C’era una volta, ancor prima della nascita del primo uomo, quando la
Notte non aveva ancora partorito da sé il Giorno, un posto misterioso.
Ormai il suo nome è andato dimenticato dagli uomini, eppure lí
si adunarono l’Angelo del Calore, l’Angelo dell’Aria e l’Angelo della Luce
convocati da Dio Padre che aveva deciso insieme a loro di creare qualcosa
di nuovo per l’Universo.
Dal nulla Eterno emerse qualcosa in forma di Uovo: ciò che prima
era il Vuoto adesso era occupato, diremmo noi oggi, da qualcosa somigliante,
ma non lo era, ad un uovo di gallina trasparente, tutto fatto di calore,
aria e luce che si interpenetravano: un Uovo di dimensioni gigantesche,
come un mondo intero.
Mentre gli Angeli guardavano, risuonò la Parola Cosmica e all’interno
di quell’Uovo apparve una nuova Creatura che occupava tutto quello spazio
immenso.
Gli Angeli del Calore, dell’Aria e della Luce, soprattutto quest’ultimo,
erano molto soddisfatti di quanto avevano contribuito a creare, ma non
sapendo come chiamarlo chiesero a Dio Padre chi fosse l’Entità affidata
alle loro cure, ed ebbero questa risposta: «Questa è la mia
immagine, nostro Figlio, che un giorno diverrà Padre e Madre di
tutti noi, la nostra consolazione e la nostra salvezza».
Ma dopo essersi consultati tra loro e con gli Esseri Spirituali piú
lungimiranti, dagli Arcangeli ai Serafini, tornarono ad interrogarlo dicendo
che non capivano come quella creatura potesse essere Figlio, Padre e Madre
allo stesso tempo, né quali speciali qualità diverse da loro
avesse.
«Chiamatela “Signore dei Numeri e dei Nomi”, poiché questo,
come prima cosa, sarà il suo destino», fu la risposta che
ne ebbero e che portarono a tutte le Gerarchie Celesti.
Ma l’Angelo della Luce continuava a rimuginare su ciò che aveva
sentito, e per saperne di piú meditò di impadronirsi dei
poteri della Creatura. Continuò cosí a curarne l’evoluzione
anche quando avrebbe dovuto interessarsi di altre cose dell’Universo, cosicché
la luce del suo operato si rifletteva come in uno specchio gigantesco ritornando
sotto forma di domande che la Creatura poneva a tutti gli Esseri Spirituali
che le si avvicinavano.
«Buona Virtú, chi sono?» chiedeva allo Spirito che
in quel momento cercava di educarlo al movimento.
«Il Signore dei Numeri e dei Nomi, nostra consolazione e nostra
salvezza» era la pronta risposta.
«Buon Serafino, chi sono?» chiedeva all’Essere fiammeggiante
che in quel momento gli instillava gocce d’amore per l’Universo.
«Il Signore dei Numeri e dei Nomi, nostra consolazione e nostra
salvezza» era la risposta.
«Buon Trono, chi sono?» chiedeva all’Entità che
in quel momento rafforzava in lui il germe del coraggio.
«Il Signore dei Numeri e dei Nomi, nostra consolazione e nostra
salvezza» era l’immancabile risposta che ogni Spirito gli dava indifferentemente,
sia che appartenesse alla Prima, alla Seconda o alla Terza Gerarchia Celeste.
Solo l’Angelo della Luce consigliò alla Creatura di rivolgersi a
Dio Padre per saperne di piú. Cosí capitò il momento
in cui fu possibile interrogarlo.
«Dare il Nome alle Sostanze e agli Esseri è un compito
che mi è congeniale e lo faccio in continuazione – disse la Creatura.
Quello che non capisco è il numerare: ovunque mi volti esce sempre
l’UNO».
«È un inizio promettente – disse Dio Padre – e da un certo
punto di vista UNO è infatti il padre di tutti i Numeri che si possono
conoscere».
«Ma dove sono tutti gli altri Numeri di cui è padre? Oppure
UNO è un padre senza figli?» chiese la Creatura.
Rispose Dio Padre: «È un mistero che dovrai risolvere:
UNO è il Numero piú grande, ma anche il piú piccolo.
L’Unità, il Tutto, contiene ogni altro Numero dentro di sé,
ma per capirlo bisogna conoscere la Solitudine e la Morte».
La Creatura non capiva. Vedeva Dio Padre, gli Spiriti delle Tre Gerarchie
Celesti attorno a sé sorgere e tramontare, diremmo noi, all’interno
del suo Uovo.
«Voi vivete in me ed Io vivo di Voi, non sono …solo …e non conosco
…la Morte».
«Non è ancora giunto il momento perché tu faccia
la sua conoscenza» fu la risposta di Dio Padre, mentre scompariva
a poco a poco dalla sua vista.
Ora, anche l’Angelo della Luce aveva assistito a questa conversazione,
e cosí si avvicinò alla Creatura offrendole un globo di fuoco.
«Vedi, Signore dei Numeri e dei Nomi, Dio Padre vuole che tu
possa essere solo Signore dei Nomi, altrimenti, se lo diventerai anche
dei Numeri, sarai piú potente di Lui. Ti ha fatto un incantesimo
grazie al quale si nasconde alla tua vista, poiché è costretto
a rispondere alle tue domande e cosí ti farebbe progredire piú
in fretta di quanto ha stabilito. Afferra dunque questo globo magico, mangialo
e Lo vedrai: solo cosí potrai essere anche Signore dei Numeri!»
La Creatura non se ne accorse, poiché era nata da poco, ma in
verità l’Angelo della Luce diceva tutto questo perché voleva
impadronirsi dei poteri della Creatura che, lo vedeva bene, obbediva con
fiducia ai suoi comandi. Al momento opportuno le avrebbe ingiunto di spogliarsi
dei suoi poteri e di trasferirli a lui. Cosí sarebbe diventato il
Principe dei suoi simili, secondo quanto gli suggeriva il suo orgoglio.
Allora la Creatura fiduciosa mangiò il globo di fuoco, ma invece
di trovarsi davanti a Dio Padre ebbe il suo primo incontro con l’Arcangelo
della Morte.
«Adesso che mi hai visto disse l’Arcangelo della Morte potrai
conoscere la Solitudine: d’ora in poi potrai vedermi poche volte, ma sarò
sempre al tuo fianco».
Quando la Creatura si trovò a pensare su quanto le era accaduto,
non riuscí a mettere bene a fuoco gli avvenimenti, e ciò
la fece cadere in uno stato di profonda malinconia. Allora, alcune parti
di cui era composta, e che gli avvenimenti avevano risvegliato, si offrirono
in sacrificio per aiutarla a diventare anche il Signore dei Numeri.
«Ci conosci?» chiesero i primi.
«Siete il Diamante, il Rubino, lo Smeraldo, la Pietra, il Gesso,
l’Argilla, il Silicio…» rispose la Creatura, nominandoli ad uno ad
uno.
«Grazie, Signore dei Nomi e dei Numeri. Noi sappiamo cosa vuol
dire UNO: è il Padre di DUE e di tutti gli altri Numeri: lasciaci
andare e lo potrai capire anche tu. Ma ricordati dell’Uovo! Perché
se lo dimenticherai il nostro sacrificio sarà stato vano; e presto
non potrai piú capire le nostre parole, e quando verrà il
Tempo Oscuro non riuscirai piú a sentire le nostre voci. Allora
ci rinnegherai, ci calpesterai, ci inquinerai e ci abbandonerai nelle mani
dell’Arcangelo della Morte».
La Creatura non sapeva che fare, ma l’Angelo della Luce le disse:
«Lasciali andare. Non aspettare che Dio Padre sia pronto. Non
trattenerli in te, e cosí, come ti ha detto l’Arcangelo della Morte,
potrai conoscere la Solitudine e diverrai anche il Signore dei Numeri oltre
che dei Nomi».
Fu cosí che la Creatura lasciò uscir fuori da sé
tutti i Minerali. Poi arrivarono altre sue parti.
«Ci conosci?» le chiesero.
«Certo – rispose la Creatura – siete la Felce, il Baobab, il
Pino, la Rosa, il Giglio, l’Ortica, il Cactus…» dando cosí
il nome a ciascuna delle sue parti mentre le passavano davanti.
«Grazie Signore dei Nomi e dei Numeri. Noi sappiamo cosa vuole
dire DUE: è la Madre di TRE e di tutti gli altri Numeri. Lasciaci
andare e lo capirai anche tu. Ma ricordati dell’Uovo, perché se
lo dimenticherai il nostro sacrificio sarà stato vano: presto tu
non potrai capire piú le nostre parole, e quando verrà il
Tempo Oscuro non riuscirai piú a sentire le nostre voci. Allora
ci rinnegherai, ci calpesterai, ci inquinerai e ci abbandonerai nelle mani
dell’Arcangelo della Morte».
Anche questa volta fu determinante ascoltare il consiglio dell’Angelo
della Luce, e cosí la Creatura lasciò uscire da sé
tutte le Piante.
Poi arrivarono altre sue parti ancora:
«Ci conosci?» le chiesero.
«Certo – rispose la Creatura – siete l’Aquila, il Leone, il Toro…»
e senza mai sbagliare diede il nome a tutti.
«Grazie Signore dei Nomi e dei Numeri. Noi sappiamo cosa vuole
dire TRE: è il Figlio, ossia il Ponte della Perfezione, tra l’UNO
e il DUE e tutti gli altri Numeri. Lasciaci andare e lo capirai anche tu.
Ma ricordati dell’Uovo, perché se lo dimenticherai il nostro sacrificio
sarà stato vano: presto tu non potrai capire piú le nostre
parole, e quando verrà il Tempo Oscuro non riuscirai piú
a sentire le nostre voci. Allora ci rinnegherai, ci calpesterai, ci inquinerai
e ci abbandonerai nelle mani dell’Arcangelo della Morte».
Mano a mano che l’abbandonavano, la leggera situazione di disagio che
era cominciata con l’uscita da sé del primo Minerale, si trasformò
in un dolore sempre piú acuto, fino a che, con l’uscita di scena
del’ultimo Animale, la Creatura non vide piú le Gerarchie che la
circondavano, ma si ritrovò fra Esseri di cui si ricordava vagamente
e che la chiamavano a gran voce… su di un mondo diverso da prima.
Nonostante questo, si sentiva profondamente sola.
«È questa dunque la Solitudine?» chiedeva fra sé
e sé la Creatura.
Tutto le appariva diverso, ed ogni cosa, anche i pensieri, era come
se si fosse appesantita. Poteva dare il nome alle Entità che la
invocavano solo a fatica; solo una per volta …ed erano milioni di milioni.
Al suo fianco era apparso un possente Spirito che gli staccava un pezzetto
alla volta della sua essenza.
«Ma tu sei l’Arcangelo della Morte. Che cosa mi stai facendo?»
«Ti sto facendo conoscere la Solitudine: dipenderà da
te se il mio agire ti renderà la tua memoria cosmica o se la perderai
per sempre; se ti renderà la capacità di numerare oppure
no».
«Ma io non ti ho chiesto di staccarmi niente!» replicò
la Creatura.
«Quando hai dato ascolto all’Angelo della Luce e hai fatto le
tue domande a Dio Padre, ricorderai che ti è stato concesso di conoscere
la Solitudine e la Morte: io sono la Morte, adesso mi conosci bene, e la
Solitudine è ciò che senti ogni volta che ti stacco un pezzetto
di te stessa; e posso farlo solo perché, mangiando il globo di fuoco,
me ne hai dato la possibilità».
Dopo essere rimasto pensieroso in silenzio per un po’, il Signore dei
Numeri e dei Nomi, sempre osservando lo Spirito che staccava pezzo a pezzo
il suo essere, alfine disse:
«Anche se qui ti sei messo una maschera, vedo in te le azioni
contraffatte di Dio Padre: ma se ha mandato te sotto forma di Menzogna
e di Illusione, deve avermi mandato anche qualcuno sotto forma di Verità.
E questa Entità dovrà pur essere da qualche parte: Lei mi
risponderà definitivamente».
Come ebbe detto questo, tutti gli Esseri usciti fuori da lui iniziarono
a parlargli, e tutti dicevano: «Signore dei Numeri e dei Nomi, ricordati
dell’Uovo, ricordati dell’Uovo… fa’ che il nostro sacrificio per te non
sia stato vano: ricordati dell’Uovo!»
Ed ecco, il Signore dei Numeri e dei Nomi si ricordò dell’Uovo
e di cosa era; e al suo interno lo pensò abitato dalla Verità.
Allora gli apparve il Cristo che disse alla Creatura:
«Adesso puoi vedere la parte piú bassa di te, e questo
ti fa sentire sola e abbandonata. Ma non è cosí! La tua parte
piú elevata e preziosa ti è ancora invisibile: l’ho preservata
fin da allora e te la mostrerò un attimo, affinché tu ne
abbia cura e ne serbi il ricordo come della cosa piú importante
che hai. Infatti, solo ricercando lei in tutto ciò che vedrai, e
ritrovandola sotto i veli della Menzogna e dell’Illusione manovrati dall’Arcangelo
della Morte e dall’Angelo della Luce, potrai scoprire ciò che sei
in ciò che eri ed in ciò che sarai».
«Chi ero?» chiese il Signore dei Numeri e dei Nomi.
«Eri l’UNO, padre di tutti i numeri; Lei sarà il DUE,
madre di tutti i numeri. Assieme a me genereranno come Figlio il TRE. Il
Figlio ed il Padre formeranno il QUATTRO; il Figlio e la Madre si metamorfosano
in CINQUE; tutti insieme si equilibrano nel SEI. Se aggiungi l’Angelo della
Luce, nel tempo si evolve il SETTE. Se contempli l’Arcangelo della Morte,
per destino hai l’OTTO. Se meriterai di unirti allo Spirito Santo che verrà,
hai in conclusione il NOVE. Quando poi tutti questi Numeri fuoriusciti
saranno di nuovo al tuo interno, ben disposti in costellazioni ordinate
di Pensiero, allora tutti insieme formeranno l’Uovo Cosmico del Principio
che, per conoscere te stesso, hai dimenticato di essere, e che tutto contiene
come ZERO. Ricorda, Signore dei Numeri e dei Nomi, che la strada per conoscere
i Numeri parte dai Nomi, e che quello che nel luogo da cui provieni era
il piú importante, cioè lo ZERO, dove ti trovi ora avrà
la minore importanza. Solo quando capirai che tutti i Numeri sono contenuti
nello ZERO, e che tutti, di tempo in tempo, ritornano allo ZERO per poi
riuscirne rinnovati, conoscerai il segreto del Cerchio e della Spirale,
le due facce dell’Uovo Cosmico, di cui ora ricordi solo il nome grazie
al sacrificio di tanti piccoli esseri, mentre ancora non ne conosci l’essenza
vivente».
Detto questo, il Cristo scomparve dalla vista della Creatura, che rimase
sola sulla scena dell’Universo con in alto l’Angelo della Luce e in basso
l’Arcangelo della Morte. Ma dentro di sé sentiva pulsare il dono
della Verità e pensò che allora il sacrificio dei Minerali,
delle Piante e degli Animali sarebbe stato ripagato dal loro riassorbimento
e ritorno in un nuovo Essere di Luce Spirituale.
Come al tempo opportuno la crisalide del bruco si trasforma in farfalla,
cosí il Signore dei Numeri e dei Nomi avrebbe trasformato entrambi
i suoi Ostacolatori, grazie a ciò che sentiva pulsare debolmente
in sé. Guardò allora tutti gli esseri di cui conosceva i
Nomi, ed il loro complesso mistero svelato dai Numeri fu per Lui stimolo
per vedersi Farfalla Spirituale del futuro. Ed ecco che l’Angelo della
Luce gli chiese:
«Ora che hai dovuto vedere il tuo futuro, che nome di necessità
hai visto per te stesso? Perché o verrai nel mio Regno o resterai
eternamente solo».
«Ora che hai potuto vedere il tuo futuro ribadí l’Arcangelo
della Morte mentre a noi ciò è stato negato, che Nome possente
hai riservato per te stesso? Perché o verrai nel mio Regno o resterai
eternamente solo».
«Se rinuncerò ai vostri Regni della Menzogna e dell’Illusione
– fu la risposta della Creatura – sarò chiamato Signore della Libertà
e dell’Amore».
E mentre l’Angelo della Luce e l’Arcangelo della Morte sparivano dalla
sua vista lasciandola sola, tutti gli esseri che si erano staccati da Lei
le si riaffollarono intorno, sfolgoranti della luce della Verità.
Tutti gli Animali, le Piante e i Minerali danzarono allora in Cerchi e
Spirali attorno al Signore dei Numeri e dei Nomi, e cantarono festosi,
perché grazie al sacrificio che avevano compiuto avrebbero sempre
potuto risvegliare quel ricordo che avrebbe vinto la solitudine dell’uomo.
Immagine: «Le porte del Paradiso» di
W. Blake, 1793
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