L’Archetipo Anno IV n. 12, Ottobre 1999

ANTROPOSOFIA

Nel suo insegnamento, Rudolf Steiner enumera molti piú sensi dei cinque comunemente considerati dalla scienza esteriore, ordinandoli in maniera conseguente e delineandoli secondo i princípi della scienza dello Spirito. Proseguiamo oltre i sei sensi riportati nei numeri precedenti, con i quali l’uomo sente qualcosa in se stesso e fuori di sé, in scambievole azione con il mondo esteriore.

I SENSI DELL'UOMO

Penetriamo ora ancor piú nelle cose. Se, per esempio, vediamo con l’occhio che una rosa è rossa, la sua interiorità si comunica a noi attraverso la sua superficie: questa sola vediamo e, poiché essa è determinata dall’interiorità, impariamo a conoscere attraverso di essa questa sua interiorità fino a un dato punto.
Ora però afferriamo un pezzo di ghiaccio o un acciaio rovente; ci si manifestano allora non soltanto la superficie e attraverso questa l’interiorità, ma ci si rivelano i penetrali stessi della interiorità; ciò che è esternamente freddo o caldo è del tutto compenetrato di freddo o di calore. Il senso del calore ci conduce ancora piú intimamente nei sostrati delle cose. È il settimo senso.
L’uomo può forse penetrare ancora piú profondamente nelle cose di quel che non vi penetri col settimo senso? Sí! Può penetrarvi quando le cose gli palesano, non soltanto come col senso del calore, ciò di cui esse sono compenetrate, ma gli palesano inoltre ciò che esse sono nella loro interiorità. E questo glielo palesano quando cominciano a risuonare.
Il calore è distribuito del tutto ugualmente nelle cose. Il suono porta le cose a palpitare, per mezzo di esso percepiamo l’interiore mobilità delle cose. Se colpiamo una cosa, essa ci palesa nel suono la sua interiorità. E noi distinguiamo le cose secondo la loro natura interiore, come esse possano vibrare e palpitare interiormente, allorché lasciamo agire su di noi il loro suono. È l’anima delle cose che parla alla nostra anima nei loro suoni. Questo è l’ottavo senso, il senso dell’udito.
Oltre a questi, vi sono forse altri sensi piú elevati? Se vogliamo indagare tale questione, dobbiamo procedere con maggiore circospezione. Non dobbiamo scambiare ciò che è realmente un senso con altre cose e con altre espressioni. Nella vita ordinaria, per esempio, in cui si rimane in basso e di solito si confonde tutto, si può parlare di un senso imitativo, di un senso occultatore e simili. Questo è errato. Un senso entra in attività quando ci si forma un’opinione senza che la nostra intelligenza sia ancora entrata in azione. Parliamo quindi di un senso, soltanto quando la nostra capacità di giudicare non è ancora entrata in azione. Per percepire un colore vi occorre un senso; per giudicare fra due colori, non vi occorre nessun senso.

Rudolf Steiner

R. Steiner, I tre mondi dello Spirito (Antroposofia – Psicosofia – Pneumosofia), LibrItalia, Cerbara 1997

 

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