ACCORDO

Il fiore di luce è contemplato nella sua assoluta a-umanità, è un segno unico, che fronteggia tutto il caos della Terra: domina dalla sua invitta incorporeità, ponendo un ordine sidereo inalterabile: è il sole-folgore della solitudine sola, l’invisibile splendore dell’anima: il segno del Sacro Amore. Occorre la volontà del dono sacrificale, in ogni momento assoluta.
 Nella sublime forza del cuore scorre il ritmo del volere vincitore della morte, co-me un nuovo tempo di vita. Un inno prorompe da ogni infinitesimo tempo strappato alla corrente di morte del tempo: una purità radicale scioglie la morte alle basi della vita. L’impuro è dissolto nel profondo, dove la tenebra è vera solo co-me potenza di sostegno al riflesso della luce. Il grande ritorno è l’audacia della solitudine sola: l’intoccabilità rispetto all’antico Lucifero, l’inafferrabi-lità. E questo è il segreto del grande ritorno.
 Il grande ritorno è l’ascesi michae-lita nel nuovo tempo: il segreto è que-sto: è fuori del tempo, muove indipen-dente nelle forme illusorie del tempo.
 Il fiore di luce fa ritrovare l’Infinito nella luce del giorno, nello spazio, nel tempo. È la potenza che si pone fuori di tutto, come ciò che è invincibile o inafferrabile da ciò che esiste e perciò è fuori: è l’assoluto indicibile e tuttavia il piú concreto, il contenuto vero. È il segno della pace profonda e della forza invitta dell’Amore.
 Nascere e donarsi è il suo movimento, onde di continuo attinge alle sorgenti della vita e ricostituisce ciò che si è annientato nell’esistere cosciente, nella tenebra e nel divenire senza luce: è la resurrezione della Luce, la restituzione di ciò che ogni volta ingiustamente viene tolto. La resurrezione è il pensiero d’amore che risponde all’Amore cosmico: risponde là dove la tenebra si oppone alla luce: è perciò il pensiero della grande impresa, dell’alta speranza.
 Moto puro e fresco del pensiero nell’alto respiro dell’anima, nell’incorporeo e inspaziale respiro: è questo il preludio al volere profondo che prende tutto l’essere: volere di luce che si libera dagli arti e risuona nell’ètere.
 Che l’opera dell’uomo possa essere degna del suo grande impegno, perché sia contemplata dagli Esseri dell’Universo, come il germe di una vita nuova che nasce nella terrestrità a cui essi sono trascendenti, onde egli è la loro trascendenza: la vita inattesa, il fiorire nuovo del Cosmo.

Massimo Scaligero

Da una lettera del luglio 1970 a un discepolo

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