L’Archetipo Anno III n. 14, Dicembre 1998
I Quaderni

RICOSTITUZIONE DELLA COPPIA SUPERUMANA  

Nel contatto con il sovrasensibile, un essere nuovo ed essenziale può manifestarsi. Perché esso sia, occorre non essere, procedere nell’assenza e nel non assumere alcun valore umano; lasciar essere tutto quello che è, senza intervenire. V’è un segno di luce, o un simbolo potente, che, evocato, è indicatore del cammino. Questa indicazione tuttavia non toglie la difficoltà: dà solo il luogo dove occorre affrontarle. Affrontarle è possibile solo per un atto d’amore: l’impresa necessita di un accordo di profondità. Questo incedere, sospesa ogni adesione all’essere, è penetrare nel sacro Tempio in cui sono raccolti i Fratelli della R+C: cominciare a riconoscere la soglia del Tempio. C’è un grande giardino presso il Tempio, tutta vita di fiori: lí avviene l’incontro della coppia superumana, nell’attesa della elevazione.
Si comprende allora che l’“amore unico” non può essere che raro, in quanto è l’incontro dell’altro come valore trascendente, o essere fuori della sua particolare individuazione, fuori del suo valere come maschio o femmina: perciò è possibile solo come antecedente dell’Iniziazione: fuori di questa possibilità c’è l’ipnosi dell’anima che può dar luogo anche alla forma dell’amore unico, ma come espressione di un’impotenza dell’anima a spaziare nel mondo degli incontri umani. Qui uno stato affettivo si immobilizza in una unicità che è morbosa: ma di queste false unicità il mondo è pieno.
L’“amore unico” è invece un’ascesa illuminante alle vette dell’anima, per la reintegrazione dell’unità binomiale originaria, in virtú dell’incontro-identità degli spiriti. Quella unicità è in sé esclusivistica nel senso di una fedeltà che non subisce piú gli inganni di Lucifero, onde è la purezza della reciproca dedizione assoluta, da cui può sgorgare l’amore capace di risollevare il mondo. Questo amore dei due, questo fiore della restituita armonia binomiale originaria, questa fiamma di luce della coppia superumana, può salvare molti esseri. Ma prima essa deve attuare la propria sintesi reintegratrice. Occorre essere capaci dell’altezza musicale di questo sentire che salva, e al quale il Divino risponde dando tutta la luce e la potenza: essere insieme in quella altezza pura!

Massimo Scaligero

(M. Scaligero, Manoscritti inediti, Quaderno IX, Aprile1969)
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