Nell'anno 95, durante le persecuzioni
di Domiziano contro i cristiani, su quest'isola del Dodecanneso, nel mare
Egeo, venivano relegati i rei di sedizione. Qui la tradizione racconta
che fosse esiliato l'Apostolo Giovanni, dopo aver subíto il supplizio
dell'olio bollente dal quale era uscito illeso. All'inizio dell'Apocalisse
viene narrato: «Io Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione
e nel Regno, e nella pazienza in Gesú Cristo, mi trovai sull'isola
che si chiama Patmos, a causa della parola di Dio e della testimonianza
resa a Gesú». Giovanni ebbe la visione profetica in una grotta
dell'isola, che da allora porta il nome di "Grotta dell'Apocalisse".
Quando a Domiziano successe l'imperatore Nerva, Giovanni fu lasciato libero
di tornare a Efeso.
Negli Atti di San Giovanni, attribuiti a Prochorus, vengono
narrati i miracoli compiuti dall'Apostolo mentre si trovava a Patmos.
L'isola è stata italiana dal 1912 al 1947.
Il luogo, e in particolare la grotta dell'Apocalisse, conservano il carattere
metafisico di un adyton attraverso il quale l'uomo illuminato dalla
grazia accede alla rivelazione.
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