L'Archetipo Anno III n. 7, Maggio 1998

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Maggio
Il Segno del Mese: Toro

La regione del Toro è legata al principio dello Spirito Cosmico. Attraverso questa regione Egli irradia le Sue forze nell'esistenza planetaria. Dalla Scienza dello Spirito apprendiamo che nel nostro sistema solare il Principio dello Spirito agisce particolarmente attraverso la sfera della Luna, mentre il Principio del Figlio attraverso la sfera del Sole. Perciò il Toro, come immagine terrestre delle attività dello spirito, è sempre legato alla luna (per esempio l'antico Dio sumero della Luna, Sin, viene raffigurato con il corpo di toro). È noto che alla sfera della luna è legata anche l'egiziana Iside. La sua immagine sorse nei Misteri degli antichi Egizi dall'unione, nella sfera della Luna, di due correnti cosmiche provenienti dalle regioni celesti della Vergine e del Toro. Inoltre, se predominava l'influenza della Vergine, nell'immagine di Iside si sottolineava maggiormente il suo legame con l'anima del mondo, con la celeste Sofia, come pure la sua relazione con Horus, che realizza il legame di lei con il mondo degli uomini. Se al contrario prevaleva l'influenza del Toro, in quel caso Iside veniva rappresentata con le corna di toro sulla testa, e allora si sottolineava il suo legame con tutto il Macrocosmo, si indicava il fatto che, sotto l'influsso delle forze del Toro, essa si riempie dello Spirito del Mondo e aspira allora al Dio solare Osiride. Lo stesso Osiride, sebbene la sua venerazione cultuale sorga nell'epoca del Toro (3° periodo di cultura), tuttavia, attraverso il suo legame con il Cristo (la sua immagine indica in modo profetico l'avvicinarsi del Cristo alla Terra), acquisisce una relazione anche con la regione cosmica dell'Ariete. Perciò l'aspirazione qui descritta di Iside dal Toro verso l'Ariete o, nei limiti del sistema solare, dalla sfera lunare a quella solare, si manifesta nell'ulteriore metamorfosi del suo aspetto esteriore: fra le due corna lunari del toro sulla sua testa appare il disco del Sole. Una tale immagine trasformata da Iside indica allora, in modo profetico, il passaggio dall'epoca della Luna a quella del Sole, o, per usare un linguaggio piú occulto, dal Logos Lunare al Logos Solare, mentre nell'aspetto del divenire storico dell'umanità indica il passaggio dal 3° periodo di cultura al 4°.
Un parallelo interessante della metamorfosi dell'immagine di Iside qui esaminata è l'analogo cambiamento nell'aspetto esteriore del Toro nel culto egizio di Apis. In quest'ultimo pure, man mano che il suo culto si avvicinava a quello di Osiride (Apis gradatamente diventa «il toro di Osiride»), fra le corna che hanno la forma di una falce lunare posta orizzontalmente appare il disco del sole. In seguito, nel passaggio dal 3° periodo di cultura al 4° (cioè dal Toro all'Ariete) questi due culti si unificano completamente nel nuovo culto di Osarapis (Osiris-apis) o Serapide. Questo nuovo culto, sorto originariamente in Egitto, conosce poi, con l'avvento dell'ultimo periodo precristiano della Reggenza di Michele (550-200 a.C.) una grande diffusione nell'ambito di tutto il mondo greco-romano. Sotto la dinastia dei Tolomei, Serapide diventa la divinità piú importante dell'Egitto e il protettore particolare della sua nuova capitale, Alessandria.
Tuttavia nel mondo antico l'immagine del Toro gioca anche un ruolo completamente diverso. Poiché da un lato il Toro, in quanto è il portatore del disco del Sole e indica con ciò stesso profeticamente il passaggio menzionato dal Toro all'Ariete, diventa espressione del giusto Spirito del tempo; d'altro lato, se il Toro non desidera muoversi in direzione dell'Ariete, non desidera venire a contatto con la sfera solare, ma vuole soltanto permanere egoisticamente nella sfera lunare, con ciò già interviene contro la giusta evoluzione e agisce nel mondo come un illecito Spirito luciferico del Tempo. Allora l'immagine del Toro diventa segno delle forze di Lucifero, che alterano il principio cosmico dello Spirito. Sotto questa forma il Toro diventa l'espressione dell'egoismo umano e delle passioni selvagge e senza freni. E presso i popoli antichi incontriamo ripetutamente il toro proprio in questo ruolo. È il toro celeste inviato dalla Dea Venere/Ishtar contro Eebani e Gilgamesh nell'«Epopea di Gilgamesh», è il toro vinto dal dio solare Mitra. Infine, è «il vitello d'oro» al quale si inchinarono gli ebrei durante il soggiorno di Mosè sul monte Sinai.
Per finire possiamo osservare ancora un aspetto estremamente significativo, che collega gli influssi della regione del Toro con l'azione futura dello Spirito Santo. Come è noto, l'organo che si formò direttamente sotto l'influenza della regione del Toro nell'organismo dell'uomo è il suo organo della parola, o laringe. Sulla laringe, e sulla metamorfosi attraverso la quale essa è destinata a passare nel futuro, Rudolf Steiner parla nel modo seguente: «... al contrario la laringe è in piena trasformazione, e quando l'uomo sarà nuovamente casto, la sua laringe si volgerà di nuovo al Sole Spirituale. Il calice della pianta si è sviluppato fino alla forma di carne di passione, e la laringe diventerà nuovamente un calice casto, puro, che sarà reso fruttifero dallo Spirito, e alla quale tenderà la Santa Lancia dell'Amore: questo è anche il simbolo del Santo Graal, il suo alto ideale».

(R. Steiner, cit. in S.O. Prokofieff, Le dodici notti sante e le gerarchie spirituali,
Ed. Arcobaleno, Oriago di Mira 1990)


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