La pietra filosofale inversa

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf


DabliuProseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente
, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

Andrea di Furia

Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf


La pietra filosofale inversa

 

Carissima Vermilingua,

posso confermartelo: nell’ultimo secolo, tempo terrestre, siamo riusciti a modificare la temperatura di quel granulo orbitante su cui vogliamo dominare incontrastati. È bastato invertire il senso della “pietra filosofale” coltivato dagli Agenti del Nemico, che vorrebbero indirizzare il nostro futuro olocàusto verso l’evolutiva capacità di introiettare il carbonio esterno nella propria adamantina struttura interiore, cessando cosí di espellere mortifera anidride carbonica nell’ambiente esterno.

L’ossessionata Geocricca delle nostre caramellate caviucce preferite sta infatti tirando fuori carbonio dalla crosta terrestre con una serie incredibile di estrazioni minerarie (petrolio, gas, terre rare) e di tecniche sempre piú invasive e devastanti (frantumazione idraulica, decapitazione delle montagne, sabbie bituminose ecc.). Pensa solo che la media di CO2 (anidride carbonica) dispersa nell’atmosfera, che negli ultimi 800.000 anni era di 250.000 parti per milione, nell’ultimo secolo è salita, questa media, a 400.000. Il che comporta un’alterazione della temperatura corporea del cerúleo planetúcolo che lo rende sempre piú caldamente confortevole per le nostre demoniache tribú infernali.

Cioccorane

Cioccorane

E questo nostro successo planetario l’ho goliardicamente celebrato con gli ex-colleghi del master in damnatio administration al bar della palestra di Ringhiotenebroso… da dove ti scrivo sorseggiando uno spettacolare deathquiri, agitato non mescolato, come piace a me.

Peccato che i tuoi impegni in redazione al Daily Horror ti abbiano impedito d’esserci ma, come sempre, puoi permettertelo, e ovviare, grazie al mio immancabile moleskine astrale. E ce n’era davvero per tutti i gusti, Vermilingua: come le cioccorane di Henry Potter. 

 

Ruttartiglio: «Ancora non riesco a capire come tutto ciò che passa per la testa di Nonno Berlicche abbia questa capacità di tramutarsi in una cocente sconfitta per le Coorti angeliche del Nemico». 

Farfarello: «Se non fosse incappato in quell’eccesso di bramosia per Chi sai tu… se si fosse abbassato a chiedere il burocratico nulla osta all’UDA (Ufficio Divoratori Autorizzati) ora sarebbe lui il nostro Arconte delle Tenebre, e avremmo risolto egregiamente l’ultimo sconvenientissimo caso di “rischio redenzione”». 

Ringhiotenebroso: «Compari, non vi è ancora venuto a noia usare questa interlocuzione (Chi sai tu) al posto del nome di suo nipote? È vero che adesso Malacoda si fa chiamare Bonafine? O tutta questa confusione è depistante opera di servizi deviati della Furbonia University, di una strategia della tensione?».

Giunior Dabliu: «Per la nostra tribú infernale la cosiddetta ‘redenzione’ di uno dei suoi membri è un vulnus cosí pesante da rimuovere… che non riusciamo piú ad usare un termine diverso. E non auguro a nessuno di trovarsi faccia a faccia con chi ti vede benissimo, mentre tu puoi solo attendere che l’invisibile manifestazione passi senza provocare troppi danni da iperpressione sulfúrea. Tuttavia non siamo qui per parlare di questo disgustoso evento, ma per festeggiare una strepitosa strategia di macello-marketing». 

Farfarello: «Non ti distrarre Ringhio, passami un altro Bloody Mary alle alghe palustri. Intanto comincio a delineare il tratto sotterraneo che piú mi ha intrigato, della strategia: usare la filantropia per ottenere il contrario di ciò verso cui si anèla. Da quando adombro, come tutor, i membri di una famosa fondazione filantropica estremoccidentale, la cosa mi è balzata agli occhi. Difatti li ispiro costantemente a dichiarare di perseguire il bene dell’umanità, di voler alleviare le sue malattie e i suoi dolori, e tuttavia… gli investimenti sono orientati maniacalmente verso l’attività estrattiva, verso la geoingegneria, verso le vaccinazioni: tutti investimenti favorevoli a ottenere futili profitti nel mondo taroccato del business finanziario e assolutamente indifferenti alle reali ferite inferte alla Popolazioni, ai Territori e alle Persone». 

Come vedi, Vermilingua, lo sforzo dello Stato Maggiore infernale alleato, teso a deprivare il nostro breakfast animico dell’uso dell’area cardíaca nelle loro élite economico-politico-culturali, sta perfettamente riuscendo a incardinarsi in ogni settore di business. E qui tutti ci si è messi a brindare in coro al nostro ineffabile tutor di macello-marketing, Frantumasquame, di cui commentavamo un esemplare compito in classe di gruppo: Innovazione nella devastazione planetaria da combustibili fossili, atti e motivazioni. 

Delta inquinato del Niger

Delta inquinato del Niger

Farfarello: «È il classico tema che mi mette a disagio, per la sua vastità. Ma nel gruppo riesco a fare la mia parte che, nell’occasione, è consistita nell’individuare l’area geopoliticamente piú adatta su cui costruire tutto il nostro elaborato: l’area del Delta del Niger. Lí le compagnie petrolifere, come elementare effetto collaterale basic, hanno scaricato le acque reflue direttamente nei corsi d’acqua e nel mare, mentre i tubi degli oleodotti, lasciati esposti alle intemperie e senza manutenzione, causavano migliaia di fuoriuscite letali per i tre regni viventi: vegetale, animale e umano. Per mezzo secolo una quantità annua di petrolio pari al disastro della Exxon Waldez si è riversata nel Delta, avvelenando pesci, animali e abitanti». 

Ruttartiglio: «E bravo il nostro Farfarello! Quando non t’imboschi, il tuo tignoso contributo devastatore, per quanto creativamente rudimentale, è pur sempre consistente. La Nigeria, come area di sperimentazione, mi è súbito sembrata attrattiva. La Popolazione era: arretrata; largamente lontana dai sensibili occhi delle Popolazioni piú ricche, secondo il proverbiale “occhio non vede, cuore non duole”; facilmente controllabile per le divisioni etniche tribali; affascinabile con la solita idea farlocca del progresso che porta ai poveri il paradiso terrestre delle briciole cadute dal tavolo dei ricchissimi; sensibile, nella élite, alla corruzione monetaria delle Corporation quotate alla nostra Borsa valori». 

Giunior Dabliu: «E non è stata geniale l’innovazione? L’immissione diretta nell’atmosfera del gas (gas flaring) che si libera con l’estrazione? Se viceversa si fosse costruita l’infrastruttura in grado di catturarlo, trasportarlo e utilizzarlo, questo avrebbe soddisfatto gratuitamente il fabbisogno energetico annuale dell’intero Paese africano».

Ruttartiglio: «Ma fosse stato cosí, si sarebbe andati contro le ferree raccomandazioni del nostro primo ministro dell’Economia anarchica, Mammona, che somatizza ogni volta la parola “gratis” riempiendosi di pruriginosissime pustole addominali secolari. E poi, vuoi mettere in confronto il risparmio di denaro delle Multinazionali quotate in borsa nel bruciarlo a cielo aperto? Non è entusiasmante centellinare la libidine degli azionisti nello staccare le aumentate cedole? Per non parlare delle grandi e scenografiche colonne di fuoco inquinante: fanno tanto aria di antro nostro e costituiscono il 40% di emissione di CO2 dell’intera Nazione».

Farfarello: «Nel frattempo, ironia della sorte, le Popolazioni autòctone soffrono di carenza di combustibili. La metà di quelle del Delta sono prive di elettricità e acqua corrente, e dilaga la disoccupazione. Nella fondazione filantropica che vi dicevo, questo scenario ha originato la brama di supportare ad ogni costo l’introduzione di una súbdola burocratica foglia di fico pseudo-ambientalistica capace di ulteriormente narcotizzare l’opinione pubblica mondiale: la malignissima idea, poi diventata pratica legalizzata, del cap and trade. Ossia: puoi continuare a distruggere una parte del Pianeta, se in un’altra promuovi un’equivalente conservazione ambientale».

Giunior Dabliu: «È la diabolica applicazione del classico caso di contro-resilienza economica. Poiché gli affari sono affari, e vivono solo il tempo presente, il motto è: “Non perdere tempo a rimediare il guasto che hai causato, ma cerca di guadagnarci sopra adattandoti”. Si recintano cosí intere aree verdi per proteggerle e (slap) si esiliano i loro abitanti e frequentatori indigeni… per evitare che le inquinino. Tiè!».

Ringhiotenebroso: «Sempre piú stuzzicante la fantasia creatrice che si esprime in azioni di macello marketing. Ma fin qui abbiamo visto il marketing, ora passiamo al macello! Quello che serve per abbattere le resistenze delle Popolazioni autòctone che ‒ pare strano, ma dev’essere l’influsso malèfico degli odiatissimi Agenti del Nemico ‒ non riescono ad abituarsi all’inquinamento delle falde acquifere, alla moria delle specie ittiche e terrestri, all’impoverimento della fertilità del terreno, all’irrespirabilità dell’aria e alle interessantissime malattie legate all’innovazione tecnologica estrattiva».

Shell

Shell

Ruttartiglio: «Rammento che il Movimento per la Sopravvivenza del Popolo Ogoni (300.000 vittimucce predestinate all’estinzione dall’attività estrattiva) ha costretto la SHELL a interrompere le operazioni nel loro territorio, affermando il diritto del Popolo di sfruttare il proprio sottosuolo. Ricordo l’intervista profetica resa dal leader Saro-Wiwa: “Lo Stato nigeriano dovrà sparare e uccidere ogni uomo, donna, bambino degli Ogoni se vorrà ancora consentire alle Compagnie di prendere il nostro petrolio”».

Farfarello: «E mentre la Popolazione si mobilitava per riprendere il controllo delle terre dalla Shell, noi Bramosi pastori invitammo i militari del generale Sani Abacha ad agire: migliaia di abitanti del Delta torturati e uccisi, decine di villaggi scientificamente rasi al suolo. E poiché la menzogna non deve mai mancare dal nostro menú terrestre quotidiano, con false accuse Saro-Wiwa e otto suoi compagni furono processati e impiccati: la profezia che si autorealizza… grazie a noi!».

Ringhiotenebroso: «Da quel momento la guerriglia è diventata prevalente sulla insulsa “non violenza”, come ci si aspettava. Successivamente ci toccò provvedere a 5.000 giovani impazziti della nazione Ijaw, uno dei piú grandi gruppi etnici della Nigeria, che rivendicavano addirittura l’autogoverno e il controllo delle risorse. Volevano cambiare il mondo a partire da sé, capivano che il greggio estratto impoverisce non solo chi risiede sopra di esso, ma l’intero Pianeta. Cosicché, cantando in processione con le candele accese, con un’azione non violenta occuparono diverse piattaforme estrattive di varie compagnie petrolifere».

Ruttartiglio: «Gli ossessi quotati in Borsa ‒ ispirati dal nostro Black Team, poi premiato dallo stesso Frantumasquame ‒ suggerirono al regime militare un’azione esemplare. Detto e fatto: navi da guerra, carri armati e 15.000 soldati che invasero la regione. Uccisioni e stupri all’ordine del giorno. In alcune aree i militari giunsero a bordo di un elicottero della Chevron (che si guardò bene dal protestare). Il nostro uno-due di macello-marketing sotto la cintura della “non violenza” fu un successone. Adesso alla continua esaltazione della guerriglia civile, come previsto, si mescola anche la crudele avidità delle bande armate stesse».

 

Fracking

Fracking

Ora debbo lasciarti, Vermilingua, per il rituale rissa-party che conclude questa celebrazione. Ma è sperabile ‒ data la lontananza dal mondo estremoccidentale dei luoghi in cui avvengono questi soprusi per le iniziative dei nostri ossessi quotati in Borsa ‒ che il nostro antipastino anímico bell’addormentato nel sottobosco delle cedole azionarie non si accorga di un dato di fatto fin troppo evidente. Che per la sopravvivenza dell’anàr­chico business mammonico… tutti i Territori, tutte le Popolazioni, tutte le Persone sono sacrificabili! Quindi (slap, slap) anche le stesse Popolazioni estremoccidentali e centrali che in questo momento detengono la maggior parte delle azioni delle nostre malèfiche Compagnie Estrattive. Occorre solo che passi il tempo necessario.

La base piú solida per tutto ciò, mi chiedevi? È il diuturno coltivare, nei nostri ingenui sformatini emotivi, il baconiano pensiero del progresso tecnologico “che non si può fermare mai”, anche se fa danni! Ma non basta a mio parere, occorre anche fare leva su tutto ciò che li divide. E in un’epoca materialistica dove specialmente si fa valere la fisicità maschile, non possiamo non approfittare dell’operato dei Malèfici custodi della Fanatic University sull’istintivo egoismo del maschio che suppone la femmina (quindi la Terra) al proprio servizio con la conseguente eliminazione di qualsiasi cavalleresco freno inibitore emotivo.

Se poi mettiamo il carico da undici della generale ignoranza delle “ripetute vite terrene” – conoscenza che viceversa è purtroppo in grado di risolvere all’origine tutte le problematiche di genere, data l’in­carnazione alternata della stessa individualità in corporeità di volta in volta maschili e femminili ‒ con ciò offuschiamo la concezione spirituale del maschio quale “custode” della femmina (quindi della Terra).

Da qui scaturisce l’approccio animalesco-predatorio con cui il nostro sformatino animico, fisicamente maschile, ritiene di aver il diritto di violentare la Terra con le sue pratiche estrattive: come un dominatore cui tutto è permesso dalla Divinità, se crede in essa [ma chi ispira questo illogico equivoco sono i Malèfici custodi]; oppure se in nulla crede [grazie a noi Bramosi pastori] come chi possa all’ultimo minuto trovare la contro-resiliente soluzione economica adattativa ai guasti che combina… senza mai pagar dazio, senza mai dover tornare indietro a rimediare il malfatto. Come se il passato non esistesse, in un eterno presente immune alla legge del Karma. Ri-tiè!

Per questi ultimi, i piú promettenti esecutori delle nostre ispirate strategie di macello-marketing, la Divinità non esiste, o se esiste si fa i fatti suoi, e la Terra non è Madre bensí matrigna dalle scarse risorse. Risorse che sono solo per pochi e, tra quei pochi, di chi se le prende esercitando il diritto del piú forte: per il quale tutti gli altri sono sacrificabili. E poiché materialisticamente si vive una volta sola – di questo pare li abbiamo ormai convinti – se non lo fai tu lo farà un altro, perciò tanto vale darsi da fare: mors tua vita mea. In tal modo, ci ammaestrava Nonno Berlicche già nell’asilo nido infernale, la moralità umana viene (slap) azzerata e con essa il futuro di quel grànulo orbitante che bramiamo strappare al Nemico.

La Terra stessa, per i nostri migliori ossessi, è perciò sacrificabile. E da quando gliene abbiamo fatto vedere la piccolezza dallo spazio, li facciamo illudere che: “Vista una Terra si sono viste tutte”. Perciò, anche se la si distruggesse, quei poveri illusi sono superstiziosamente convinti che ne troveranno ben altre a portata di artiglio, pardon… di mano.

DabliuOra però ‒ se non voglio essere costretto a duettare col palestratissimo Ringhio nel rissa-party ‒ è meglio che mi affretti a fare coppia con Ruttartiglio. Altre succose novità te le racconto dopo, in redazione.

 

Il tuo gasatissimo

Giunior Dabliu