Elementi fondamentali dell'esoterismo

Antroposofia

Elementi fondamentali dell'esoterismo

Nell’evoluzione, bisogna distinguere tre cose: la forma, la vita e la coscienza. Oggi parleremo delle forme di coscienza.

Possiamo considerare le piante e gli animali inferiori come se degli esseri superiori dirigessero i propri sensi nel mondo attraverso loro, per percepire il mondo grazie a loro. Prima di tutto, partiamo dagli organi sensoriali dei vegetali. Se si parla di organi sensoriali delle piante, bisogna sapere che non si ha soltanto a che fare con gli organi sensoriali delle differenti piante, ma con entità dei mondi superiori. In un certo senso, le piante non sono che antenne fatte uscire dagli esseri superiori.

Questi si informano per mezzo delle piante.

 

Organi sensoriali delle piante

 

È noto che sulle punte delle radici, ma anche in altre parti, ogni vegetale ha delle cellule che contengono granuli di amido. Questi granuli si trovano sulle punte delle radici anche in piante che non contengono amidacei.

LiliaceeAd esempio le liliacee, che in effetti non contengono amido, hanno questi granuli di amido nelle cellule in fondo alle radici. Questi granuli sono staccati, mobili, ed è importante sapere se si trovino in una parte o in un’altra. Se la pianta si gira un poco, uno dei granuli può orientarsi dall’altra parte. Questo la pianta non può sopportarlo. Si orienta allora di nuovo in modo che i granuli di amido siano situati al posto giusto. Essi sono piazzati in simmetria in rapporto con la linea gravitazionale della Terra. La pianta cresce in verticale perché sente l’orientamento della gravità. I granuli di amido sentono la gravitazione. L’osservazione di questi granuli di amido in fondo alle radici ci fa scoprire una specie di organo sensoriale. Per la pianta, è il senso della gravità. Questo senso non fa solo parte della pianta ma dell’anima della Terra intera, che fa crescere tutte le piante secondo tale orientamento.

In questo c’è, in primo luogo, un significato fondamentale. La pianta si orienta secondo la gravitazione. Se si prende una ruota, per esempio una ruota idraulica, dove si possano mettere delle piante, e si fa girare la ruota insieme alle piante, allora alla gravitazione si aggiungerà un’altra forza: quella della rotazione.

Orientamento tangenzialeQuesta sarà in ogni punto di quelle piante, le radici e gli steli cresceranno nel senso della tangente della ruota, della forza tangenziale, e non piú della gravità. Tutti i granuli di amido si situeranno secondo il medesimo orientamento.

Consideriamo adesso l’orecchio umano. Per primo abbiamo all’esterno il condotto uditivo, poi il timpano, poi nell’orecchio interno gli ossicini: martello, incudine, staffa, ossicini minuscoli. L’udito è basato sul fatto che questi ossicini mettono gli altri organi in vibrazione. All’interno troviamo ancora tre canali membranosi, semicircolari, riempiti di un liquido, disposti nelle tre dimensioni dello spazio. Piú in là, troviamo la coclea – la chiocciola, riempita di minuscoli peli, ognuno accordato su di un tono, come le corde di un piano. La chiocciola è in relazione con il nervo uditivo, che si dirige verso il cervello.

Quello che soprattutto ci interessa, sono i tre canali semicircolari che sono posti nelle tre direzioni dello spazio. Sono riempiti di minuscole pietre somiglianti ai granuli di amido delle piante: le otoliti. Se queste sono distrutte, l’essere umano non può piú mantenersi o camminare dritto. In caso di svenimento, l’afflusso del sangue verso la testa può perturbare l’organismo nei tre canali. Il senso dell’orientamento è basato su questi tre canali semicircolari. È lo stesso senso che, nelle piante, costituisce il senso dell’equilibrio in cima alla radice. Quello che in questo caso si trova in fondo alla radice, si trova nell’uomo dalla parte della testa.

La croce della vita

La croce della vita

 

Pianta-animale-uomo
Se si guarda tutta l’evoluzione – la pianta, l’animale, l’uomo – si scoprono fra loro certe relazioni. La pianta è l’uomo all’inverso. L’animale si pone in mezzo. La pianta ha posto le sue radici nel suolo e leva i suoi organi sessuali verso il sole. Se si gira la pianta a metà, si ha l’animale. Se la si gira completamente, si ha l’uomo.

 

È il significato originario del segno della croce: i regni vegetale, animale, umano. La pianta pone le sue radici nel suolo. L’animale è la pianta rovesciata a metà. L’uomo è la pianta rovesciata completamente. È per questo che Platone dice: «L’anima del mondo è posta sulla croce del mondo».

Nella pianta l’organo dell’orientamento si trova in fondo alle radici, nell’uomo nella testa. Quello che è la testa per l’uomo, per la pianta è la radice. Se nell’uomo il senso dell’orien­tamento è legato all’udito, è che questo è il senso che eleva l’uomo a un regno superiore. La facoltà che l’uo­mo ha conquistato per ultima è quella della parola. E la parola è anche essa legata alla posizione eretta, perché sarebbe impossibile sen­za il senso dell’orientamen­to attivo dell’udito passivo e dell’equilibrio. Il suono che l’uomo produce parlando è il complemento attivo dell’udito passivo. Quello che nella pianta è semplicemente senso dell’orientamento, è divenuto nell’uomo il senso dell’udito, portando in sé l’antico senso dell’orientamento nei tra canali semicircolari orientati verso le tre dimensioni dello spazio.

Ogni essere ha una coscienza. La pianta pure, ma la sua è situata sul piano del Devachan, sul piano mentale. Se si volesse disegnare la coscienza della pianta, bisognerebbe procedere cosí:

Coscienza delle piante

La pianta può risponderci, ma bisogna imparare ad osservarla sul piano mentale. Allora la pianta ci dice il suo nome.

Nell’uomo, la coscienza si estende fino sul piano fisico. La coscienza dell’uomo è, qui, in rapporto con lo stesso organo con il quale la pianta è fissata nella terra. Impariamo a conoscere veramente l’uomo solo se vediamo come egli emette la parola e formula, grazie ad essa, la parola “Io”. Questo “Io” ha la sua radice sul piano mentale. Se non ci fosse la facoltà di pronunciare la piccola parola “Io”, potremmo benissimo prendere la forma umana per quella di un animale.

La pianta mette radice nel piano mentale e l’uomo diventa un abitante del piano mentale precisamente grazie all’organo dell’udito. È per questo che colleghiamo “esso pensa” al linguaggio. L’orecchio è un’elaborazione superiore del senso dell’orientamento. Nell’organo del­l’udito, l’uomo ha il residuo del senso dell’orientamento per il fatto che, in rapporto alla pianta, egli si è invertito per volgersi verso lo Spirito. Si dà la propria direzione da se stesso.

Ci sono dunque due specie opposte di coscienza: la coscienza della pianta sul piano mentale e, qui, la coscienza dell’uomo, il quale fa discendere il proprio essere dal piano mentale nel mondo fisico. Questa coscienza terrestre dell’uomo si chiama kāma-manas.

Ora, anche i nostri organi sensoriali hanno individualmente una coscienza. Queste differenti coscienze ‒ quella del visibile, dell’udibile, dell’odorato ecc. ‒ sono raggruppate nell’anima. La coscienza diventa manasica solo per il fatto che le diverse coscienze sono riunite nel centro formato dall’anima. Senza questa sintesi, l’uomo si decomporrebbe per la coscienza dei suoi organi. All’origine, questi sono stati elaborati dal plesso solare, dal sistema nervoso simpatico. Quando l’uomo stesso era ancora una specie di pianta, non aveva nemmeno una coscienza sul piano fisico. La coscienza superiore non faceva ancora che elaborare gli organi.

Nello stato di trance profonda, la coscienza tace. Sono allora i diversi organi che sono coscienti, e l’uomo comincia a vedere tramite il vuoto epigastrico del plesso solare. La veggente di Prevorst aveva una tale coscienza. Descrive dei veri personaggi luminosi, ma che sono osservati solo grazie alla coscienza organica. La coscienza piú bassa è quella del minerale. La coscienza astrale è un po’ piú centrata, un po’ piú simile alla coscienza dell’uomo attuale. Il fatto che la coscienza si sia manifestata nell’insieme del corpo astrale trova la sua espressione nel midollo spinale. È là che l’uomo percepisce il mondo per analogia alle immagini di sogno. Hanno una tale coscienza solo gli uomini il cui cervello fisico non riesce ad essere attivo. I ritardati mentali, ad esempio, vedono il mondo sotto forma di immagini; la vita della loro anima è analoga alla vita di sogno. Si può solo dire che non sanno nulla di ciò che accade attorno a loro. Nell’universo anche altri esseri hanno una simile coscienza.

Dionaea Muscipula o Venere acchiappamoscheSe l’uomo sviluppa la coscienza astrale al punto di vivere coscientemente i suoi sogni, può procedere al seguente esperimento: supponiamo che siamo capaci di elaborare questa coscienza e mettiamoci di fronte al fiore acchiappamosche [Dionaea Muscipula]è. Se lo guardiamo abbastanza a lungo, lasciandolo agire da solo su di noi, ad un certo momento avremo il sentimento che il centro della coscienza scende dalla nostra testa e scivola nella pianta. Si è allora coscienti nella pianta e si vede il mondo attraverso la pianta. Bisogna trasferire la pro­pria coscienza nella pianta. Ci si rende allora conto dell’aspetto psi­chico di questo essere. Si fa l’esperienza di quest’anima. In una pianta sensitiva, la coscienza è simile a quella di un ritardato mentale, non è una coscienza puramente mentale. Questa pianta ha fatto scendere la coscienza fino al piano astrale. Ci sono dunque due specie di piante: quelle che sono coscienti solo sul piano mentale e quelle che lo sono anche su quello astrale.

Certe specie animali hanno, anche loro, una coscienza sul piano astrale, che è anche il piano della coscienza dei ritardati mentali. Helena Petrovna Blavatsky cita in particolare degli insetti, alcune farfalle notturne indiane. Anche i ragni hanno una coscienza astrale; le fini ragnatele sono in realtà tessute partendo dall’astrale. I ragni sono solo gli strumenti dell’attività astrale. I fili sono tessuti partendo dall’astrale. Anche le formiche hanno una coscienza sul piano astrale. È là che il formicaio ha la sua anima. È per questo che le formiche sono cosí ordinate.

Anche i minerali hanno una coscienza. Essa si trova sul piano mentale superiore, dunque su alcune parti piú elevate del piano mentale della coscienza delle piante. H.P. Blavatsky la chiama coscienza kāma-pranica. L’uomo potrà arrivare ulteriormente a questa coscienza, mantenendo nel contempo il suo stato di coscienza attuale. Allora, non avrà piú bisogno di entrare in un corpo fisico, di incarnarsi. I minerali sono in basso, sul piano fisico, e la loro coscienza è nelle parti superiori del piano mentale. È dall’alto che questa coscienza elabora i cristalli. Quando l’uomo potrà portare la sua coscienza fino a questo livello, formerà lui stesso il proprio corpo fisico partendo dai minerali del mondo.

In avvenire, le tre parti del cervello dovranno essere totalmente separate (pensare, sentire, volere). Allora, la coscienza dell’uomo dovrà regnare sul suo cervello come la coscienza superiore regna sul formicaio. Come si distinguono le operaie, i maschi e le femmine, nel cervello ci sarà piú tardi una distinzione chiara e netta in tre parti. Allora, l’uomo sarà uno spirito planetario, una creatura che crea lui stesso le cose. Come lo Spirito della Terra costruisce la crosta terrestre, anche l’uomo costruirà un pianeta. Per questo scopo, gli ci vorrà una coscienza kāma-pranica.

Attualmente, egli ha solo una coscienza kāma-manasica. Essa consiste nel fatto che la coscienza organica è imbevuta, penetrata dall’intendimento (manas). Come dice H.P. Blavatsky, la coscienza è razionalizzata. Il processo di razionalizzazione si compie dall’animale fino all’uomo. La semplice coscienza organica può riconoscere gli scopi, ma non conosce i mezzi per raggiungerli. La coscienza razionalizzata può dirigere i mezzi. H.P. Blavatsky dice molto giustamente: «Per esempio, un cane rinchiuso in una camera possiede l’istinto di uscirne, ma non può riuscirci, perché il suo istinto non è abbastanza razionale da fargli prendere le decisioni necessarie, mentre l’uomo afferra immediatamente la situazione e la risolve».

Distinguiamo dunque con H.P. Blavatsky:

  1. la coscienza organica, quella dei nostri organi;
  2. la coscienza astrale degli animali, di certe piante e anche dei ritardati mentali;
  3. la coscienza kāma-pranica delle pietre, alla quale l’uomo arriverà piú tardi;
  4. la coscienza kāma-manasica, che deriva dall’intendimento.

È in questa maniera che bisogna concepire la croce dell’esistenza universale.

In effetti, il vero senso della croce è infinitamente profondo. Le vecchie leggende sono, anche loro, immagini attinte da tali profondità. Fintanto che l’uomo di una volta poteva comprendere le verità della mitologia con il sentimento, quelle leggende rendevano un grande servizio al­l’anima umana.

 

Il mito della Sfinge

L’enigma della Sfinge

C’è, per esempio, il mito antico della sfinge. La sfinge proponeva questo enigma: «Al mattino, cammi­na su quattro gambe, a mezzogiorno su due, la sera su tre. Cos’è?». È l’uomo!

Prima di tutto, al mattino della Terra, l’uomo – nel suo stato animale ‒ camminava carponi. Le membra anteriori erano ancora organi di movimento. In seguito si è raddrizzato. Le membra si sono separate in due specie e gli organi si sono separati in fisico-sensoriali e spirituali. Camminava allora su due gambe. In un lontano avvenire, le membra inferiori e la mano destra spariranno. Ci sarà solo la mano sinistra e il fiore di loto a due petali. È anche per questo che Vulcano zoppica. Le sue gambe sono in regressione, cessano di esistere. Alla fine dell’evolu­zione, quando ci sarà la metamorfosi della Terra in Vulcano, l’uomo sarà l’essere a tre membra, di cui il mito indica l’ideale.

 

Rudolf Steiner

 


Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner

Berlino, 28 settembre 1905 ‒ O.O. N° 93a. Traduzione di Angiola Lagarde.