Il cammino verso l'individualismo

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Il cammino verso l'individualismo

La produzione pratica del materialismo è qualcosa che soprattutto si perpetra sul piano politico. Il materialismo dell’attuale cultura, ossia il parossistico sistematismo, il dialettismo irrefrenabile, la possibilità dei mediocri di vincere la loro personale battaglia letteraria o artistica, l’arrangiamento e il conformismo continuo dell’intellettuale a ragioni politiche ed economiche, e la sua impotenza a muovere dalle ragioni da cui unicamente dovrebbe muovere, quelle ideali, certamente si debbono spiegare con la mancanza di spirito negli spiritualisti, o di intelletto negli intellettuali, o di arte negli artisti.

Ma, se ben si guarda, è la situazione che riconduce all’intervento dello Stato nella cultura, onde si dà la dipendenza della cultura da tattiche ed esigenze politiche, o da fatti economici. L’amministratore, o il politico, o il contabile controlla ciò che dovrebbe essere il lavoro dello Spirito e perciò non può piú esserlo: perché lo Spirito dovrebbe controllare l’amministrazione, la contabilità, la politica. Lo Spirito non può avere sorveglianti, essendo colui che solo può sorvegliare.

Il lavoro intellettuale non potrebbe mai essere comprato senza venir snaturato: per esempio, lo scrittore non dovrebbe scrivere per guadagnare: dovrebbe scrivere in quanto abbia veramente da dire qualche cosa. In un organismo culturale libero, il vanitoso non ha nulla o poco da dire, sarebbe subito scoperto. Lo scrittore vero potrebbe dare il meglio di sé alla società, al mondo, non stimolato dalla necessità del guadagno ‒ perché alla sua vita economica dovrebbe provvedere l’organismo economico, esplicando esso parimenti la propria autonoma funzione ‒ ma da necessità umane piú profonde e piú vere: che è la sua possibilità di essere d’aiuto all’umanità.

…Esaminando come la metafisica della materia si traduca in una concezione di vita, si può non soltanto scoprire come nasca una tale metafisica, ma soprattutto come essa sia indice di una condizione mentale che non può essere se non alimentata dall’attuale cultura: ma può esserlo proprio perché, in sostanza, essa è l’attitudine da cui questa nasce. Si alimentano reciprocamente, cosí da recare all’uomo l’inevitabilità della loro correlazione e della loro alternativa.

Uomini senza Io…Che uno non sia se stesso è forse l’ipotesi e l’imagine che può spiegare l’enigma materialistico. È possibile che ci siano creature umane, individui, che non siano se stessi? Che questa possibilità si dia, forse è la spiegazione di molti fenomeni di questo tempo. Alla base della marcia mondiale verso materialismo e meccanicismo, può essere veduta una sorta di “possessione” contagiosa: una malattia mentale che tende a essere collettiva e dalla quale in molti la difesa si manifesta sotto forma di nevrosi periodicamente affiorante. In altri tale difesa non riesce a funzionare, e allora il caso è grave. Ce ne stiamo accorgendo ogni giorno.

Come mostrano la scienza e la filosofia della storia, l’uomo evolve da una condizione di “gruppo” verso l’individualità. Il lungo cammino dell’uomo è il procedere da una società di tipo collettivistico, di cui ciascun individuo si sente membro, verso una società individualistica, in cui la possibilità di associarsi – almeno come ideale da conseguire – non è piú l’antica dipendenza dal gruppo, bensí la relazione dell’uomo libero: onde in generale la società comincia a valere in quanto è formata da individui, ciascuno avente con l’altro un rapporto cosciente e autonomo.

 

Massimo Scaligero


Tratto da: Il marxismo accusa il mondo, Tilopa, Roma 1964.