REDAZIONE

 

…Vorrei sapere se i famosi Rotoli del Mar Morto hanno qualche collegamento con la Scienza dello Spirito. Sono rotoli in cuoio ritrovati circa cinquant’anni fa da un pastore e scritti dalla Comunità degli Esseni. Questa Comunità sembra avere molti punti in comune con le prime Comunità di Cristiani formatesi ai tempi di Cristo e sembrano avere trascritto in questi rotoli Verità tali da incutere un gran timore sia al Vaticano che all’attuale Comunità ebraica. Infatti i Rotoli, pur essendo stati scoperti cinquant’anni fa, è solo dal ’91 che sono tornati alla ribalta e, mentre studiosi affermano la contemporaneità di essi con la vita di Cristo, Vaticano ed Ebrei spostano la loro datazione ad un centinaio di anni prima. Un’altra domanda: qual è l’esatto contenuto del Terzo segreto di Fatima, e coincide con la versione datane dal Vaticano?

Monica Giacometti, Imola

In merito al problema su cui si dibatte, se cioè la datazione dei Rotoli del Mar Morto sia contemporanea o precedente alla predicazione del Cristo, sappiamo che ognuna delle due possibilità nulla toglie all’unicità della figura del Redentore. Il fatto che Gesú Maestro si sia preparato al grande evento – la discesa in Lui dello Spirito del Sole – in seno alla comunità essena, fatto di cui ci dà conto anche il Dottore, non vuol dire che una volta verificatosi, con il Battesimo nel Giordano, il mistero dell’Incarnazione divina – la nascita dell’Unigenito – il Cristo enunciasse solo tesi e dettami appresi in quella Scuola, per quanto possenti ed elevati fossero. Il Suo insegnamento, pur tenendo conto del livello al quale l’umanità era giunta in quel momento della sua evoluzione, e delle leggi che si era data fino ad allora, è addirittura sconvolgente rispetto a tutto ciò che poteva essere appreso in precedenza: la “legge dell’Amore” non solo era sconosciuta, ma inconcepibile, ed è stato necessario il sacrificio del Golgotha per renderla attiva ed operante, come suprema dimostrazione, grandiosa testimonianza per ognuno di noi.
Quanto al segreto di Fatima, il raccontino del Vaticano sembra esortarci con un’amabile pacca sulla spalla a non chiedere piú di tanto: sono cose da grandi, e a noi bimbi non possono proprio interessare. Il documento, mai smentito dal Vaticano, che il giornale «Neues Europa» di Stoccarda pubblicò il 15 ottobre 1963 con il titolo “L’Avvenire dell’umanità” a firma L. Einrich, risponde molto piú realisticamente a quanto può aver comunicato un’entità come la Iside-Sopia per il tramite dell’allora pastorella Lucia. Ne riportiamo per brevità un solo un brano, che sembra rispecchiare con estrema precisione la situazione attuale: «…In nessuna parte del mondo vi è ordine, e Satana regna sui piú alti posti, determinando l’andamento delle cose. Egli effettivamente riuscirà ad introdursi fino alla sommità della Chiesa; egli riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati che inventano le armi, con le quali sarà possibile distruggere in pochi minuti gran parte dell’umanità. Avrà in potere i potenti che Governano i popoli, e li aizzerà a fabbricare enormi quantità di quelle armi. E, se l’umanità non dovesse opporvisi, sarò obbligata a lasciar libero il braccio di Mio Figlio. Allora vedrai che Iddio castigherà gli uomini con maggior severità che non abbia fatto con il diluvio. Verrà il tempo dei tempi e la fine di tutte le fini, se l’umanità non si convertirà; e se tutto dovesse restare come ora, o peggio, si dovesse maggiormente aggravare, i grandi e i potenti periranno insieme ai piccoli e ai deboli. Anche per la Chiesa verrà il tempo delle sue piú grandi prove. Cardinali si opporranno a Cardinali; Vescovi a Vescovi. Satana marcerà in mezzo alle loro file, e a Roma vi saranno grandi cambiamenti. Ciò che è putrido cadrà, e ciò che cadrà piú non si alzerà. La Chiesa sarà offuscata, e il mondo sconvolto dal terrore. Tempo verrà che nessun Re, Imperatore, Cardinale o Vescovo aspetterà Colui che tuttavia verrà, ma per punire secondo i disegni del Padre mio». Compito di ogni seguace della Scienza dello Spirito è scongiurare la preconizzata “fine di tutte le fini” attraverso un personale, incessante e determinato impegno interiore per il quale abbiamo ricevuto il massimo aiuto cui attingere: l’opera del Maestro dei Nuovi Tempi e quella del Maestro d’Occidente.

…Pur essendo legata da sentimenti di affetto e di stima ad amici che nutrono i miei stessi interessi spirituali, mi accorgo che c’è una certa difficoltà a parlare fra noi serenamente delle nostre esperienze, scambiandoci le idee, senza che sorgano contrasti e tensioni…

Flora Verdirosi

In una sua conferenza tenuta a Dornach il 4 marzo 1923, Rudolf Steiner, cosí si espresse in merito ai rapporti che dovrebbero stabilirsi all’interno di circoli e gruppi che coltivano finalità spirituali: …«Di fronte alle verità spirituali si deve continuamente sviluppare in massima misura ciò che nel senso migliore della parola può venire indicato come tolleranza. Occorre la tolleranza per quegli uomini che vogliono studiare insieme la Scienza dello Spirito. Se sotto questo aspetto si osserva la tolleranza umana, una delle piú belle caratteristiche, si arriverà anche a percepire quanto sia necessaria l’autoeducazione verso la tolleranza proprio nella nostra epoca. Infatti è uno dei fenomeni piú rimarchevoli del nostro tempo che nessuno stia piú ad ascoltare veramente l’altro! Non è quasi piú possibile dire una frase senza venir interrotti, già alle prime parole, dall’altro che vuole contrapporre la sua opinione: abbiamo continuamente una contrapposizione di opinioni. Nella nostra civiltà, in fondo, non si è piú in grado di ascoltare: a ognuno importa soltanto la propria opinione e si considera uno stupido chi non ha la nostra stessa opinione. Miei cari amici, se un uomo dice il suo parere, è pur sempre un parere umano, per quanto lo si possa considerare stupido, e noi dobbiamo essere in grado di accoglierlo, dobbiamo poter stare a sentirlo. Voglio dirvi qualcosa di veramente paradossale: oggi, se si imposta la propria anima sull’atteggiamento animico intellettualistico del nostro tempo, si sa sempre che cosa è intelligente. Ogni singolo sa sempre che cosa sia intelligente. E non voglio affatto dire che ciò non sia intelligente, in effetto spesso lo è. Ma la cosa arriva soltanto fino a un certo punto: fino a questo punto, la persona intelligente considera uno stupido colui che non è ancora del suo parere. Questo giudizio è molto diffuso oggi, e per le normali condizioni di vita la cosa è anche giustificata. Per un uomo che abbia raggiunto un sano giudizio su diverse condizioni, è talvolta terribile sopportare le stupidaggini che dicono altri uomini. In questo caso non si può farne una colpa alla gente se giudica stupida la cosa. Certamente questo può arrivare fino a un certo grado. Allora si può diventare ancora piú intelligenti di quanto già non si sia, ci si può appropriare ancora di qualcos’altro. Si può effettivamente dare un certo colore a questa intelligenza attraverso le idee soprasensibili. La cosa strana è appunto che allora l’interesse verso la stupidità non diminuisce, anzi cresce. Se noi stessi siamo diventati un po’ piú saggi, scusate se uso delle espressioni un po’ dure, non ci dispiace affatto che la gente ci dica delle stupidaggini. Talvolta si trovano queste stupidaggini perfino piú intelligenti di quanto dicano le persone normalmente intelligenti; infatti dietro le stupidaggini si nasconde spesso un elemento umano molto maggiore di quanto non si trovi dietro l’intelligenza “normale” degli uomini normalmente intelligenti. Per una penetrazione sempre piú profonda nel mondo, inizia un interesse che diventa sempre maggiore anche per la stupidità umana. Infatti queste cose sono diverse nei diversi mondi. Un uomo che per una persona intelligente del nostro mondo fisico risulta uno stupido, può diventare sotto certi aspetti con queste stupidaggini una rivelazione per qualcosa che in un tutt’altro mondo è saggezza spirituale, soltanto che la cosa si manifesta spezzata e come caricatura. Il mondo è veramente “pensato piú profondo del giorno”, se voglio usare un’espressione di Nietzsche».

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In copertina: Ando Hiroshige (1797-1858)
«Il risveglio della primavera»

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