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Seguo da qualche anno la Scienza dello Spirito e ho letto qualche libro di Massimo Scaligero, che trovo elevatissimo e molto difficile. Leggo con interesse le risposte essenziali, e molto chiare per la vita pratica, ai quesiti che vi vengono posti e ne ricerco una anch’io: «Il significato dell’impresa del Graal, che cos’è in termini semplici, come si opera, e in che senso essa risponda al simbolo della Iside-Sophia».

Aurora Rosmini, Roma

Il Mistero del San Graal è un contenuto segreto e alto, al quale ci si può avvicinare solo mediante un paziente lavoro di ricerca interiore svolto giorno per giorno. Una ricerca che richiede anzitutto un assiduo, intenso esercizio di conoscenza di sé, di eliminazione delle scorie sottili della brama, di tutto il mondo ingannevole dei fascini umani: è un’opera di purificazione pre-iniziatica. L’“individuo antico” deve perire. Deve perire un modo di essere che paralizza ogni sforzo spirituale, un modo di essere naturale, antico, atavico, egoistico, che respira assorbendo per sé, sempre sottraendo la vita, utilizzando la vita per sé. Solo dopo quest’opera di purificazione, che attraverso lo slancio di tutto il nostro essere realizza la vera comunione con il Mondo Spirituale, ogni profonda oscurità viene annullata dalla resurrezione della Luce che compenetra la sostanza animica. Questa è la vita nuova dell’individuale, la virtú perenne che elimina i residui disanimati dell’uomo antico, la Luce che illumina il sentiero che conduce al Castello del Graal. È la Via di Michele, del pensiero libero dai sensi. Attivando l’èmpito dell’anima, la potenza dell’Iside-Sophia, l’uomo risale la corrente del pensiero oltre il suo disanimato riflesso, oltre il dominio delle parvenze e dei valori terrestri. Per accedere alla realtà vivente è necessario superare l’umano: un’esperienza che si compie nella scena della coscienza, mediante un’assoluta fedeltà all’insegnamento, alla pratica degli esercizi interiori indicati dal Maestro dei Nuovi tempi, per mezzo dei quali si opera a una continua trasformazione delle correnti interiori. Mirabile l’indicazione data a tale proposito da Massimo Scaligero: «…la fedeltà permane il segreto del ritrovamento della Vergine Sophia. Un’ispirazione senza interruzione, di lealtà intuitiva e devota verso l’insegnamento, la guida, la via, è il segreto del ritrovamento del Graal: la fedeltà, come sintesi di Amore e Conoscenza, di cui la Vergine Sophia è ispiratrice. La Vergine impersona quelle originarie forze della Luna che ebbero il potere di staccare dalla Terra le entità solari, che dovevano operare sulla Terra a condizione di separarsi da essa. La Vergine simboleggia le forze superiori della Luna, che dominano il suo potere raggelante e materializzante. Non si può concepire il Christo, se non si riesce a vedere in Lui il Principio spirituale del Sole, che reca in sé parimenti il potere spirituale della Luna, capace di dominare la tenebra piú profonda della materia caduta»*. _______________________________

*M. Scaligero, Iside Sophia, la dea ignota,
Edizioni Mediterranee, Roma 1980, pp. 126-127

… Secondo me, una campagna in favore della lingua italiana andrebbe sostenuta insieme a quella per affermare le idee della Tripartizione. Questa sarebbe vera cultura europea, vero spirito europeo… A tale proposito invio il testo della Petizione popolare presentata al Parlamento affinché la lingua italiana sia dichiarata con legge costituzionale la lingua ufficiale della Repubblica. «La grande maggioranza degli italiani ha ben assorbito delle suggestioni indotte, per cui ritiene che la lingua italiana non corra alcun rischio in seguito all’uso indiscriminato di espressioni anglosassoni, in sostituzione psicotica delle corrispondenti italiane, e ad altri abusi ora di moda. Anzi, per costoro è bello aprirsi al “globalismo”, anche linguistico. Essi però non si accorgono che soltanto noi stiamo svendendo la nostra lingua (Lingua = Identità) mentre gli altri popoli difendono la propria, e gli anglosassoni sono ben contenti di essere i privilegiati. C’è però, anche se piccola, una minoranza indignata che si sente offesa e infastidita da questo comportamento, e preoccupata per la sorte della nostra Cultura, che finora è stata fra le maggiori. Qui non si tratta affatto di nazionalismo. Perché è anzi bello fondersi con altri popoli in una Unità Superiore, mettendo in comune le rispettive ricchezze culturali. …Gli altri popoli fratelli si attendono che noi portiamo i “nostri” particolari, insostituibili doni. E non lo scimmiottamento dei loro. …La Costituzione italiana, che pure nomina all’art. 6 le lingue minoritarie, non fa parola della lingua della maggioranza, cioè dell’italiano, che è la lingua ufficiale della Repubblica solo di fatto» [Stralcio dal testo della Petizione popolare presentata al Parlamento dal Gruppo di studio “Tiberinus” di Licia Donati].

Emilio Caruso, Romao

Interessante iniziativa che merita la nostra piena adesione e che ha già riscosso il consenso di illustri rappresentanti della politica e della cultura del nostro Paese. Noi ci auguriamo che queste forze, dalle quali dipende la vita pubblica, riescano, nonostante i giochi dialettici e le strategie compromissorie in cui sono diuturnamente impegnati, a fornire tutto l’appoggio materiale e morale a questa Petizione perché venga accolta e realizzata in tempi brevi e con la dovuta efficacia. Tuttavia, da seguaci della Scienza dello Spirito, non possiamo esimerci dal volgere la nostra attenzione in particolare alle cause interiori della dequalificazione di una lingua. Sappiamo che in essa si manifesta l’anima di un popolo, rivelandola in ogni particolare: dal timbro e dalla musicalità delle singole parole alla costruzione dei verbi, dalla struttura delle frasi alla facoltà di formulare concetti scientifici, matematici e filosofici, creazioni letterarie e poetiche, cosí come l’espressione della piú alta spiritualità. Un’interiorità corrotta produce una lingua corrotta. La nostra, come tutti gli idiomi dell’attuale civiltà materialistica, è caduta in una drammatica involuzione che sempre piú la priva dei mezzi adeguati a esprimere lo Spirito. Quando si insegue un modello di vita e di pensiero rappresentato da una specifica società – come attualmente quella di matrice anglosassone – lentamente, inesorabilmente, anche il linguaggio che incarna tale modello verrà assunto come giusto, adeguato. Non si può chiedere ai giovani di “volare alto”, esprimendosi in un perfetto purissimo italiano, quando si pone loro dinanzi come ideale lo sbattere di ali a bassa quota di una società dedita al soddisfacimento di ogni pulsione, lecita o non, utilizzando un linguaggio mediatico mediocre, talvolta volgare. Si avverte oggi, in Italia come altrove, l’aspirazione a un diffuso e vago ecumenismo, realizzato però, come nel caso linguistico, solo in termini canzonettistici e consumistici. È necessario invece che siano ritrovati i valori interiori. Solo una rinnovata spiritualità sarà in grado nobilitare tutte le espressioni umane, soprattutto quella del linguaggio.

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In copertina: Nicholas Roerich (1874-1947)
“E noi apriamo le porte”
Collezione Bolling, Miami, Florida, USA

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Borgognone (1450-1523)
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