L'Archetipo Anno III n. 7, Maggio 1998

Pittura

L'UMILE ESSENZIALITÀ DELLA PITTURA ZEN

Secondo lo Zen, la variante piú avanzata del buddhismo che esercitò una profonda influenza sulla cultura cinese e, soprattutto, su quella giapponese, la verità si trasmette al di fuori delle Scritture, vale a dire al di là del segno e del condizionamento operato dagli elementi materici sulla libera espansione ed espressione dell'anima nel contesto naturale del mondo. Pertanto, in obbedienza a tale dettato etico-estetico, ecco la condensazione, la concentrazione, la semplificazione delle forme espressive apportate dal gusto Zen a tutta la produzione artistica e artigianale, nipponica in particolare, estendendole finanche alle ordinarie occorrenze della quotidianità domestica e sociale, come ad esempio nella cerimonia del thè e nel misogi, il bagno purificatore. In poesia, l'haiku rende l'emozione del poeta condensata in poche sillabe, in architettura, i cosiddetti "giardini della contemplazione", sgombrati di ogni inutile orpello visivo e decorativo, tendono a far raggiungere il wabi, quell'ideale Zen di bellezza e di armonia volto al distacco sensoriale, alla meditazione estatica e al diletto animico, per cui chi contempla è in grado, attraverso il percepire puro, di accedere al mondo degli archetipi.
Anche in pittura, l' "umile essenzialità" postulata dallo Zen raggiunge alti livelli espressivi. Lo stile calligrafico delle origini – semplici tratti neri su fondo bianco – si è arricchito nel tempo di delicate e sfumate cromíe raffiguranti motivi paesistici, immagini di piante e uccelli, animati ritratti di personaggi e figure mitiche e religiose, sempre connotati da una mistica spontaneità. I monaci che si dedicavano a tale pittura erano consapevoli di eseguire, piú che un'opera d'arte, una cerimonia rituale, una prassi devozionale nella quale ogni pulsione dell'anima e della fantasia doveva consentire un piú intimo e sincronico rapporto con la natura, veicolo d'elezione negli scambi tra la divinità e l'uomo, votato nella sua finale assimilazione all'ordine cosmico a divenire pura energia e luce.


I quattro dormienti

Museo d'Arte Orientale di Venezia

Una rappresentazione simbolica del sereno distacco
da paure e istinti cui giungono gli adepti dello Zen.


Il trasfigurativo di Sagramora


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