PAN, UN SATIRO IN CIELO
Pan, dio delle selve e dei pascoli, era figlio di
Ermes e della ninfa Callisto. Nacque con aspetto di satiro, cioè
per metà umano e per metà caprino. La madre non volle tenerlo
con sé e il fanciullo fu cosí portato dal padre sull'Olimpo
fra gli dèi, che lo accolsero benignamente. Divenuto adulto, Pan
prese a vivere nei boschi, sulle balze montane, in gole selvagge e caverne.
Di carattere allegro e giocoso, si divertiva ad apparire d'improvviso ai
pastori o ai viandanti solitari che, all'udire la sua voce stentorea, venivano
presi da timor "panico". Amò, non ricambiato, una ninfa di nome
Siringa, la quale fuggiva al solo vederlo. Un giorno egli stava per raggiungerla
quando, sulle sponde del fiume Ladone, ella implorò soccorso. Il
fiume, impietosito, la trasformò in una canna. Il vento, passando
attraverso il canneto, ne trasse suoni dolcissimi. Pan allora prese la
canna e la tagliò in tanti pezzi di diversa lunghezza, li uní
con un po' di cera e inventò cosí quel flauto pastorale chiamato
appunto "Siringa", del quale divenne abilissimo suonatore. Il tempio piú
famoso dedicato a Pan era quello sul monte Liceo, in Arcadia. Le teorie
stoiche lo rappresentarono in seguito come incarnazione della Vita universale.
Secondo la tradizione mitologica, Zeus lo pose nello Zodiaco come segno
del Capricorno.
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