L’Archetipo Anno III n. 13, Novembre 1998

 

TRIPARTIZIONE

RAPPORTI FRA GLI STATI

La vita internazionale dell'umanità tende a rendere reciprocamente indipendenti i rapporti culturali dei popoli e quelli economici dei singoli territori. Di questa necessità dell'evoluzione umana tiene conto la tripartizione degli organismi sociali. In essi la vita giuridica su base democratica è l'anello di congiunzione tra la vita economica, che allaccia rapporti internazionali secondo le proprie esigenze, e la vita culturale-spirituale che li allaccia partendo dalle forze sue proprie. 
Per quanto fortemente le abitudini di pensiero create in noi dalle condizioni statali invalse fin qui possano mantenerci ligi alla credenza che la trasformazione di tali condizioni sia "praticamente inattuabile", lo sviluppo dei fatti storici passerà via distruggendo qualsiasi provvedimento che, partendo da quelle abitudini di pensiero, vorrà conservarsi oppure risorgere. Perché l'ulteriore fusione della vita spirituale, giuridica ed economica è addirittura un'impossibilità per le esigenze della vita dell'umanità moderna. La catastrofe della guerra mondiale ha manifestato questa impossibilità, la quale è derivata dal sorgere di antagonismi fra gli Stati, che esplosero in conflitti economici e culturali con un esito che non sarebbe pensabile là dove la vita spirituale si trovasse di fronte alla sola vita spirituale, e gli interessi economici di fronte ai soli interessi economici.
…Nella tripartizione non viene data un'utopia aliena dalla realtà, ma una somma di impulsi pratici a realizzare i quali si può cominciare in qualsiasi punto della vita. Ciò distingue questa "idea" dalle astratte "esigenze" dei diversi partiti socialisti. Queste esigenze cercano capri espiatori per tutto quello che nella vita sociale è divenuto insopportabile, e quando li hanno trovati proclamano che devono essere eliminati. L'idea della tripartizione, invece, parla di ciò che da quanto esiste deve generarsi affinché quel ch'è malsano scompaia. Al contrario di altre idee che criticano, che possono anche distruggere, ma che non danno alcuna indicazione per ricostruire, l'idea della tripartizione vuole appunto costruire. Ciò appare particolarmente chiaro a chi, spassionatamente, pensi dove verrebbe condotto, riguardo alle relazioni economiche con l'estero, uno Stato che volesse erigersi in modo conforme a quei princípi puramente distruttivi. Alle tendenze demolitrici interne si aggiungerebbero le rovinose incongruenze nei rapporti con l'estero.
Non c'è dubbio che le condizioni economiche di un singolo organismo sociale tripartito servirebbero di efficace esempio agli altri Paesi. Gli ambienti dove regna l'interesse per un'equa distribuzione dei beni cercherebbero di applicarla anche nel proprio Paese quando ne constatassero la praticità negli altri, e l'estendersi dell'idea della tripartizione farebbe sí che sempre piú si raggiungessero quelle mète a cui la vita economica moderna tende secondo le forze insite in essa. Il fatto che in molte parti della Terra regnino ancora possenti interessi statali sfavorevoli a queste tendenze non dovrebbe trattenere dall'introdurre la tripartizione gli uomini di un territorio economico che la ravvisino nella sua importanza. 

Rudolf Steiner

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R. Steiner, I punti essenziali della questione sociale 
F.lli Bocca Editori, Milano 1950, pagg.120, 123-24

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