L'Archetipo Anno IV n. 4, Febbraio 1999

DietEtica

Nell’organismo umano entrano in azione reciproca due sfere: la sfera della vita e la sfera della coscienza. La coscienza si sviluppa a spese della vita, consuma costantemente la vita; infatti noi pensiamo con le forze del vivente. D’altra parte le forze vitali che premono costantemente verso l’alto, verso la testa, uscendo dal loro ambito, non dovrebbero svilupparsi troppo intensamente.
Con questa constatazione ci troviamo ad affrontare la problematica dell’alimentazione proteica. Come sostanze portatrici del vivente, le proteine in dosi troppo elevate o di mediocre qualità possono ostacolare il dispiegarsi della coscienza. Ciò può provocare uno stato animico di ottusità, oppure un fissarsi della vita del pensiero alla struttura materiale della proteina. Allora l’uomo non è piú padrone delle sue rappresentazioni ma viene dominato da una forza formativa che dovrebbe rimanere circoscritta entro la zona addominale. Sarà magari intelligentissimo, ma non potrà concepire pensieri liberi e creativi.
Non è ancora passato molto tempo da quando la scienza dell’alimentazione ufficiale propagandò un consumo elevato di proteine animali. Rudolf Steiner raccomandò al contrario una quantità molto ridotta di proteine, mettendo ben in guardia dagli eccessi.

Le proteine vegetali vennero in passato giudicate di scarso valore in confronto a quelle animali. In tempi piú recenti questa opinione è mutata. Una combinazione particolarmente favorevole di proteine e minerali è data dai cereali, per mezzo di cui possiamo coprire il nostro fabbisogno proteico. Con un’alimentazione integrale non c’è da temere una carenza proteica, purché alterniamo piú tipi di cereali.
In quali organi della pianta è prevalentemente attiva la dinamica proteica? La risposta a questa domanda ci fornisce la chiave per la comprensione dell’alimentazione proteica. Rudolf Steiner in base alla sua veggenza spirituale ci dà una rivelazione sorprendente: la dinamica proteica si concentra nei frutti. L’alimentazione a base di frutti, specialmente cereali, è di grossa importanza per il metabolismo proteico umano.

Se ci domandiamo quale sia l’azione del cereale sull’uomo, la risposta suonerà in questo modo: il cereale agisce in prima linea sulla sfera ricambio-membra. È infatti un frutto a cariosside, e i frutti sono in relazione all’organismo inferiore. Questo è vero, ma Rudolf Steiner fa notare che nel chicco del cereale si esprimono prevalentemente le forze della radice, e queste raggiungono in primo luogo il sistema nervoso sensoriale.

Si è accertato mediante svariate osservazioni che i cereali rafforzano l’attività sensoriale e formano la base per la facoltà di concentrazione e il libero sviluppo della coscienza.

Udo Renzenbrink

U. Renzenbrink, Alimentazione e scienza spirituale,
Ed. Natura e cultura, Roma 1979, pagg. 50-51, 77

 

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