L'archetipo Anno III n. 10, Agosto 1998
Poesia

PROIEZIONE

Se piume tese affrontano l'incerto
primo chiarore, segnano una croce
contro il cielo perlato, poi svaniscono
in un guizzo veloce. Il ramo duplica
la sua frangiata essenza grazie a un muro,
se raggiunto dal sole. Anch'io nell'alba,
ago di meridiana, traccio un'ombra
sul volto della piazza ancora immersa
nel sopore notturno. Controluce
proietto la mia anima sommersa
già pronta a uscire, a incidersi profonda
sulla pietra del tempo. Ognuno trova,
nel doppio che lo segue o lo precede
replicandolo in sagoma fedele,
un'eco chiara, un vivido riflesso
di un'arcana indicibile sostanza
che a un cenno rifulgente si rivela
segno non imitabile, perenne:
canto a solo del cuore e della mente,
oscillazione e slancio di pensieri
e, malgrado la rigida gravezza
della sorda materia, un ampio volo
interiore, scandito sulla terra
da sincronie di palpiti, finanche
la fredda stasi di radice e buio
che sa fiorire in armonie felici,
accesa da un fervore di parole.

Fulvio Di Lieto

La poesia di Fulvio Di Lieto

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