La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

Busta postaSalve, scrivo da Pesaro. Innanzi tutto voglio esprimere i miei piú sentiti ringraziamenti per il grande dono che fate a tutta la comunità antroposofica (e non), pubblicando mensilmente l’Archetipo, che leggo da diverso tempo ormai. È davvero un piacere confrontarmi ogni mese con i vostri scritti e con gli insegnamenti steineriani e scaligeriani. Vorrei porvi una domanda, a cui pensavo da diverso tempo e che ho deciso di esporvi dopo aver letto l’articolo “La stella dei Magi e l’Incarnazione del Logos” di Gabriele Burrini nel numero di dicembre 2015. La domanda è questa: ho difficoltà a mettere in relazione quello che Burrini chiama “il Mondo Divino o Mondo dell’Intuizione o Devachan Superiore: corrisponde alla fascia dello Zodiaco” con i suoi contenuti comunemente detti “astrologici” (es. una persona nata sotto un certo segno zodiacale possiede certe qualità). In che modo una certa Costellazione di nascita può influenzare la vita di una persona sulla Terra? Su questo argomento ammetto di essere ancora “fermo” a una visione astronomica, ovvero: una Costellazione non ha nulla di scientifico perché le stelle che vi appartengono sono legate tra loro solo prospetticamente e non gravitazionalmente. Se la spiegazione dovesse essere troppo lunga o complicata, vi chiedo gentilmente di indicarmi qualche testo (conferenza, libro, ecc.) da consultare. Vi faccio un’ultima richiesta: conoscete qualcuno o qualche gruppo di persone che si interessano e dedicano all’Antroposofia nella mia zona (Marche, Romagna, Umbria)? Mi piacerebbe molto conoscere altre persone che si dedicano all’Antroposofia e condividere con loro ciò che ha dato un senso alla mia vita. Grazie per la vostra attenzione. Vi porgo i miei piú cordiali saluti, e vi auguro tanta Serenità.

 

Riccardo Della Martera

Abbiamo girato per competenza la domanda all’Autore dell’articolo, che cosí ha risposto:

 

Gentile Riccardo, Le sarà capitato di constatare che i grandi poemi dell’antichità, dal Mahābhārata indiano alle vite leggendarie del Buddha, dall’Odissea alla Divina Commedia, erano per lo piú fortemente intrisi di nozioni astronomico-astrologiche, espresse secondo le strutture simboliche del pensiero prelogico, ovvero secondo chiaroveggenza atavica. La Scienza dello Spirito si propone di riscoprire la fitta rete che lega microcosmo a macrocosmo sulla base del pensiero cosciente, sulla spinta dell’autoconsa­pevolezza dell’Io. Ciò si evince anche dal modo – quanto meno filosofico – in cui la Scienza dello Spirito interpreta i dati astrologici. Infatti nella comune pratica astrologica il tema natale (o carta natale) è visto come la “fotografia” del cielo all’atto della nascita di un essere, dunque come la panoramica del ruolo che i pianeti, visibili in quel momento nel firmamento e colti in base ai loro reciproci “aspetti”, rivestiranno nel destino di quell’essere. Al contrario, secondo la Scienza dello Spirito, il tema natale è soltanto la risultante del secolare, se non millenario, percorso che l’anima ha seguito nell’Aldilà durante il cammino di disincarnazione (dalla Luna alle Stelle fisse) per purificare il precedente destino e poi durante il nuovo cammino di incarnazione (dalle Stelle fisse alla Luna) per preparare la nuova vita, nella quale si realizzerà il pareggio karmico dei meriti e delle colpe accumulati in esistenze precedenti. Da questa visuale congiunzioni, opposizioni, trigoni, sestili ecc. leggibili nell’oroscopo non sono che il riflesso del tracciato celeste seguito dall’anima tra le sfere planetarie nel percorso sia ascendente sia discendente. In questo campo la Scienza dello Spirito è allineata sulle posizioni tomistiche, ben esemplificate dal detto Astra inclinant, non necessitant (gli astri influenzano, non determinano), contrariamente al determinismo cosmico del neoplatonico persiano Avicenna. Per una visione approfondita del cammino post mortem, La invito a leggere un libro scritto da me e Alda Gallerano: Il karma (Xenia). Utilissimo sul piano astronomico e astrologico Le ciel des dieux (Triades) di Elisabeth Vreede (1879-1943), che R. Steiner chiamò a dirigere la Sezione di matematica e di astronomia della Libera Università del Goetheanum. Collaboratore della Vreede fu Willi Sucher (1902-1985), che inaugurò l’Astrosofia, i cui libri sono editi in italiano da Cambiamenti di Bologna.

Gabriele Burrini

 

Quanto ai gruppi di Marche, Romagna e Umbria, attendiamo le e-mail di lettori disponibili all’incontro.

 


.

Alla richiesta di questa Redazione rivolta al nostro collaboratore Giotto Pierrogi in merito a qualche suo nuovo articolo per L’Archetipo, di certo molto gradito a diversi nostri lettori che ci hanno scritto in proposito, riceviamo questa risposta che riteniamo interessante pubblicare.

 

bustina…Spesso in passato ho preparato qualche scritto da mandare all’Archetipo, ma ogni volta, rileggendolo, decidevo di non inviarlo, in quanto, pur carico d’importanza per il cammino interiore, non rispecchiava appieno il comune modo di intendere l’Antroposofia e la Via del Pensiero. Il problema nasce su alcuni elementi fondamentali per una corretta trasformazione e crescita interiore. A volte ho pensato infatti di intervenire per portare un contributo di sviluppo, ma poi, per non entrare in dispute e in contrapposizioni ideologiche e culturali cariche di dialettica ma sterili per l’elevazione, ho deciso di soprassedere, sapendo che comunque l’intervenire o il non intervenire ha lo stesso valore in una visione piú ampia di essere. Ecco degli esempi sugli elementi cui mi riferisco, anche se espressi in forma molto sintetica. Ad esempio, ho letto che per alcuni la concentrazione del pensiero porta al­l’emicrania. A me risulta invece che questo accade solo quando il processo di concentrazione è legato al fisico e non si è ancora in grado di portarlo su piani sottili. Quando si diventa capaci di staccare il pensiero dalla materia, la concentrazione diventa opera dell’anima e dello Spirito, e a quel punto si può dire, anche se in modo molto grossolano, che l’ego, unitamente al pensiero riflesso, inizia la risalita, e invertendo la riflessione operata dalla mineralità torna a essere rispettivamente Io Interiore e Pensiero Puro. Il non comprendere questo aspetto dell’ascesi, ossia che si opera in piani sottili, anche se poi vi sono ripercussioni sul piano fisico, fa nascere la confusione che l’emicrania, che spesso accompagna le fasi iniziali della concentrazione, sia necessaria per giungere alla pressione frontale, e che questa sia in realtà la Forza Pensiero e ancor peggio che questa Forza Pensiero sia il Pensiero Vivente. Un altro aspetto è il comprendere che il pensiero nella vastità dell’Essere è uno. Ma fuori di Esso, escludendo il pensiero riflesso, non si può considerare il pensiero pensante, il pensiero libero dai sensi, il pensiero puro, il pensiero vivente, il pensiero-folgore, la luce-pensiero, il pensiero creatore, il pensiero cosmico, il pensiero universale e il pensiero divino come tanti sinonimi interscambiabili tra loro, poiché la diversificazione nasce dall’allargamento della coscienza mentre opera nei vari piani. L’Io nella vastità dell’Essere è Essere. Pertanto in tale ottica l’ego, l’Io Interiore, l’Io Superiore, l’Io Cosmico, l’Io Universale, l’Io Divino sono un’unità. Ma nel processo di risalita verso la Vera Luce anch’essi assumono connotati e funzioni diverse. Potrei citare altri esempi, e sono veramente molti, che riguardano la vita e la coscienza multidimensionale, il pensiero, le pratiche, i movimenti eterici e astrali, le fasi dei cinque esercizi e molto altro ancora, ma credo di aver reso l’idea delle difficoltà di esprimere tali verità. A me interessa, pur avendo letto, studiato e sperimentato molto anche fuori dell’ambito antroposofico, solo il cammino spirituale che, allargando la coscienza interiore, fa scendere verso l’Io Interiore e poi salire all’Io Superiore ed espandersi nell’Essere. Per questo do poca importanza alla cultura libresca fine a se stessa, spesso usata, sfruttando detti o affermazioni di Maestri e scrittori, per avvalorare il proprio ragionamento o la propria tesi o la propria concezione di ascesi, mentre do molta importanza all’esperienza diretta. Esperienza che porta a comprendere l’economia spirituale coinvolgente l’Essere che fa subentrare la pace e la tranquillità nell’ac­cettare la Natura, la vita, se stesso e gli altri esseri nei loro infiniti modi di proporsi, e la certezza che tutti alla fine, in questa incarnazione o tra infinite incarnazioni, secondo il proprio cammino, vanno verso la Vera Luce diventando consapevoli dell’Unicità della Realtà Ultima. Infine mi fa piacere che i miei articoli siano ancora letti e spero anche capiti, perché in essi vi avevo inserito molti elementi importanti per l’ascesi.

Giotto Pierrogi