L’Archetipo Anno IV n. 3, Gennaio 1999
Redazione
 
Seguo da molti mesi la vostra rivista su Internet e ne ho tratto un grande beneficio dell’anima. Ho però continui dubbi e difficoltà nel seguire la Via indicata da Rudolf Steiner nei suoi scritti, soprattutto per quanto riguarda il senso del perdono, per me di difficile attuazione. In particolare vorrei sapere che cosa, perdonando, accade nel karma del colpevole.

Lino Gerace, Cosenza

Secondo la legge del Karma, colui che ha ucciso verrà ucciso a sua volta, e la catena non si estingue finché uno dei due non divenga cristiano, vale a dire finché uno dei due non liberi l’altro. Il perdono in questo senso è un fatto occulto: è il segno della nascita dell’Io, e quindi la possibilità di capire che la legge antica di vendetta e di rivalsa non appartiene all’Io ma a un ordine antico, quando vi era la legge dell’"occhio per occhio, dente per dente". Ma ora questo è finito, e il protrarsi di tale legge pesa sul destino dei popoli. Il rivangare gli odi di tanti anni fa è una forma molto grave di anticristianesimo, che noi dobbiamo osservare per capire quanto siamo lontani dalla possibilità che l’Io aiuti l’uomo. Il perdonare in realtà è, da parte nostra, una presunzione. Perdonare può il Cristo, o un Iniziato come Rudolf Steiner – e quanto ha perdonato! – il quale era però anche capace di grande severità, ma perdonava, e il suo perdono era vero. Il nostro non può essere vero. Perciò, quando vogliamo finirla con un’offesa ricevuta, con ciò che esige il perdono, dobbiamo sradicare dentro di noi ciò che è stato ferito: perché, finché c’è quello, il perdono si sovrappone a ciò che è in noi, in profondità. Dobbiamo arrivare a dire che quel che abbiamo ricevuto di male lo abbiamo meritato. Il perdono deve essere una pace profonda con l’altro, reale, senza residui o ritorni. Perché noi potremmo credere di aver perdonato conservando invece una specie di giudizio sull’altro. Se esaminiamo con attenzione tante difficoltà sperimentate in noi stessi, possiamo facilmente trovare una delle cose piú distruttive: il parlare male di un altro. Quello di non parlare male degli altri sembra un consiglio semplice e quasi ovvio, ma dal punto di vista occulto è una delle cose piú importanti che possa essere detta. Dobbiamo comprendere che se siamo capaci di dominarci quando stiamo per dire male di qualcuno, cosí come di respingere un pensiero negativo che stiamo per formulare nei confronti di un altro, in quel momento accade un fatto nuovo, qualcosa di molto importante che deve venire sulla Terra in questo periodo. Chi fa questa prova può sperimentare quali forze vengano messe in moto. Perché, anche se abbiamo effettivamente ricevuto un torto da una persona e abbiamo la necessità di parlarne mettendo in luce qualcosa di sbagliato, dobbiamo dire le cose in modo da non inserirvi nulla del nostro sentimento. Praticando questa ‘ginnastica’ possiamo riceverne un grande aiuto, sia spirituale sia fisico. Ma non deve essere una imposizione verbale, ossia il fermare il discorso lasciando sussistere all’interno il pensiero negativo: in questo caso sarebbe l’Ostacolatore che riuscirebbe, secondo sua abitudine, a guastare tutto. Occorre invece avere il coraggio di cessare di parlare male cosí come di pensare male del prossimo, anche quando ce ne sarebbero motivi seri. E con questo sperimentiamo il vero perdono.
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