplina è una necessità chiesta all’uomo dalla vita
stessa.
- Non v’è
tappa del suo tirocinio terreno che non sia scandita da
regole a cui egli deve conformarsi: dalla scuola all’azienda,
dalla famiglia alla società. L’uomo, sia esso di
temperamento anarchico o borghese, si adegua di fatto alla
disciplina imposta. I dolori inizierebbero se e
quando gli venisse prospettata la possibilità dell’autodisciplina
da imporre a se stesso prendendo le mosse dall’unico
punto di indubitata certezza a cui costantemente si
appella anche quando ignora il suo appellarsi: il proprio
soggetto.
- L’azione
voluta dall’Io, perciò autodisciplinata, è il primo
grado superiore di pratica della Libertà. È
sperimentabile che nell’uomo ordinario questa
possibilità risulti ignota o incomprensibile. Egli
sovente trae persino un oscuro vanto (tamas) della propria
incapacità ed ignoranza: «Sono fatto cosí e nulla può
cambiarmi!».
- Anche
le grandi religioni non amano affatto l’idea, per esse
pericolosa o blasfema, di autodisciplina: appare come
esempio sintomatico che nei poderosi volumi dell’Enciclopedia
Cattolica tale voce sia assente, mentre è
rintracciabile la “disciplina” nell’unica accezione
di una sorta di flagello usato un tempo per vigorose
penitenze corporali.
- Le
individualità sane tra gli indagatori dell’occulto
sanno con chiarezza che le regole della ricerca implicano
l’elaborazione della vita interiore e che questa non si
produce da sé ma si attua attraverso la prolungata
ripetizione di ferree discipline, produttive di forze
autonome dalla potenza degli istinti, che mantengono l’uomo
vincolato ad una sfera di sofferta cattività del tutto
opposta alla Luce che è sempre sul punto d’affiorare
nell’autocoscienza.
- Poiché
le definizioni lapidarie sono spesso di scarsa sostanza
per il cuore umano, vorremmo riflettere un poco sui
caratteri o qualità (certamente non esaustivi) dell’uomo
disciplinato, sperando che alla fine rimanga un senso, un’impressione,
la cui natura possa venir riconosciuta dall’anima.
- La
disciplina (si parla di disciplina col sotteso significato
di autodisciplina) è un requisito chiave in ogni aspetto
della ricerca e della trasformazione interiore, e al
contempo è in se stessa un beneficio primario derivato
dalla pratica degli esercizi. Abbiamo tutti bisogno di
disciplina; riconosciamo in molti la sua importanza.
Alcuni sono anche in grado di trarre da essa una speciale
gioia, e bisogna enfatizzare il fatto che, senza una
minima disciplina, anche il piú profondo e sacro testo
della Sapienza resterebbe solo un libro tra i tanti.
- Ecco
alcuni caratteri distintivi di un individuo disciplinato:
- 1.
Un individuo disciplinato impara ad orientarsi verso gli
obiettivi che si è posto. Egli sa quello che vuole ed il
pensiero è in accordo con la volontà, costantemente
consapevole dell’obiettivo. Una persona disciplinata
forma pensieri chiari in merito al modo di giungere alle
sue mete, o quantomeno all’impegno per raggiungerle, e
anche se i metodi le sono stati forniti da altri, li
utilizzerà senza pregiudizi, almeno sino a quando questi
le appariranno comprensibili, controllabili e sensati.
- 2.
Una persona disciplinata è sempre disposta ad impegnarsi.
In parole semplici, non si può raggiungere niente senza
lo sforzo necessario a raggiungerlo. E mentre la
stragrande maggioranza degli studiosi pratica un sentiero
spirituale a parole, ama fare programmi ed è
incessantemente “proprio sul punto di cominciare ad
impegnarsi seriamente”, l’individuo disciplinato viene
spinto dalla disciplina che lo distingue, a muovere
realmente, per cosí dire, un piede dopo l’altro e a
fare veramente quelle cose di cui gli altri seguitano a
parlare.
- 3.
Una persona disciplinata produce energia. Non essendo né
pigro né evasivo, l’individuo disciplinato possiede il
potere d’iniziativa. Spesso è in grado di praticare il
piú strenuo lavoro spirituale anche in solitudine, senza
sollecitazioni o suggestioni di amici o di figure
carismatiche, poiché impara a trarre forze dal proprio
essere. Egli irradia una serena vitalità e mai lo si
sentirà lamentarsi di essere troppo stanco per fare ciò
che è necessario fare.
- 4.
Una persona disciplinata agisce con vero coraggio. Il
coraggio per essa diviene l’abitudine ad agire
nonostante i brutti ostacoli che si trovano sul cammino;
nonostante i piú neri ed ingannevoli suggerimenti
travestiti da pensieri che vengono sussurrati dall’invisibile
alla coscienza; è la volontà di andare avanti quando il
mondo si disumanizza e si pietrifica. Il coraggio è una
necessità pratica della vita: nell’avversione e nella
collera del mondo circostante, nella stanzetta dove si
medita sempre avvinghiati al proprio peggiore nemico.
- 5.
Una persona disciplinata non si arrende. L’individuo
comune è grande nel fare progetti, e talvolta anche nell’incominciarli.
Ma dopo un iniziale scoppio d’entusiasmo, rallenta, si
autogiustifica e lascia perdere. È una triste
considerazione che una vasta maggioranza di ricercatori
non giunge alla disciplina per soddisfare le esigenze
conformi a raggiungere gli obiettivi a cui anelava. Una
persona capace di disciplina è spesso la personificazione
del detto: “Chi si arrende non vince mai e il vincitore
non si arrende mai”.
- 6.
Una persona disciplinata è realista. Vivendo con i piedi
ben piantati sulla terra, sperimentando reali fatiche e
difficoltà, non è interessata affatto a conquistare
irreali castelli di fantasia. Essa è disponibile ad
impegnarsi, con sé e con gli altri, per ottenere
risultati concreti, sperimentabili; perciò evita con cura
il fanatismo e l’astrazione. Può osservare con
ammirazione il lavoro di uno spazzino in strada ed essere
disgustata nel dover ascoltare un frivolo cicaleccio sul
significato filosofico dell’Iniziazione.
- 7.
Una persona disciplinata è in grado di superare delusioni
e scoramenti. Tutti pensiamo che il nostro dolore sia il
peggiore che esista; ma una persona disciplinata accetta
la propria umanità e anche se sente di poter fare grandi
cose, sa che sconfitte, dolori, fallimenti e delusioni
sono parte della vita. Le persone senza disciplina
sembrano sfaldarsi quando le cose vanno male. Ma la vera
disciplina significa molto di piú del restare fedeli ai
propri ideali quando le cose vanno per il verso giusto:
tutti sono in grado di rimanere in piedi se il terreno è
solido. Chi incarna la disciplina rimane dedito alla sua
opera anche davanti alla morte.
- 8.
Un individuo disciplinato dà forma all’anima. Egli, non
ponendo limiti di tempo al suo essere disciplinato,
costruisce stabili qualità interiori completamente
diverse dai moti capricciosi dell’anima sollecitati dal
decorso degli avvenimenti. La forza della disciplina si
configura in saldezza, dedizione e illimitata pazienza.
Questi sentimenti sono soltanto allusi dai nomi usati per
indicarli: vengono sperimentati come parti di un organismo
che si forma nell’interiorità
dell’anima stessa: un organismo dotato di proprie forze
e di capacità conoscitive.
- Siamo
riusciti a suscitare una impressione, seppure minima, del
carattere della disciplina? Un gesto, un passo
trasformatore sul sentiero della Luce e della Vita
interiore sarà perlopiú impossibile, a meno che non si
abbia la disciplina per perseverare con generosità,
contemporaneamente accettando se stessi e facendo il
massimo per superare se stessi, senza tener conto di
quanto questo diventi difficile. Il lato positivo di ciò
è che, quando si coltiva la disciplina, subentra un
effetto valanga; il tempo non passa inutilmente: l’uomo
comune, smarrito e passivo, non potrebbe nemmeno
immaginare quanta forza e capacità possieda una persona
disciplinata.
- Nel
mondo, gli uomini si dividono in due grandissimi gruppi:
maestri e discepoli. Questo è un segreto che i piú
ignorano ma che gli studiosi dell’Occulto possono
intuire. Chi non conosce questo segreto sta ancora
dormendo. Non sono gruppi distinti: ogni uomo che vive
sulla terra è, per destino, maestro di qualcuno e
discepolo di altri. L’esoterista porta lentamente queste
misteriose tessiture a consapevolezza, e allora inizia,
con l’autodisciplina, a soddisfare le elevate esigenze
che il rispetto e l’amore per il prossimo impongono a
chi si avvede delle responsabilità connesse con la trama
karmica dell’educazione umana. Egli inoltre suscita o
riaccende una consapevole potenza di devozione: condizione
preliminare necessaria a ciò che l’Insegnamento chiede
per essere il vivente veicolo dello Spirito.