REDAZIONE

 

Nel commento della redazione alla lettera inviata da Raul Lovisoni apparsa nello scorso numero di ottobre sulla vostra rivista, ho notato la sostituzione della definizione “Triarticolazione” contenuta nel testo della lettera con “Tripartizione”. Vorrei sapere qual è la traduzione piú esatta del corrispondente termine tedesco usato da Rudolf Steiner, e inoltre se è possibile in quest’epoca veder applicata tale teoria.

Sergio Tiraino

Riportiamo, in risposta a quanto sopra, un breve stralcio tratto da una lettera sull’argomento inviata da Massimo Scaligero a un discepolo nell’ottobre del 1976: «…Non “triarticolazione” (termine di sapore ortopedico e scaturente da un decadente rapporto tra il pensiero e la determinatezza della parola, onde non si sa dare al termine “parte” il senso dinamico di essere solo in relazione al tutto) bensí Tripartizione: prima di tutto. La Tripartizione è un ente vivente – come l’uomo tripartito – che in noi chiede incarnarsi come potere di pensiero (sentimento e volontà): quando vive in noi opera, quale che sia la nostra espressione dialettica. Noi operiamo non con ciò che sappiamo, ma con ciò che siamo. Cosí si opera positivamente per la collettività o il popolo a cui si appartiene, se si ha un giusto rapporto con gli Arcangeli durante il sonno profondo: rapporto che si cura durante il giorno come accordo del pensiero con la volontà. Il compito è anzitutto interiore: la meditazione e la concentrazione divengono rito. Cosí il pensiero della Tripartizione, se vive, prepara la Tripartizione, ne è il germe. …La Tripartizione è possibile solo nell’epoca dell’Io, o dell’anima cosciente, ossia nell’epoca in cui è possibile la liberazione del pensiero dall’antica natura senziente. L’autonomia dei tre organismi è in relazione a tale evento. L’elemento del pensiero liberato diviene la forza direttrice dei responsabili di ciascun organismo. La Tripartizione viene dal Mondo Spirituale direttamente, attraverso l’insegnamento del Dottore».

È stato per me motivo di profonda riflessione, in merito a ciò che avviene nell’epoca attuale, quanto riportato nello scritto di Massimo Scaligero “Rigenerare l’umano” dello scorso numero di ottobre: «Non v’è rimedio umano all’umano: non c’è nulla dell’umano che sia vero. Occorre una verità superiore, un principio che non appartiene alla Terra: questo è il segreto, non venire a compromessi con il terrestre, ma tendere all’unica forza che lo può reintegrare». Non v’è dunque rimedio umano all’umano: questo è il disastro del sociale, oggi, nell’epoca in cui si vuole edificare tutto senza rimedi spirituali. La politica, che è l’arte dell’“umano” priva di sussidi interiori, ha bisogno di «una verità superiore, un principio che non appartiene alla Terra», sempre per citare lo scritto sopraindicato. L’arte dell’umano, quindi, deve confluire nel superumano ed ivi immergersi, senza compromessi, nella Verità. È sconcertante constatare come «non c’è nulla dell’umano che sia vero», il che porta a concludere che noi viviamo quotidianamente nell’irrealtà che domina i pensieri, le azioni, i sentimenti, le volizioni degli uomini. E ancora: «V’è come l’attesa di un nuovo modo di essere, la ricerca, l’ansia di un cambiamento…» cui deve rispondere la dedizione dell’uomo interiore. Vi sono molte entità, dentro e intorno a noi, che vogliono deviare il corso dei nostri pensieri limitandone la potenza all’inessenziale. Ma noi, con tenacia, continuiamo ad operare lungo i percorsi inconsueti del Pensiero come il pellegrino che, nel deserto dei sentimenti, dopo infiniti miraggi, attinge alla virtú aurea della Luce. Un sorso d’acqua di fonte non verrà negato a chi ha la forza di tentare e scoprire, infine, nel compagno di cammino, il Cristo stesso, divino resurrettore. «Altrimenti l’umano è tagliato comunque fuori del superumano, mentre lo anela e soffre per questo anelare. Ma ove si sia all’altezza dell’impegno, nelle culminazioni interiori, dopo lo strenuo operare, si giunge dove è l’armonia rigeneratrice dell’umano». Chi di noi può negare di aver cosí anelato e sofferto, mentre il mondo ha bisogno di collegamento con la Cosmica Pace? È importante comprendere che cosa veramente deve valere oltre l’inganno terrestre. Vogliamo rinnovare la sterile sofferenza o sostituire, per sempre, la dynamis intellettuale con la dynamis micheliana del cuore? Vogliamo rimanere nella tomba di Lazzaro o risorgere per sempre, come Lui è risorto, nella luce del Cristo? Smascheriamo, finalmente, l’inganno contro di noi perpetrato e cooperiamo a far scomparire le orrende sembianze dell’avversario dell’Uomo!

Giuseppe Intrecciati

Nulla da aggiungere a riflessioni tanto pertinenti e illuminanti.

In hoc signo vincemus”. In questi momenti la vicinanza di Massimo Scaligero ci avrebbe aiutato a capire il senso di eventi che appaiono cosí indecifrabili. Mi pare che il Male stia approntando una tragica mimesi dell’escatologia dello Spirito, nel quale attendiamo il Regno di Dio come qualcosa che non è qui o là ma in mezzo a noi. Ma ora in mezzo a noi è il terrore diffuso, delocalizzato e spaventosamente gratuito, sicché occorreranno forze possenti per poter fronteggiare la prova: forze che manifestino la gratuità assoluta del Bene e la sua irradiazione nei cuori al di là di ogni confine. Adesso la Storia stessa ci sta offrendo un grandioso tema di meditazione. Il Crocifisso reca in sé il segreto del dolore, la via di uscita dalla ferrea morsa di questo mondo…

Valerio Camilletti

Certo, la vicinanza del Maestro ci avrebbe aiutato, ma egli ci ha indicato il metodo d’indagine che ci permette di approfondire ogni avvenimento in maniera non superficiale e dialettica, e di non subirne il messaggio, esplicito e subliminale, di terrore o anche solo di sgomento. Occorre giungere a comprendere i risvolti occulti di quanto i nemici dell’umanità arrivano a inscenare, a costo di infliggere immani perdite di vite umane, per evitare che l’Uomo nuovo si svincoli dalla pania del pensiero dialettico e del materialismo. A noi, che sentiamo di far parte della schiera degli “uomini di buona volontà”, non resta che constatare la nostra inadeguatezza, non avendo, rispetto al lavoro spirituale, la stessa ossessiva pertinacia nel perseguire il nostro fine costruttivo di chi ha concepito e ideato quel fine distruttivo. Rendiamoci conto invece di quanto al contrario siamo tiepidi, di quanto non facciamo del nostro impegno spirituale lo scopo primario della nostra esistenza. Dobbiamo prenderci anche noi le nostre responsabilità, per non aver osservato, udito, compreso abbastanza, e nutrito i giusti pensieri di rettifica: ogni pensiero giusto, scoccato come una freccia, va a colpire il male e a illuminare la mente di chi può coglierlo e farlo suo. Quando la bilancia karmica, che come sappiamo deve sempre essere in equilibrio, pende troppo dalla parte del male, occorre un sacrificio umano per riportarla in pareggio. Resta da sperare che questo sacrificio non sia stato vano e non apra la via a ciò che, troppo azzardato prima, potrebbe ora sembrare plausibile e accettabile. Il Cristo è il Signore del karma: rapportarci a Lui con tutto il nostro pensare, sentire e volere, nel lavoro interiore come in quello della vita di tutti i giorni, può essere decisivo per la salvezza dell’intero pianeta. Siamo d’accordo sul nostro essere soldati di Cristo, per il quale dobbiamo combattere e nel cui segno dobbiamo vincere. Non si tratta però di schierarci in battaglioni sotto l’ordine di generali che stabiliscono tattiche e strategie comuni: la battaglia è individuale, e ognuno deve vincerla dentro di sé, cosí da poter riverberare sull’altro la luce della sua personale vittoria. Nell’epoca preconizzata da Rudolf Steiner, della “Guerra dell’Uno contro tutti”, è l’Uno a doversi impegnare per vincere.
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In copertina:
«Quella città grande Babilonia,
quella città forte: in un attimo
è venuto il tuo giudizio»
 Apocalisse, 18, 10
miniatura
Firenze Biblioteca Laurenziana
ms. Asbb. 415
Fol. 35 v.

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«Le Virtú» – miniatura, secolo XV – Biblioteca dell’Università di Gand, Belgio

Devi sapere che negli ultimi tempi
verranno momenti difficili.
Gli uomini saranno egoisti,
amanti del denaro, vanitosi,
orgogliosi, bestemmiatori,
ribelli ai genitori, ingrati,
senza religione, senza amore…

Tu, fuggi le passioni giovanili, cerca
la Giustizia, la Fede, la Carità, la Pace,
insieme a quelli che invocano il Signore
con cuore puro.

San Paolo, Lettere a Timoteo (III, 1 – II, 22)

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