Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

 

   Immagine – Riflesso

Quando alle prime luci

l’iride si schiude,

l’oro del mattino risorge

vivo dalle acque, e mentre s’alza,

Alba sul mareportando con sé i suoi raggi

come veli di sposa,

il riflesso galoppa in superficie

e lo segue passo passo.

Come specchio su calme acque

o come ombra su campi arsi,

da sempre imita l’autentico

in un gioco di inganni e di parvenze.

Il tramonto allunga le ombre                    

verso est in un preludio                            

di timore e di incertezze.

Cosí la notte cela il pudore

e l’uomo si nasconde

dietro maschere di cera.                           

Senza luce, niente ombre.

Un rotismo perfetto regolato

da immutabili ritmi siderali.

Alla notte segue il giorno:

coscienza desta vivifica la mente.

Nuova luce, nuove ombre.

E ricomincia

l’irrefrenabile maratona

delle ombre e dei riflessi,

sulle bianche case

e sui pagliai di campagna.

Inevitabile coesistenza:

Immagine – Riflesso.

La luce riflessa è sempre piú fioca,

il calore riflesso non scioglie la cera,

l’amore riflesso non scrive poesie,

il pensiero riflesso non domina gli Eoni;

il pensiero solare è scettro tra Essi.                           

   Pietro Sculco

 


 

 

Carmelo Nino Trovato  «Le acque sognanti»

Carmelo Nino Trovato «Le acque sognanti»

Da troppo tempo, poesia, ti ho abbandonato,
cara compagna della mia solitudo.
Senza te, troppo duro il deserto del mondo.
Da te fluisce l’acqua di vita eterna,
la saggezza, e con essa l’amore che m’inonda.
Sorella, amica mia, madre che nutri
di musiche celesti le mie fibre,
scorri come ruscello lento, pacato,
che ardore di sole non prosciuga
e pioggia non ingrossa a dismisura.
Che tu non sia torrente che travolge,
ma fonte di continua ispirazione.
Ogni giorno cosí della mia vita
sarai presente. Delicata,
gentile guiderai ogni istante
alla meta celeste, perché il tempo
della vita umana non sia
perduto mai: tutto si volga,
sia tutto dedicato all’amore che tesse
di continuo il mondo.

Alda Gallerano

 

 


 

 

Canta usignolo,
perché tu sai.
Io che non so,
devo uscire nella notte,
sotto la pioggia,
che non può mentire
alle pozze d’acqua
e al vento freddo.
Devo uscire,
incontro alla macchia
chiara di calce,
sull’asfalto grigio;
incontro al maniaco
che mi passa accanto,
incontro all’artificio umano;
incontro all’uomo
che non ha coraggio;
incontro a colui
che ha il pensiero oscuro
e gli occhi bassi.
Vivo per quest’aria
innocente,
con l’anima aperta,
perché Dio venga dentro.

Lirica e dipinto di Letizia Mancino

 

 


Gennaio

 

Freddo invernoHo sentito la campagna parlare
non si vedeva niente
ma diceva:
io rinasco, questo vento freddo
porta la primavera.
Ho sentito la morte della terra
e ora
in questo vento
senza che nulla si vedesse
sento
la terra parlare.

Stelvio 

 

 


 

Qualcuno non ci sta

Ricordate Nottingham, la città del prode Robin Hood, del vile principe Giovanni e del crudele Sceriffo? Ebbene, la città inglese ha rinverdito gli allori della leggenda cooptando una renna per uno spettacolo natalizio di dubbio gusto.

Renna in fuga

 

Un bizzarro edonismo

è quello che a Natale,

cedendo al consumismo,

ha messo un animale

per calcolo e dileggio

legato a una catena

nell’area di un parcheggio

senza vergogna o pena.

La renna incatenata,

sognando una lattuga,

rotti i ceppi si è data

a un’improvvisa fuga.

Ma non l’hanno imitata

l’aragosta e il cappone,

il dentice e l’orata,

il tacchino e il salmone,

tutte creature queste

conciate per le feste,

finite nel tegame

non per l’umana fame

ma solo per lo sfizio

di mandare al supplizio

tra mille patimenti

le anime innocenti.

 

   Egidio Salimbeni