L'Archetipo Anno III n. 10, Agosto 1998

PERSONAGGI

Gustav Meyrink


Nato a Vienna nel 1868, formatosi tra Monaco, Amburgo e Praga, studioso di Kabbala e alchimia, occultista, cultore di yoga, orientalista, veggente, perseguitato antimilitarista, contestato scrittore, i suoi lavori spaziano dai racconti alle pièce teatrali, dalle novelle grottesche ai grandi romanzi come Il Golem, Il domenicano bianco, La faccia verde, L'angelo della finestra d'Occidente, La notte di Valpurga, La casa dell'alchimista.
Scrive Massimo Scaligero* che egli è «molto piú di quello che non sembri, aderente a ciò che il senso dei nuovi tempi contiene di sano e di costruttivo. Il tipo di "svegliato", di "liberato" ch'egli presenta nei suoi due maggiori lavori, Der Golem e Das grüne Gesicht, è un tipo nobilmente antico, consacrato da una tradizione spirituale che stette al centro delle maggiori civiltà e fu alimentata anche da quella nostra, romana, attraverso i misteri, i riti sacrificali e il culto dei morti, sempre tenuta celata al volgo e permanendo viva anche nel tempi piú oscuri, lungo una trasmissione segreta di cui pochi eletti sono stati i depositari. Niente invenzione dunque: l'invenzione è soltanto nella trama che fa vivere talune figure e rappresenta certi stati d'animo tecnicamente riconoscibili da chi sa, mentre dallo stupore drammatico emerge, come da una frattura luminosa, la figura dello "svegliato", ossia di un "tipo" che oggi può apparire campato nell'irrealtà, in quanto non ha nulla di comune con l'uomo moderno, ma che può peraltro rappresentare un tipo nuovo, di natura superiore, nel quale l'umanità – o una razza privilegiata – potrebbe culminare, in seguito a una reale riaffermazione dei valori spirituali».

* in AA. VV., Meyrink scrittore e iniziato, Ed. Basaia, Roma 1983

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