La radioattività naturale sulla Terra

Scienza

La radioattività naturale sulla Terra

La radioattività è il fenomeno per cui alcuni nuclei si trasformano in altri emettendo particelle. Essi sono quindi instabili e sono detti radioattivi (lo vedremo in dettaglio piú avanti).

Solitamente si pensa che la radioattività naturale sia circoscritta, sul nostro Pianeta, al mondo minerale, o almeno a quello della chimica inorganica. In realtà fenomeni di rilascio radioattivo sono molto piú estesi e interessano ampiamente il mondo del vivente, compreso l’essere umano. E parliamo di radioattività assolutamente biocompatibile, ovvero legata a processi normali e non a situazioni patologiche.

Il corpo umano e quasi tutti i corpi degli esseri viventi contengono isotopi radioattivi ed emettono radioattività durante determinati processi biologici. Nel vivente potremmo quindi distinguere una sorta di radioattività endogena, legata appunto alla naturale presenza di isotopi radioattivi nell’organismo, e una radioattività esogena, connessa a fenomeni di contaminazione, pur sempre naturale, legata all’influenza di radiazioni cosmiche e all’emissione di gas naturali radioattivi dall’ambiente circostante.

Per esempio è stato accertato che lo stesso corpo umano è una vera e propria sorgente di radiazioni, seppur ovviamente molto basse. Nel nostro organismo sono infatti presenti una serie di elementi radioattivi tra cui: carbonio 14 (14C), potassio 40 (40K), torio 232 (232Th) e uranio 238 (238U). L’attività è trascurabile per l’uranio e il torio, mentre diventa piú rilevante quella del carbonio e del potassio, che sono entrambi emettitori β-. A carattere informativo ecco alcuni dati:

Elementi radioattiviAddirittura, secondo lo scienziato canadese J. Bigu (1974), quella sorta di invisibile alone che circonda il corpo umano, e che viene percepito da alcuni soggetti piú sensitivi, potrebbe essere spiegato con una debole emissione di radiazioni gamma (radioattive). Questo ricercatore canadese ritiene infatti che il potassio 40, uno degli isotopi radioattivi presenti in particolare nel sangue (il sangue ha dunque una componente radioattiva!), nel passare ad un livello energetico inferiore piú stabile, emetta particelle beta e raggi gamma. Questi ultimi, essendo della stessa natura della luce ma di lunghezza d’onda assai inferiore (dell’ordine del decimilionesimo di millimetro), potrebbero essere percepiti come un’aura luminosa da soggetti sensitivi in particolari condizioni.

Alcuni biofisici russi hanno poi anche scoperto di recente che la cellula umana emette (come i corpi celesti) radio-onde e onde di frequenze luminose visibili e invisibili (raggi ultravioletti), nonché infrasuoni. In particolare, il nucleo è un centro di emissione di luce ultravioletta, che è stata rivelata mediante apposito fotorivelatore, e i mitocondri emettono una debole luce rossa visibile mediante l’impiego del foto-moltiplicatore.

Queste ultime radiazioni cellulari non sono radioattive in senso stretto ma, a questo livello di intensità, il discorso “radiazioni” si fa piú sfumato e rientra in fin dei conti in un unico discorso di frequenze elettromagnetiche, come vedremo piú avanti. Ovvero un concetto da cui liberarsi è quello della radioattività intesa come sorgente di radiazioni unicamente dannose (l’imprinting culturale legato alla radioattività artificiale, e in particolare al discorso delle armi nucleari, è evidente e comprensibile).

Anche nel mondo vegetale la radioattività endogena è molto diffusa. Molti cibi vegetali sono naturalmente radioattivi; il cibo contribuisce per il 10% all’esposizione totale di una persona alla radioattività, per un totale di 400 mSv all’anno in media. Tuttavia, le banane lo sono in modo particolare, dato che contengo­no l’isotopo radioattivo 40K del potassio, che ha un tempo di dimezzamento di 1,277 miliardi di anni.

La radioattività ambientale dovuta ai raggi cosmici cresce poi al crescere dell’altitudine. I raggi cosmici che interagiscono con gli atomi dell’atmosfera formano nuclei radioattivi che decadono ed emettono radiazione creando un effetto a cascata verso il basso. Man mano che si sale verso l’alto, si incontra maggiore radioattività perché diminuisce lo “schermo” atmosferico che assorbe la radiazione prima che arrivi al livello del mare. Ad esempio, come ben sanno gli scalatori professionisti, ma anche il personale di aerei di linea, dall’altitudine 0 fino alla quota di crociera degli aerei di linea (10.000 metri), la dose passa da 0,00003 fino a 0,005 mSv/h, aumentando quindi di 167 volte.

Nel complesso comunque tutta la superficie della Terra è di fatto radioattiva, tanto è vero che si parla di “fondo di radioattività naturale”! Ciò è appunto di origine sia terrestre (dovuto a isotopi radioattivi di elementi naturali contenuti nella crosta terrestre), sia extraterrestre (i raggi cosmici). La media mondiale della dose equivalente di radioattività assorbita da un essere umano e dovuta al fondo naturale è di 2,4 millisievert (mSv) per anno. Questo valore deve costituire il riferimento per stimare eventuali valutazioni di rischio radioprotezionistico. Tuttavia il livello del fondo naturale di radioattività varia significativamente da luogo a luogo. In Italia ad esempio la dose equivalente media valutata per la popolazione è di 3,3 mSv/anno, ma varia notevolmente da regione a regione.Radioattività da gas Radon Ci sono aree geografiche dove il fondo na­turale è significativamente piú alto della media mondiale, e lo stesso nelle regioni italiane (vedi immagine). In particolare, questo tipo di ra­dioattività connesso al mondo minerale e inorganico è le­gato alla presenza del gas naturale radioattivo per eccellenza, il Radon. Essa (222Rn) è l’unica sostanza radioattiva naturale allo stato gassoso, che nasce come prodotto di decadimento di una delle tre famiglie radioattive naturali, quella dell’238U.

Come si può poi notare dalla cartina sopra riprodot­ta, il Lazio e la Campania sono tra le regioni italiane con la piú elevata concentrazione di radioattività da gas Radon. Questo fatto non è casuale, ma è dovuto principalmente alla presenza di rocce mag­matiche, i tufi, nel sottosuolo. Le tufiti, cosí vengono indicate quelle rocce prodotte da materiale detri­tico di origine vulcanica, sono molto porose ed hanno una struttura che permette facilmente il passaggio di sostanze gassose attraverso di esso, come ad esempio il Radon stesso. Il problema Radon è trattato anche a livello legislativo, imponendo limiti alla sua concentrazione tanto per i nuovi edifici quanto per i luoghi di lavori interrati

Successivamente poi il Radon filtra dal sottosuolo e si diffonde sia in aria che in acqua. Una volta emesso all’aperto si disperde rapidamente nell’atmosfera mentre tende ad accumularsi in ambienti chiusi, soprattutto negli edifici ai piani bassi o interrati. Il 222Rn vive abbastanza a lungo, quasi 4 giorni, da potersi diffondere nell’aria per un tratto apprezzabile. Il vero problema però non è associato di per sé al 222Rn, ma bensí ai suoi discenti come il Polonio 218 (218Po) e Polonio 214 (214Po), i quali sono prodotti dal suo decadimento e sono a loro volta emettitori di radiazioni alfa e pertanto, se inalati, possono recare problemi.

Infatti in natura non tutti i nuclei sono stabili. Un nucleo non stabile è destinato a decadere in un altro nucleo con minore massa mediante l’emissione di una radiazione. La radioattività o decadimento radioattivo, dunque, è un insieme di processi tramite i quali dei nuclei atomici instabili (i nuclidi) emettono particelle per raggiungere uno stato piú stabile

Ecco quindi un’altra caratteristica del mondo della radioattività: la sua notevole instabilità e la grande capacità di metamorfosare (chiamata con termine scientifico-spirituale “decadimento”).

Tra l’altro queste “trasformazioni” cui va incontro un nuclide sono di diverso tipo: si parla infatti di decadimenti α, β e γ che dipendono dal nuclide considerato. Il decadimento α è legato all’emissione di un nucleo di Elio (particella α), mentre il decadimento β è legato all’emissione di una particella carica che può essere l’elettrone (decadimento β-) o il suo omologo con carica positiva, il positrone (decadimento β+). Spesso a questi due tipi di decadimenti è associato anche un decadimento γ, cioè viene emesso un fotone. E’ proprio il tipo di questi decadimenti a determinare il tipo di radiazione emessa dal nuclide considerato, si parla infatti di radiazione α, radiazione β e radiazione γ. Ognuna di queste ha diverse proprietà e caratteristiche e un modo peculiare di interagire con la materia circostante, incluso il corpo umano e gli altri tessuti viventi.

Riassumendo: le radiazioni emesse dai nuclei radioattivi sono ionizzanti, perché la loro energia è tale da ionizzare gli atomi con cui vengono a interagire e cioè sono capaci di strappare da essi uno o piú dei loro elettroni, e quindi possono anche rompere le molecole. Si definisce cioè radiazione ionizzante (quindi “radioattiva”) qualsiasi tipo di radiazione in grado di produrre, per via diretta o indiretta, la ionizzazione degli atomi o delle molecole del mezzo attraversato, ovvero qualunque radiazione capace di estrarre uno o piú elettroni dall’atomo su cui va ad impattare. In questo modo la radiazione modifica la struttura atomica e molecolare della materia. Come detto sono quindi direttamente ionizzanti, le particelle cariche come protoni, elettroni, particelle alfa, la cui energia cinetica eguaglia o supera la ionizzazione degli atomi del mezzo. Sono indirettamente ionizzanti neutroni e fotoni poiché, interagendo con la materia, possono liberare particelle cariche, le quali a loro volta produrranno ionizzazione.

DNAÈ poi importante sapere che le varie radiazioni ionizzanti, quando raggiungono livelli elevati, possono danneggiare l’organismo perché possiedono l’energia sufficiente per rompere i legami molecolari all’interno delle singole cellule. La mo­lecola fondamentale per la vita è il DNA. L’espo­sizione a radiazioni ionizzanti può pertanto com­portare la rottura di legami della molecola di DNA causandone una modifica che può portare a muta­zioni tumorali. Quindi la radioattività è davvero, co­me già aveva evidenziato attraverso altre considerazioni Rudolf Steiner, una forza di “anti-vita” a tutti gli effetti, o meglio potremmo anche dire, per evitare giudizi bipolari, che essa ha una grande affinità con la vita, tanto da potersi anche opporre ad essa spezzandone l’unità!

Chiudiamo infine con un ultimo elemento utile per meditare sul “Chi è” l’Essere della radioattività: secondo alcuni studi, la radioattività è ritenuta responsabile del calore interno della Terra.

Partendo da tutti questi dati conoscitivi che ci porta la scienza ufficiale, vediamo ora di proporre alcune brevi riflessioni piú spregiudicate, alla luce della Scienza dello Spirito.

 

  • Abbiamo visto la natura “instabile” della radioattività, ovvero la sua tendenza a passare da un elemento a un altro, oltre al suo legame con il calore interno della Terra. Estendendo il ragionamento, possiamo pensare alla radioattività come alla manifestazione di un’Entità che agisce sul processo di “sdivenire” e di trasformazione della Terra, che da una parte si sta attuando sulla superficie del Pianeta, ma che dall’altra, probabilmente con modalità differenti ma sempre con al centro l’elemento radioattivo, sta agendo anche dal suo interno. Possiamo in tal senso supporre che le due azioni ad un certo punto si incontreranno, causando cosí quella eterizzazione completa del Pianeta che Steiner prevede tra qualche migliaio (e non milioni) di anni. E se tale eterizzazione sulla superficie si manifesterà attraverso lo sviluppo dell’humus, ovvero di uno strato vitale, possiamo anche ipotizzare che l’elemento radioattivo, in equilibrio e secondo le modalità del Disegno Naturale, contiene anche elementi utili alla vita o meglio all’evoluzione della stessa verso livelli piú “sottili”.

 

  • Tale eterizzazione-spiritualizzazione dovrebbe peraltro avvenire secondo un ordine ritmico, stabilito dalle Potenze Spirituali in relazione alla presenza del Cristo per i prossimi cinque mil­lenni, che vedranno il rientro della Luna entro una Terra non piú cosí mineralizzata. Ora l’azione arimanica anticipa fortemente e precipita in un tempo inadeguato quel fenomeno, rendendolo negativo e molto pericoloso nei suoi effetti, soprattutto per la inadeguatezza dell’attuale coscienza morale umana.

 

  • Peraltro la radioattività non è un fenomeno circoscritto al solo nostro pianeta, ma è stato rilevato un po’ dappertutto nel cosmo e sulle stelle. L’Entità in questione (che non è Arimane) è dunque un possente soggetto cosmico, in grado di agire quanto meno in tutto l’Universo Manifesto. E se è vero, come ci ricorda Steiner, che la radioattività naturale si è manifestata o comunque ha cominciato ad aumentare proprio a seguito della spiritualizzazione della Terra come conseguenza dell’evento del Golgotha e della presenza fisica del Cristo sul nostro Pianeta attraverso l’azione del Risorto, a livello cosmologico ci rimanda appunto all’azione del Cristo, ovvero al principio Figlio della Santa Trinità, che è anche il Principio Ordinatore di questo sistema evolutivo.

 

  • Al di là dell’uso improprio (armi e bombe nucleari) o pericolosamente superficiale che ne fa l’Uomo (centrali & C.), qual è l’elemento negativo della radioattività? La radiazione, ovvero il pericolo di rendere”instabile e decadente” i sistemi organici (tra cui il nostro) che vengono a contatto con essa. In piú il termine “decadente” introduce il concetto di “cambiamento verso il basso”, ma se il risultato è qualcosa di piú stabile dovrebbe essere inteso al contrario in termini positivi. In tale direzione speranzosa, che peraltro corre su un rischiosissimo e sottilissimo filo, si possono per esempio leggere le varie radioterapie oncologiche. Inoltre l’emissione di energia (le “radiazioni”), quando ciò avviene, non potrebbe essere appunto una manifestazione al confine del piano fisico di questo Essere cosí possente? Ovvero la radioattività non potrebbe essere una manifestazione percepibile del lavoro “in corso” di un Essere cosí potente e cosí vicino al piano materiale da “bruciare” sistemi piú delicati e meno forti come appunto quelli organici?

 

A questo punto, forse con eccessiva immaginazione, viene però in mente l’esperienza di Mosè in Es 33,20-25 quando incontra Dio: «…E il Signore disse: “Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere”».

Se Mosè avesse cercato di vedere, ne sarebbe stato distrutto (ed era Mosè!). Forse ciò non c’entra nulla con l’Essere della Radioattività, o forse esso ci avvicina ai massimi livelli dello spirituale percepibili da un uomo sul piano fisico. Sarebbe interessante capire se e come si potrebbe porre e percepire tale Entità cambiando modalità (e livelli) di approccio.

Oppure, come lascia intendere Rudolf Steiner parlando di quella che sarebbe stata la ricerca sulla radioattività artificiale che avrebbe poi portato alle armi nucleari, il tema della radioattività (e quindi il suo spirito) è totalmente prematuro anche per l’uomo di oggi, e volersi confrontare con essa è in fin dei conti una deviazione arimanico-mefistofelica che andrebbe saggiamente evitata.

 

Armando Gariboldi