La saggezza della preghiera

Spiritualismo

La saggezza della preghiera

Quando proviamo paura e angoscia di fronte a quello che potrà colpirci, è come se, per cosí dire, dappertutto qualcosa ci respingesse. Il mondo esterno ci sta di fronte come un fitto velo. Ma se susciteremo in noi il sentimento della dedizione, l’atteggiamento della preghiera, rispetto a quanto ci viene incontro dall’oscuro grembo dell’avvenire, allora sapremo andare incontro a tutti i fatti del mondo esterno con lo stesso senso di sicurezza e di speranza che si è effuso in noi in virtú della nostra dedizione. Allora, di fronte a tutte le cose che avvengono, noi potremo dire: «È la saggezza del mondo a venirci incontro, luminosa!».Preghiera Mentre di solito tutto ciò che ci si fa incontro è avvolto dalle tenebre, e l’oscurità penetra nel nostro sentimento, ora noi potremo osservare che, per il nostro senso di dedizione, un nuovo sentimento nasce in noi: la certezza che da tutte le cose ci si accosta, luminosa, e piena di saggezza, la sostanza del mondo. Cosí possiamo dire: dall’atteggiamento di dedizione della preghiera sorge in noi la speranza di ricevere luce da tutto il mondo circostante. E come le tenebre ci rinchiudono in noi stessi e, già nel fisico, veniamo colti da abbandono e da angustia quando siamo nell’oscurità della notte e il nero si diffonde intorno a noi, cosí quando si fa giorno e la luce ci viene incontro, noi ci sentiamo trasferiti fuori di noi stessi; non però in modo da perderci, ma come se ora potessimo portare nel mondo esterno la migliore volontà dell’anima nostra, la sua migliore aspirazione. Ora noi sentiamo che quel nostro abbandonarci al mondo, che ci estraniava da noi stessi, viene superato dal calore della preghiera che ci mette in armonia con noi stessi. E se esplichiamo il calore della preghiera fino a farlo diventare quel sentimento di dedizione che dalla preghiera può effondersi, allora il calore si accende e diventa luce. Noi usciamo di nuovo da noi stessi e constatiamo: se ora ci congiungiamo con il mondo esterno e volgiamo lo sguardo a tutto quello che esiste nel nostro ambiente, non ci sentiamo piú distratti ed estraniati da noi stessi; ma sentiamo che la parte migliore della nostra anima fluisce nel mondo e ci sentiamo congiunti con tutto ciò che dal mondo circostante luminosamente ci viene incontro.

…Cosí la preghiera può darci, nel miglior senso della parola, una saggezza di cui noi stessi al momento non siamo ancora capaci; può darci la possibilità di sentimenti e sensazioni che finora non siamo stati in grado di suscitare in noi. Stimolandoci in tal modo all’autoeducazione, la preghiera può trasmetterci un rafforzamento della volontà che finora ci era stato ignoto. Se vogliamo veramente avere nella preghiera un siffatto atteggiamento, dobbiamo suscitare nell’anima nostra i piú elevati pensieri, i piú nobili sentimenti ed impulsi di cui siamo capaci. E a tal riguardo possiamo pur sempre richiamarci a quelle preghiere che sono state date al­l’umanità fin da tempi remotissimi, nei piú solenni momenti dell’evoluzione.

Nel mio breve saggio sul Padre Nostro troverete esposto il contenuto di questa preghiera; dal quale risulta che nelle sue sette invocazioni è inclusa veramente tutta la saggezza del mondo. In questo libretto è detto, sul Padre Nostro, che solo chi sia in grado di comprendere le sette invocazioni di questa preghiera, conoscerà le fonti piú profonde dell’universo; ma l’uomo ingenuo che recita il Padre Nostro non può certo pervenire a queste profondità. E ciò non è affatto necessario. Perché il Padre Nostro potesse esistere è stato necessario che, dal complesso di tutta la saggezza del mondo, fossero coniati in parole quelli che possiamo chiamare i piú profondi segreti del mondo e dell’umanità. E poiché sono contenuti nel Padre Nostro, essi agiscono nelle parole di questa preghiera, sebbene da molto tempo le sue profondità non vengano piú comprese. Questo è il segreto di una vera preghiera: che deve essere tratta dalla saggezza universale. E appunto perché dalla saggezza deriva, essa agisce sebbene noi non la si comprenda ancora. Potremo comprenderla se ascenderemo agli stadi superiori a cui la preghiera e la mistica ci preparano. La preghiera ci prepara alla mistica, la mistica alla meditazione e alla concentrazione e da lí saremo indirizzati al vero lavoro dell’indagine spirituale.

Chi abbia riconosciuto una tale realtà potrà fare il seguente esperimento. Dopo avere per dieci anni della sua vita disprezzato la forza della preghiera, potrà guardare a questo decennio trascorso senza preghiera; e potrà poi guardare ad un secondo periodo di dieci anni, anch’esso ormai trascorso, durante il quale egli ha riconosciuto la forza della preghiera; confronti poi i due decenni: scorgerà che il corso della sua vita si è trasformato sotto l’influsso della forza che egli ha riversato nell’anima con la preghiera. Le forze si palesano nei loro effetti. È facile negare l’esistenza delle forze, se non se ne suscitano per nulla gli effetti. Qual diritto ha di negare la forza della preghiera chi non ha affatto cercato di renderla efficace in se stesso? Come potrebbe conoscere la forza della luce colui che non l’ha mai esplicata o non le si è mai avvicinato? Una forza che deve agire nell’anima e mediante l’anima, la si impara a conoscere soltanto facendone uso.

 

Rudolf Steiner


 

Tratto da: L’intima natura della preghiera ‒ Berlino il 17 febbraio 1910, O.O. N° 59