Lo Steiner mostra allo studioso libero di preconcetti, come l’umanità sia divisa in due grandi correnti: l’una viene dall’Oriente, dall’Asia, dove l’antica maniera di vedere il mondo in connessione con il mondo spirituale si è conservata ancora in buona parte. Presentemente questa maniera di vedere il mondo accenna a scomparire, e ciò si spiega con il sopravvento che l’educazione europea va prendendo in tanti centri asiatici; questo infiltrarsi dell’educazione europea ha una sua profonda ragione, che qui però non occorre toccare. Resta il fatto che le grandi concezioni universali dell’Asia, poggianti su basi antiche, hanno saputo mantenersi e compenetrano ancor oggi la vita quotidiana di quei popoli, dandole la sua direzione. Tanto che un conoscitore delle condizioni asiatiche, nel grido che spesso e sempre piú si solleva ormai qua e là dall’Estremo Oriente: “L’Asia agli Asiatici”, riconoscerà forse, sotto ai piú esteriori motivi politici ed economici, il profondo motivo religioso, il sollevarsi della religiosa anima asiatica contro il materialismo occidentale.
Ora, volgendo invece lo sguardo ad Occidente, consideriamo un po’ come avviene che una concezione cosí vasta e comprensiva com’è la concezione antroposofica, si urti oggidí in una resistenza quasi generale. Tutti sanno che il pensiero scientifico è una conquista relativamente recente dei popoli europei. Siffatte conquiste non si compiono tutt’a un tratto; risalendo alla loro genesi, si trovano sempre dei prodromi proceduti da altri prodromi ecc. Il pensiero “a scompartimenti” non riuscirà facilmente a riconoscerlo, perché gli sembrerà un controsenso l’indicare per esempio San Tommaso d’Aquino come un precursore di Giordano Bruno. L’osservatore superficiale vedrà piuttosto in essi due opposti. E nondimeno nella maniera di pensare che Tommaso d’Aquino adopera per l’indagine del Divino si preannuncia quella che un Giordano Bruno, un Galileo, rivolgeranno piú tardi all’indagine del mondo fisico. Un pensatore analogo si trova in Leonardo, l’artista. In una ricerca simile è ozioso il valutare una individualità a danno dell’altra; è assolutamente necessario procedere secondo la nota sentenza di Goethe, e guardare piú che alla cosa al modo. Da questo punto di vista si può da Giordano Bruno procedere oltre ai grandi astronomi, a Copernico e Tycho de Brahe; su quella via rimane sempre ancora una porta aperta verso la religione.
Le cose cominciano a mutare quando, procedendo in questa medesima indagine, ci si volge alla cultura inglese. Qui ci si presenta un fatto singolare. In Bacone da Verulamio troviamo ugualmente i pensieri rivolti verso il mondo fisico, ma una fondamentale differenza nel modo di pensare. Nei pensatori sopraccitati possiamo – come ho detto – trovare sempre ancora un collegamento con la religione, sebbene la Chiesa dovesse giudicare diversamente. Ma in Bacone questo pensiero rivolto alla terra si presenta in modo da preparare il terreno per una forma successiva dell’indagine naturale qual è quella che vediamo attraverso Newton fino a Darwin. E questa forma conduce alla necessità di fare un taglio netto tra Scienza e Religione. Questa scissione fu compiuta veramente dai Grandi Inglesi. Si può proprio dire che ad essi si può ricondurre la moderna separazione dei concetti di scienza e di fede. Perciò si deve pure arrivare alla conclusione che essi sono i veri e propri padri del materialismo odierno, pur non perdendo di vista il fatto che, accanto al loro operare, si riscontra, appunto in Inghilterra, un tenace attaccamento alla Chiesa, il quale solo ai nostri giorni ha incominciato alquanto a vacillare.
Ma solo in Germania questo svolgimento evolutivo del pensiero umano è stato veramente tragico. Ivi, durante tutto questo periodo, era andato svolgendosi un misticismo dalle radici profonde che ebbe il suo ultimo grande rappresentante scientifico in Paracelso, e filosofico in Jacob Boehme, prescindendo da singoli ritardatari. Poi sorge la grande epoca goethiana. Qui abbiamo, contemporaneamente, il poeta degli Inni alla Notte, Novalis, e la splendida triplice costellazione filosofica: Schelling, Hegel, Fichte, e lo stesso Goethe. È sintomatico che tra Novalis e Goethe si possano riscontrare pochi legami. Novalis fa parte per se stesso. Esteriormente può venir considerato come una conclusione, come una sintesi di tutto il Misticismo tedesco. Eppure anch’egli ha scoperto dei connessi anatomici nel corpo umano, ma, naturalmente, non con metodi scientifici moderni, cioè li ha constatati intuitivamente, senza elaborarli con il pensiero. Goethe lavora in altro modo: ciò che scopre intuitivamente, lo elabora anche nel pensiero con metodo scientifico. Egli domina continuamente tutto il pensiero filosofico e scientifico, tanto dei tempi anteriori quanto del suo tempo, e prevede il futuro. Perciò egli ha potuto formulare quelle sue profonde parole “Chi possiede Scienza ed Arte, ha anche Religione; chi non possiede né l’una né l’altra, abbia Religione”.
Ora in certo modo, si può dire che nei tre filosofi sopraccitati il pensiero è intonato in maniera diversa: in Schelling verso il sentimento, in Hegel verso il pensiero stesso, in Fichte verso la volontà, l’azione. Sicché nel pensiero di questi tre si rispecchia il compenso delle forze dell’anima umana. E chi guarda Goethe in questa luce potrà dire che egli li riunisce tutti tre in sé, perché oltre ai loro caratteri specifici, possiede la comprensione intuitiva della realtà del mondo spirituale. Anche Novalis la possiede, ma la esprime in forma puramente artistica. Si può dunque dire che nella vita spirituale tedesca di allora, questi due – Novalis e Goethe – stanno l’uno accanto all’altro: Novalis come testimonio dell’altezza a cui può giungere il singolo, Goethe, come colui che indica all’umanità il modo di usare in avvenire le facoltà dell’anima, per giungere ad estrinsecare pienamente tutte le possibilità in essa latenti. Cosí considerato, Goethe non è solamente un poeta tedesco, ma una personalità che prima degli altri vive ciò che in seguito tutta l’umanità dovrà raggiungere. Il fatto che egli si sia espresso in lingua tedesca è – da questo punto di vista – secondario. Ma questa universalità del genio goethiano non fu compresa dai tedeschi.
Ora per qual ragione in Germania non fu compresa l’importanza mondiale di Goethe, riconosciuta fin d’allora in Inghilterra da Carlyle, sebbene questi fosse nato e cresciuto nella patria del materialismo? Si può trovare la ragione di questo fatto in un altro famoso contemporaneo di Goethe, in Kant. Il pensiero Kantiano, sulle ali del liberalismo trapiantato dall’Inghilterra in Germania, si conquistò lentamente, ma sicuramente, il mondo dei pensatori tedeschi. E al suo seguito penetrò, con altrettanta sicurezza, il materialismo scientifico inglese. Quando questi fatti si rintracciano con sí vasto sapere e sí profonda coscienziosità come lo fece Rudolf Steiner, si può mostrare lo sviluppo della lotta tra le due tendenze di pensiero, la goethiana e la kantiana, finché l’idealismo tedesco, in apparenza, si inaridisce del tutto e, con l’ignorabimus di Dubois-Reymond e con l’elaborazione del Darwinismo da parte di Haeckel, il Materialismo raggiunge una potenza che neppure in Inghilterra, sua patria, ebbe mai. Anche in questa contingenza si dimostrò, purtroppo, la coscienza tedesca.
Ma, ciò nonostante, la nostalgia di un’altra piú elevata concezione della vita non si spense. In Inghilterra (a cui, da questo punto di vista, si deve unire l’America, poiché questi Paesi hanno in comune l’origine anglo-sassone), in Inghilterra e in America, quanto piú la macchina materializzava la vita, tanto piú forte andava facendosi la nostalgia d’un sostegno spirituale. Ciò si mostra, dal lato chiesastico, nella formazione, particolarmente rigogliosa in quei Paesi, dalle sètte religiose. Ma questo fiorire non bastava a soddisfare tutte le anime, poiché le aspirazioni tendevano al ristabilimento d’un contatto diretto con il mondo supersensibile. Ma si cercò questo prendendo le mosse dal pensare materialistico. Sorse lo Spiritismo, che viene appunto dall’America, e passando per l’Inghilterra, ha afferrato anche il resto d’Europa; lo Spiritismo che vuol vedere il supersensibile con gli occhi e toccarlo con le mani. L’altro grande movimento, che esso pure ebbe cura in Inghilterra, è la “Ricerca psichica” la quale, in ultima analisi, consiste nell’elaborare, con l’aiuto dei metodi scientifici, ciò che lo Spiritismo ha suscitato. Poiché oggidí quei metodi poggiano esclusivamente sul corpo fisico come realtà, è ovvio che essi giungeranno bensí ai fenomeni, ma non potranno penetrare fino ai loro sostrati spirituali. Si assiste perciò allo spettacolo singolare che la corrente della “Ricerca psichica” parla, è vero, in termini eminentemente scientifici, ma non arriva ad alcun risultato per conoscenza propria, bensí servendosi dei medium come fa lo Spiritismo, che pure essa respinge come non scientifico. Ma il punto principale è che con i fenomeni investigati in questa maniera stiamo di nuovo pienamente nel mondo dei sensi, nel materialismo.
La “Christian Science” (Scienza cristiana) di Mrs. Eddy, non viene certo presa sul serio da alcun pensatore scientifico; infatti anche da sé, nonostante il suo nome, si annovera tra le Chiese. La sua idea fondamentale non resiste all’esame logico; e non è un buon segno che essa abbia potuto trovare tanta diffusione. Forse se ne può trovare una spiegazione nel fatto che essa promette la salute del corpo.

Alfred Meebold (2.)

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