L’Archetipo Anno III n. 1, Novembre 1997
I Quaderni

L’uomo è un dio caduto e al tempo stesso un dio che risorge dalla caduta. Il luogo della caduta è l’“umano” a cui tutti sono bramosamente legati.
Dall’uomo che risorge mediante le forze pure della conoscenza, emana l’amore di cui si alimenta il Regno dei Cieli.
È il nutrimento che sempre nell’umano è derubato o sottratto da Lucifero, perché Lucifero vuole nutrirsi del sentire umano, onde ogni sentimento umano è un inganno, un’ipocrisia, una gioia che per purificarsi deve ogni volta divenire dolore.
Chi non conosce questo soffrire per ritrovare ciò che negli istanti piú veri dell’anima ha aperto il varco alla beatitudine vera, non può conoscere l’alimento sacro del Graal.
Non v’è amore, se non v’è alimento del Graal. L’amore è l’interna identità di due esseri come essenza, o germe, della vita risorgente dalla morte del cosmo. Perché il cosmo è morto: tutto ciò che riluce nel firmamento può rilucere perché è minerale, perciò riflette la luce, non è la luce.
Ma l’uomo impara a conoscere la luce nella sfera in cui la vita dello spirito è eliminata. Da questa luce di Lucifero egli tende alla sorgente della Luce. L’Amore è questa sorgente, ma per giungervi occorre ogni volta vincere il custode della luce riflessa: Lucifero.
Gli Dei, le Gerarchie, sono tessuti d’Amore Divino, ma non sanno che cosa sia l’Amore, perché essi lo sono. È l’uomo che da “fuori” di essi deve irradiare verso essi l’amore, perché essi lo sperimentino come dono di un essere “libero”: libero di non amare, dapprima. Essi non conoscono l’Amore perché sono fatti di Amore, sono dalla loro stessa natura costretti ad amare. Per loro la Beatitudine Divina è l’alimento naturale: se ne nutrono, ma è l’essenza loro propria. L’uomo può conoscerla.
La Forza-Cristo è la sola che può unire la coppia umana, la sola che può dare l’identità una a due esseri che si amano, perché è la forza che inizia la ricostituzione della coppia superumana, per la redenzione dell’umano dall’impulso dell’antico peccato.

Massimo Scaligero

(M. Scaligero, Manoscritti inediti, Quaderno I, Dicembre 1968)

L'amor gentile

Rudolf Steiner e Marie Steiner von Sivers


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