La
statua della dea di Sais in Egitto:
«Io sono quella che era e sarà.
Nessun mortale
sollevò ancora il mio velo». |
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Novalis,
Paralypomena:
«Ad uno riuscí – sollevò il velo
della dea di Sais,
ma che cosa vide?
– oh, miracolo del miracolo! –
se stesso!
Novalis,
I discepoli di Sais:
«E se nessun mortale
– come annunzia quell’iscrizione –
solleverà il velo,
noi dobbiamo cercare
di divenire immortali;
chi non vuole sollevarlo,
non è un vero discepolo di Sais!»
Leonardo
da Vinci, Anatomia:
«E l’uomo è il modello
di tutto il mondo».
L’uomo è un microcosmo, il
suo organismo un’immagine del grande organismo del mondo, del
macrocosmo. Chi vuole conoscere ciò che realmente distingue l’uomo
vivente dal cadavere umano, deve considerare l’organismo vivente - oltre
che come una unità chiusa - anche, anzitutto, come in esso realizzano la
loro vita le medesime forze plasmatrici eteriche le quali producono anche
i processi organici ed i fenomeni della vita nel cosmo, che è fuori dell’uomo;
deve anzitutto riconoscere il rapporto reciproco intimo tra i grandi ritmi
del mondo eterico e il mondo interno dell’uomo; deve in fine riconoscere
come l’architettura vivente cosmica con cui queste forze plasmatrici
attuarono l’evoluzione del macrocosmo, il formarsi ed il conservarsi
dell’organismo della terra, è giunta finalmente, coll’architettura
dell’organi-smo umano, ad un grado di perfezione che non soltanto plasma
e mantiene l’uomo in armonia col processo microcosmico, ma tende in lui
costantemente ad una elevazione maggiore di ciò che è stato acquistato
attraverso l’evoluzione precedente.
Günther
Wachsmuth
(G. Wachsmuth, Le
forze plasmatrici eteriche, Atanor, Todi 1929) |