L’essenziale nella musica è il movimento, il passaggio, da un
suono all’altro. Anche i singoli suoni nelle loro specifiche altezze, naturalmente,
hanno la loro importanza (per esempio determinano la tonalità),
ma la musica si manifesta soprattutto nei salti tra i suoni, cioè
negli “intervalli”. Ogni intervallo ha una sua particolare qualità,
un suo carattere oggettivo, e mediante l’esercizio quotidiano esso stesso
ci rivela la propria vera essenza.
La potenza creativa degli intervalli è talmente grande che ognuno
di essi, essendo dominante in un determinato periodo di civiltà,
impulsa e forma tutta la dimensione musicale dell’epoca in cui agisce,
promuovendo soprattutto la formazione progressiva dei vari arti costitutivi
dell’essere umano. Nel procedere dell’evoluzione essi operano a partire
dall’intervallo di 9a e 8a
(Lemuria), fino ad arrivare all’intervallo di 3a
nell’epoca attuale, durante la quale però si deve già preparare
la futura esperienza dell’intervallo di 2a,
di 1a (singolo suono) e la percezione completamente
nuova dell’intervallo di 8a.
Diamo adesso una riassuntiva caratterizzazione dei principali intervalli:
1a: Immobilità – Quiete
– Morte – Coscienza minerale – Corpo fisico – Terra. Potenzialmente, però,
porta forze di nuova vita.
2a: Inizio movimento e luce Vita
germogliante coscienza vegetale – Corpo eterico Acqua.
3a: Sentimento legato alla personalità
– Coscienza animale – Corpo astrale – Aria. Potendosi presentare come 3a
maggiore o minore, crea la possibilità dei due modi basilari che
si sono imposti nel mondo musicale a partire dal periodo rinascimentale
circa. Con il modo maggiore si sperimenta una accresciuta libertà
del corpo astrale rispetto al corpo eterico, il minore invece denota la
prevalenza del corpo eterico su quello astrale. Questo viene avvertito,
in genere, con un sentimento di gioia ed estroversione nel maggiore e di
dolore ed introversione nel minore.
4a: Forma Chiusura Coscienza dell’Io
personale Fuoco Etere del calore. Si conclude il primo tetracordo.
Tra il primo e il secondo tetracordo, che inizia con l’intervallo di
5a, si sperimenta un grande cambiamento:
dall’esperienza dell’essere terreno si passa a quella dell’essere spirituale.
5a: Rinascita Inizio di una nuova
esperienza Apertura rispetto al cosmo Immaginazione Etere della luce.
6a: Ulteriore apertura verso il
cosmo come donazione di sé colma di venerazione Ispirazione Etere
chimico o del suono.
7a: Grande tensione e desiderio
di raggiungere il compimento. Effondendosi nel cosmo si sfiora il mondo
spirituale anelando all’unione con esso Intuizione Etere della vita.
8a: Unione col mondo spirituale
Realizzazione dell’“Io superiore”.
È molto interessante, inoltre, prendere in considerazione il
cosiddetto “Tritono”, cioè l’intervallo di 4a
eccedente (DO-FA#), proibito rigorosamente nella musica antica e denominato
“Diabolus in musica”. Questo si trova proprio al centro tra il primo e
il secondo tetracordo, tra mondo terreno e mondo spirituale, esprimendo
cosí un forte carattere legato all’esperienza della “Soglia”.
Sperimentando profondamente l’essenza degli intervalli e dei colori
dell’iride, si può scoprire tra questi una dimensione qualitativa
simile:
1a: rosso 2a:
arancione 3a: giallo 4a:
verde 5a: azzurro 6a:
indaco 7a: violetto 8a:
luce.
Con la differenziazione dell’intervallo di 3a
in maggiore e minore abbiamo la possibilità di riferirci a nove
intervalli principali, e quindi di poterli collegare alle nove parti costitutive
dell’essere umano, secondo le indicazioni date da Rudolf Steiner:
1a:
corpo fisico ( |
|
) 2a: corpo eterico ( |
|
) 3a: corpo astrale ( |
|
) – |
3am: anima senziente
( |
|
) 4a: anima razionale ( |
|
) 5a: anima cosciente ( |
|
) – |
6a: sé
spirituale ( |
|
) 7a: spirito vitale ( |
|
) 8a: uomo spirito ( |
|
). |
Per conoscere gli intervalli dominanti in un individuo possiamo prendere
in considerazione il primo e l’ultimo delle composizioni modali. È
utile poi disporre gli intervalli ricavati dalle varie composizioni nel
seguente modo:
3a
2a
1a
c
o
r
p
o
|
3am
4a
5a
a
n
i
m
a
|
6a
7a
8a
s
p
i
r
i
t
o
|
sfera astrale
sfera eterica
sfera fisica |
|
In base al lavoro di ricerca che stiamo svolgendo, sembra verosimile
che una forte sfera astrale possa indicare un particolare coinvolgimento
del ricambio, una forte sfera eterica rimandi al petto e una forte sfera
fisica al capo.
La presenza di molti intervalli superanti l’ottava evidenzia una certa
tendenza all’evasione e a trascendere la reale dimensione umana. L’intervallo
di 4a eccedente o di 5a
diminuita, in eccesso rimanda a problematiche in rapporto all’inconscio
presentire il dramma della “Soglia”. Inoltre è importante porre
attenzione anche verso gli intervalli che si formano tra il primo e l’ultimo
suono delle composizioni.
Esperimenti
di Pitagora sui rapporti fra le altezze dei suoni: a sinistra l’esperimento
è realizzato con monocordi, a destra con bicchieri e campane. Illustrazione
dell’opera di teoria musicale di Franchino Gaffurio, 1495 |
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La realtà delle dominanti planetarie non sembrerà sempre
unitaria confrontando l’immagine data dal sistema modale e quella data
dagli intervalli considerata nel modo qui descritto. Questo avviene perché,
nel sistema modale, per trovare le dominanti bisogna creare una sintesi
tra le varie dinamiche rispetto alla complementarità e alle specifiche
direzioni planetarie, attive soprattutto nella sfera astrale. Invece tramite
la conoscenza degli intervalli, nella versione in cui si dispongono in
nove parti, le dominanti risaltano nella loro forza abbracciante la costituzione
umana, in modo da dare un’immagine basata piú su un principio eterico.
Da quanto precede si può comprendere, tra l’altro, come nell’analisi
delle dimensioni musicali, prima di trarre conclusioni affrettate, bisogna
cercare di abbracciare il tutto con uno sguardo quanto piú ampio
possibile, e soprattutto sapersi inserire in immagini in continuo movimento
e metamorfosi, in modo da non congelare mai la dimensione musicale umana,
che per sua natura è assolutamente vivente.
Una pratica vocale e strumentale generica degli intervalli è
già un’ottima base nel lavoro di terapia musicale, ma dovendo agire
in modo specifico a seconda dei singoli pazienti, possiamo sapere su quali
intervalli insistere, particolarmente riferendoci alle notizie acquisite
nel modo sopra descritto. Dobbiamo far praticare soprattutto gli intervalli
risultati poco presenti nelle composizioni.
Questo si realizza eseguendo varie volte i singoli intervalli (è
utile ripeterli per gruppi di sette volte) o praticando melodie formate
in modo speciale dagli intervalli voluti e soprattutto che iniziano e finiscono
con tali intervalli. Nel loro movimento discendente gli intervalli hanno
un carattere che si esprime come un’azione portatrice di forze di guarigione
provenienti dall’alto, dal mondo spirituale. Nell’ascendere, veicolano
invece forze che partono dall’individualità umana e richiedono quindi
una partecipazione piú attiva.
Da non trascurare è il lavoro terapeutico basato sulla polarità
dei modi maggiore e minore. Nel caso di soggetti troppo introversi e depressi,
la musica in tono minore aiuta ad esteriorizzare il malessere interiore.
Il passaggio al tono maggiore tenderà poi a creare una metamorfosi
verso un atteggiamento animico piú estroverso e rischiarato. Dovendo
invece trattare soggetti troppo estroversi, fino alla mania e all’isteria,
praticheremo un percorso musicale contrario: dal maggiore al minore.
In questo modo agiremo positivamente anche sul rafforzamento della
centralità e sull’armonizzazione del respiro, che sono tra i fattori
piú importanti riguardo al mantenimento dello stato di salute fisica
e psichica.
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