Poesia

Donum Dei

miniatura secolo XVII

Dall’Uno mille forze si propagano
e modellano forme, semi nutrono,
vive sostanze attivano per cui
anime, corpi e materiali oggetti
muovono incontro al fuoco da cui palpita
l’infinito richiamo, grado a grado
evolvono con storie e nomi e sogni,
tante diversità volte a quell’unico
punto lontano eppure contenuto
in ogni loro essenza, puro vortice
che assimila e ricrea, possente storna
la morte dalla vita, lumi accende
ovunque il Male cova le sue ombre.
Parimenti nel cosmo è strenuo impegno
perché bellezza ed armonia trionfino.
A ciò votati, i singoli elementi
traggono linfe dagli occulti regni
superiori, facendone strumenti
per esprimersi in segni inimitabili.
Un’ignota pulsione catalizza
crismi celesti in singolarità
che plasmano quel dono trascendente
nella propria vicenda irripetibile.
Cosí l’acanto in fiore salva bianchi
pudori verginali dai tentacoli
laceranti dei rovi, il suo candore
vince l’offesa che l’incuria e il fango
dei terrapieni portano ai suoi petali.
Non diversa, la malva è una galassia
d’astri viola sul prato calpestato,
sommosso verde, mare da cui svettano,
protese fiamme lungo steli ruvidi,
l’indaco stemperando nel turchino,
il cardo nuovo e il fiordaliso etereo.
Cosí l’umano elabora dal rapido
scorrere degli archetipi l’eterno
sé frammentato in varie alterità,
sillabe iridescenti, multiformi
cromie sonore. Anelano quei mille
echi dispersi, convergenti insieme,
a fondersi nell’Uno che li attende.

Fulvio Di Lieto

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