L’Archetipo Anno IV n. 6, Aprile 1999

MUSICA

 

ARMONIA DELLE SFERE

La dottrina dell’armonia delle sfere risale al filosofo greco Pitagora (570-496 a.C.). Secondo un aneddoto di Giamblico, Pitagora aveva capito che i valori musicali potevano essere espressi in rapporti quantitativi, quindi numerici, e secondo misure geometriche, ascoltando i colpi di diversi martelli pesanti all’interno della bottega di un fabbro. Osservando gli strumenti a corde, egli scoprí il nesso esistente tra la frequenza delle vibrazioni e l’acutezza del suono. Secondo la sua dottrina, il mondo era costituito da armonia e numero: sia l’anima microcosmica sia l’universo macrocosmico erano strutturati sulla base di rapporti proporzionali ideali, esprimibili con una melodia.
L’altezza dei singoli pianeti (note) sulla scala musicale celeste era direttamente proporzionale alla velocità di rotazione, mentre le distanze erano commisurate alla lunghezza degli intervalli.


Illustrazione di Athanasius Kircher, Musurgia universalis, Roma 1650

Secondo Boezio (V secolo d.C.), teorico della musica neoplatonica, la musica instrumentalis terrena non è che una proiezione della musica mundana, ovvero la musica cosmica, rappresentata dalla sfera al centro dell’illustrazione. Essa, a sua volta, è solo una debole eco della musica divina dei nove cori angelici.

Alexander Roob

A. Roob, Alchimia e mistica, Ed. Taschen, Bonn 1997

 

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