L'Archetipo Anno III n. 3, Gennaio 1998

Mitologia

PAN, UN SATIRO IN CIELO

Pan, dio delle selve e dei pascoli, era figlio di Ermes e della ninfa Callisto. Nacque con aspetto di satiro, cioè per metà umano e per metà caprino. La madre non volle tenerlo con sé e il fanciullo fu cosí portato dal padre sull'Olimpo fra gli dèi, che lo accolsero benignamente. Divenuto adulto, Pan prese a vivere nei boschi, sulle balze montane, in gole selvagge e caverne. Di carattere allegro e giocoso, si divertiva ad apparire d'improvviso ai pastori o ai viandanti solitari che, all'udire la sua voce stentorea, venivano presi da timor "panico". Amò, non ricambiato, una ninfa di nome Siringa, la quale fuggiva al solo vederlo. Un giorno egli stava per raggiungerla quando, sulle sponde del fiume Ladone, ella implorò soccorso. Il fiume, impietosito, la trasformò in una canna. Il vento, passando attraverso il canneto, ne trasse suoni dolcissimi. Pan allora prese la canna e la tagliò in tanti pezzi di diversa lunghezza, li uní con un po' di cera e inventò cosí quel flauto pastorale chiamato appunto "Siringa", del quale divenne abilissimo suonatore. Il tempio piú famoso dedicato a Pan era quello sul monte Liceo, in Arcadia. Le teorie stoiche lo rappresentarono in seguito come incarnazione della Vita universale. Secondo la tradizione mitologica, Zeus lo pose nello Zodiaco come segno del Capricorno.


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