Maggio
Il Segno del Mese:
Toro
La regione del
Toro è legata al principio dello Spirito Cosmico. Attraverso questa
regione Egli irradia le Sue forze nell'esistenza planetaria. Dalla Scienza
dello Spirito apprendiamo che nel nostro sistema solare il Principio dello
Spirito agisce particolarmente attraverso la sfera della Luna, mentre il
Principio del Figlio attraverso la sfera del Sole. Perciò il Toro,
come immagine terrestre delle attività dello spirito, è sempre
legato alla luna (per esempio l'antico Dio sumero della Luna, Sin, viene
raffigurato con il corpo di toro). È noto che alla sfera della luna
è legata anche l'egiziana Iside. La sua immagine sorse nei Misteri
degli antichi Egizi dall'unione, nella sfera della Luna, di due correnti
cosmiche provenienti dalle regioni celesti della Vergine e del Toro. Inoltre,
se predominava l'influenza della Vergine, nell'immagine di Iside si sottolineava
maggiormente il suo legame con l'anima del mondo, con la celeste Sofia,
come pure la sua relazione con Horus, che realizza il legame di lei con
il mondo degli uomini. Se al contrario prevaleva l'influenza del Toro,
in quel caso Iside veniva rappresentata con le corna di toro sulla testa,
e allora si sottolineava il suo legame con tutto il Macrocosmo, si indicava
il fatto che, sotto l'influsso delle forze del Toro, essa si riempie dello
Spirito del Mondo e aspira allora al Dio solare Osiride. Lo stesso Osiride,
sebbene la sua venerazione cultuale sorga nell'epoca del Toro (3° periodo
di cultura), tuttavia, attraverso il suo legame con il Cristo (la sua immagine
indica in modo profetico l'avvicinarsi del Cristo alla Terra), acquisisce
una relazione anche con la regione cosmica dell'Ariete. Perciò l'aspirazione
qui descritta di Iside dal Toro verso l'Ariete o, nei limiti del sistema
solare, dalla sfera lunare a quella solare, si manifesta nell'ulteriore
metamorfosi del suo aspetto esteriore: fra le due corna lunari del toro
sulla sua testa appare il disco del Sole. Una tale immagine trasformata
da Iside indica allora, in modo profetico, il passaggio dall'epoca della
Luna a quella del Sole, o, per usare un linguaggio piú occulto,
dal Logos Lunare al Logos Solare, mentre nell'aspetto del divenire storico
dell'umanità indica il passaggio dal 3° periodo di cultura al
4°.
Un parallelo interessante della metamorfosi dell'immagine di Iside qui
esaminata è l'analogo cambiamento nell'aspetto esteriore del Toro
nel culto egizio di Apis. In quest'ultimo pure, man mano che il suo culto
si avvicinava a quello di Osiride (Apis gradatamente diventa «il
toro di Osiride»), fra le corna che hanno la forma di una falce lunare
posta orizzontalmente appare il disco del sole. In seguito, nel passaggio
dal 3° periodo di cultura al 4° (cioè dal Toro all'Ariete)
questi due culti si unificano completamente nel nuovo culto di Osarapis
(Osiris-apis) o Serapide. Questo nuovo culto, sorto originariamente in
Egitto, conosce poi, con l'avvento dell'ultimo periodo precristiano della
Reggenza di Michele (550-200 a.C.) una grande diffusione nell'ambito di
tutto il mondo greco-romano. Sotto la dinastia dei Tolomei, Serapide diventa
la divinità piú importante dell'Egitto e il protettore particolare
della sua nuova capitale, Alessandria.
Tuttavia nel mondo antico l'immagine del Toro gioca anche un ruolo completamente
diverso. Poiché da un lato il Toro, in quanto è il portatore
del disco del Sole e indica con ciò stesso profeticamente il passaggio
menzionato dal Toro all'Ariete, diventa espressione del giusto Spirito
del tempo; d'altro lato, se il Toro non desidera muoversi in direzione
dell'Ariete, non desidera venire a contatto con la sfera solare, ma vuole
soltanto permanere egoisticamente nella sfera lunare, con ciò già
interviene contro la giusta evoluzione e agisce nel mondo come un illecito
Spirito luciferico del Tempo. Allora l'immagine del Toro diventa
segno delle forze di Lucifero, che alterano il principio cosmico dello
Spirito. Sotto questa forma il Toro diventa l'espressione dell'egoismo
umano e delle passioni selvagge e senza freni. E presso i popoli antichi
incontriamo ripetutamente il toro proprio in questo ruolo. È il
toro celeste inviato dalla Dea Venere/Ishtar contro Eebani e Gilgamesh
nell'«Epopea di Gilgamesh», è il toro vinto dal dio
solare Mitra. Infine, è «il vitello d'oro» al quale
si inchinarono gli ebrei durante il soggiorno di Mosè sul monte
Sinai.
Per finire possiamo osservare ancora un aspetto estremamente significativo,
che collega gli influssi della regione del Toro con l'azione futura dello
Spirito Santo. Come è noto, l'organo che si formò direttamente
sotto l'influenza della regione del Toro nell'organismo dell'uomo è
il suo organo della parola, o laringe. Sulla laringe, e sulla metamorfosi
attraverso la quale essa è destinata a passare nel futuro, Rudolf
Steiner parla nel modo seguente: «... al contrario la laringe è
in piena trasformazione, e quando l'uomo sarà nuovamente casto,
la sua laringe si volgerà di nuovo al Sole Spirituale. Il calice
della pianta si è sviluppato fino alla forma di carne di passione,
e la laringe diventerà nuovamente un calice casto, puro, che sarà
reso fruttifero dallo Spirito, e alla quale tenderà la Santa Lancia
dell'Amore: questo è anche il simbolo del Santo Graal, il suo alto
ideale».
(R.
Steiner, cit. in S.O. Prokofieff, Le dodici notti sante e le gerarchie
spirituali,
Ed. Arcobaleno, Oriago di Mira 1990)
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