Vorrei
seguire gli insegnamenti della scienza dello Spirito in maniera piú
radicale e non consuetudinaria e tiepida, cosa che talvolta osservo in
coloro che camminano su questa Via anche da tanti anni. Come ottenere dal
Mondo Spirituale quella conoscenza da riversare poi sugli altri donando
aiuto fraterno, consolazione e amore?
Secondo il Maestro d’Occidente, lo Spirituale esige dall’uomo un moto
piú profondo e piú responsabile dell’anima. Occorre un flusso
vivificatore della Luce: il pensiero puro. Osare l’inosabile è richiesto
dal Mondo Spirituale: è l’atto assoluto dell’essere-Io, libero dall’anima,
libero dalla psiche, dinanzi a una prova decisiva che è, nella scena
della coscienza, la prova che sul piano esteriore l’umanità sta
perdendo. Perché l’uomo sia salvato, questa decisione è necessaria.
È la decisione che riguarda l’impresa dell’umano in senso cosmico-terrestre:
l’impresa del Graal. Il pensiero puro, che, crescendo in continuità
e potenza, diventa vivente, è il dono del Cristo, è la fiamma
della Pentecoste che scende nel centro profondo dell’essere. Attingendo
a questo flusso vivificatore della Luce, o pensiero vivente, la conoscenza
ritrova continuamente la sorgente della Sapienza creatrice. È l’impresa
dell’uomo cosmico che comincia a realizzarsi. L’esperienza dello Spirito
respinge i tiepidi e i mediocri, esalta l’entusiasmo dei semplici e puri,
convinti che la forza basale del Cristo sia il principio di tutto, la chiave
di tutti i problemi. Al fondamento del cammino spirituale, sempre, la pratica
della concentrazione interiore e l’esercizio della volontà.
Mi
sento molto collegata con l’antroposofia, anche se in maniera personale,
senza aderire a gruppi o scuole. …In alcuni momenti penso al mio Io superiore
sentendo una totale identificazione con esso, allora agisco cercando di
partire proprio dall’Io superiore e non dall’ego. In altri momenti temo
invece che questo pensiero sia solo una mia immaginazione, o una forma
di filosofia…
Certamente noi partiamo anche da nozioni filosofiche, ma se noi “pensiamo”
l’Io superiore, non lo siamo: è come se volessimo averlo come oggetto.
Ciò che è piú piccolo non può contenere ciò
che è piú grande. Quel che consente all’io inferiore di affermarsi,
è la forza dell’Io superiore. C’è tutto un cammino che noi
dobbiamo percorrere, superando a volte anche una lunga distanza. Attraverso
un serio lavoro spirituale giungiamo a una forma di apertura di fronte
al Mondo Spirituale, in cui avvertiamo la presenza dell’Io superiore e
l’identificazione con esso. Ma è necessaria una grande prudenza,
prima di poter essere certi che quello che noi sentiamo sia effettivamente
l’Io superiore. Occorre che in noi agisca il Cristo, come Io che liberamente
si pone dinanzi alla forza del sentire, del volere e del pensare. Questo
però è un punto di arrivo. Nell’Iniziazione di Rudolf Steiner
sono descritte tre prove che vanno prima attraversate: la prova del fuoco,
quella dell’acqua e quella dell’aria.
L’uomo può parlare di identificazione con l’Io spirituale unicamente
quando è un Iniziato. Allora vive, in certi momenti, in identità
con l’Io spirituale. Poi, nella vita normale, è un essere senza
ego, perciò può essere riempito di Cristo. Solo allora c’è
la possibilità dell’immediata espressione dell’Io.
Anche
se sono seriamente interessato a una vera spiritualità e ho letto
con molto interesse alcuni libri di Rudolf Steiner, mi rendo conto però
di essere contemporaneamente affascinato dai film o dai libri di fantascienza,
nei quali si parla di viaggi nello spazio cosmico e di grandi distanze
percorse in attimi. Sono conciliabili questi miei due atteggiamenti? E
come è realizzabile per l’uomo il superamento della dimensione terrestre?
Se l’uomo si pone nel giusto rapporto con la propria interiorità,
trasformandola attraverso la pratica costante degli esercizi di concentrazione
e meditazione adatti alla sua attuale costituzione mentale ed animica,
secondo l’insegnamento della scienza dello Spirito, sarà in grado
di vincere ogni ostacolo, di uscire dallo spazio per entrare nella sfera
del tempo: che è la sfera del Logos. Il vero spazio è il
tempo. Nello spazio terrestre non ci si muove mai: il vero cammino non
è quello misurabile come spazio e neppure quello misurabile in ore,
in giorni, in mesi, in anni, ma quello di chi entra nel sentiero del tempo,
e trova il vero spazio, in cui passato e futuro coesistono come presente.
Il nostro compito non è quello di fantasticare sull’uscita “materiale”
dalla dimensione terrestre di spazio e tempo, ma quello di lavorare su
noi stessi tanto da portare l’anima fuori dello spazio fisico, fuori dell’inganno
delle distanze, là dove la dimensione umana è cosmica, e
l’uomo ritrova la vera essenza del suo Io, dell’Io sono.
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