L’Archetipo Anno IV n. 12, Ottobre 1999

MANICHEISMO

LA SCELTA 

Tra i seguaci di Mani, se i temi che si affrontavano erano sempre austeri, regnava tuttavia un’atmosfera di festa tranquilla. Ognuno si sentiva in dovere di coltivare un’arte, spesso la musica e il canto, in onore nel paese sassanide, e anche la poesia e ovviamente la pittura e la calligrafia, a imitazione del Maestro, il Maestro che li autorizzava a raggrupparsi attorno a lui quando tendeva il tessuto o levigava la pergamena, quando preparava strati e colori, e anche quando tracciava i contorni e si metteva dipingere. Non si lasciava mai distrarre dalla presenza dei discepoli, i loro sguardi non sembravano pesare sulla sua mano; e sovente, continuando a disegnare, si metteva a parlare e le sue parole si lasciavano sottolineare dalle pennellate. Quei momenti erano i piú intensi, e i discepoli avrebbero voluto che si prolungassero all’infinito: restavano nello stesso posto per ore, trattenendo il respiro per timore che si rompesse l’incantesimo.
Nonostante la muta venerazione di cui Mani era circondato da tutti i suoi compagni, la sua presenza non era mai opprimente. Se il figlio di Babele chiedeva ai suoi discepoli piú vicini, ai suoi eletti, coloro che un giorno sarebbero stati chiamati “i perfetti”, di consacrarsi all’arte, all’insegnamento. alla meditazione, e di liberarsi da ogni forma di possesso, ripeteva instancabilmente che ci si poteva avvicinare a lui senza abbandonare il lavoro e i beni, senza allontanarsi dalle proprie usanze e dal proprio modo di vivere. A condizione di non nuocere alle creature e di non lasciar morire i saggi.
«Cosí dunque», si spaventò un giorno un contraddittore, «nella tua religione ci sarebbero due morali?»
Mani non pensò di doverlo negare.
«Esiste un cammino arduo che imboccano coloro che aspirano alla perfezione. E uno piú agevole per l’insieme degli esseri umani».
«Ma se entrambi portano alla salvezza, quali vantaggi avrei scegliendo questo piú difficile?»
«Se pronunci la parola ‘vantaggi’ è perché hai già scelto».

Amin Maalouf

A. Maalouf, Giardini di luce, Editori Associati, Milano 1996

 

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