- ivevano,
una volta, in un paese della Sicilia, due vecchietti, marito
e moglie, che avevano lavorato testardamente tutta la vita
per metter via quattro soldi, coi quali si proponevano di
campare senza stenti gli ultimi anni. Non erano avari, ma
alla loro roba ci tenevano, perché se l’erano guadagnata
col sudore della loro fronte.
- Un
giorno i due vecchi andarono in chiesa. Un frate predicatore
parlava dal pulpito e diceva delle cose veramente
straordinarie:
- «Chi
dà al povero, presta a Dio – diceva il frate – e Dio
restituisce il cento per uno a chi presta a Lui».
- «Se
fosse vero! – disse la vecchietta al marito. – Prestare
al Signore e ricavarne il cento per uno! Potremmo proprio
diventar ricchi, perché il Signore paga!».
- Pensa e
ripensa alle parole del frate, i due vecchi finirono col
persuadersi che il miglior modo d’impiegare i loro
risparmi era quello di distribuire in elemosine tutto quel
poco che avevano e, dopo averlo fatto, si recarono da quel
frate predicatore:
- «Quello che voi avete detto nella vostra predica, noi l’abbiamo
fatto. Ora aspettiamo la
ricompensa: questo cento per uno chi ce lo paga? Lo avete
voi?».
- «Non a
me avete dato il vostro denaro – rispose il frate – ma
al Signore. E al Signore bisogna chiederlo. Andate in
pellegrinaggio al Santuario del Crocefisso, pregate ed
attendete la volontà di Dio».
- Il
santuario era distante, e prima di arrivarci occorreva far
tappa in un albergo. Quando vi giunsero, il vecchietto e la
vecchietta erano stanchi e si assisero volentieri davanti al
focolare, dove stavano a scaldarsi alcuni carrettieri. L’oste
venne a chiedere che cosa desiderassero.
- «Un po’
di pane con un po’ di companatico – dissero i vecchi.
– Ma, ascoltate, tutti i nostri soldi li abbiamo dati ai
poveri, per averne da Dio il cento per uno. Ora siamo
appunto in viaggio per andare a riscuotere quello che ci è
dovuto. Bisognerebbe che voi aveste pazienza fino al
ritorno: allora vi pagheremo senza fallo».
- L’oste
guardò in faccia prima i due vecchietti e poi i
carrettieri, i quali, stupiti anch’essi da quel singolare
discorso, avevano smesso di vociare.
- Che
strano ragionamento! Eppure parevano persone a modo e
sensate, quei due.
- «Brava
gente, questa è un’osteria e non un ospizio – rispose l’oste.
– Tuttavia, una volta tanto, posso darvi quel che chiedete
e non vi domanderò nulla. Voi mi farete però un favore,
dal momento che andate a parlare col Signore. Vedete questa
vigna qui fuori? Neppur un grappolo riesco piú a cogliere
da qualche anno: tutte foglie e niente frutti. Le piante
sono curate come meglio non potrebbero esserlo, e in giro vi
ho messo anche quella siepe alta piú di un uomo perché
nessuno possa recar molestia nel vigneto. Ma niente, piú
niente mi riesce di raccogliervi. Chiedetelo voi al Signore
il perché».
- Quando
ebbero mangiato, i due pellegrini si rimisero in viaggio e
giunsero al Santuario che si stava celebrando una messa
solenne. Ascoltarono devotamente tutta la funzione, poi,
passando in mezzo alla gente che usciva, andarono difilati
all’altar maggiore, dov’era esposto il Crocefisso
grande, tutto luccicante d’oro e di gemme. Si posero in
ginocchio, pregarono ed intanto stavano in attesa, curiosi
di sapere quello che sarebbe successo.
- Però
dopo un po’, invece di venire il Signore, si avvicinò a
loro il sagrestano e li avvertí che la chiesa si chiudeva e
che bisognava uscire. I due vecchietti misero al corrente il
sagrestano di tutto, incominciando fin dal principio. Il
brav’uomo li guardava sempre piú incuriosito, ma non
senza una certa preoccupazione: erano imbroglioni o in buona
fede quei due? Ad onta di tutte le piú legittime
prevenzioni, il tono delle loro parole era cosí candido e
sincero che il sagrestano aderí al desiderio esternatogli
dai vecchierelli di restare ancora davanti al Signore, nella
speranza di poterne avere una risposta.
- Li
lasciò soli, ma ad ogni buon conto stette a spiare che cosa
facessero. Nulla facevano:
stavano ai piedi del Crocefisso, lo guardavano e parlavano
sottovoce, seguitando a spiegare le loro ragioni. Ad un
tratto si sentí una voce misteriosa che disse:
- «Eccovi
il cento per uno».
- E dal
Crocefisso cadde una pantofola tempestata di brillanti;
mentre i due la raccoglievano e la contemplavano estatici,
il sagrestano corse dal priore a narrare l’accaduto.
- Il
priore fece chiamare i pellegrini, s’informò di tutto a
puntino e alla fine propose loro di scambiare la pantofola
del Crocefisso con un sacco di monete d’oro.
- Figurarsi!
Il contratto fu subito accettato e, non appena in possesso
di quel benedetto sacco, il vecchietto e la vecchietta se ne
andarono a prosternarsi ancora davanti all’altar maggiore
per ringraziare devotamente Iddio.
- Sul
punto di andarsene, si ricordarono dell’oste e tornarono
indietro a chiedere il perché la vigna non dava piú
frutto.
- La voce
di prima tornò a parlare:
- «Tolga
la siepe, l’oste; perché quello che manca alla sua vigna
sono le benedizioni di coloro che, avendo fame e sete,
potranno cogliere un grappolo di quell’uva».
- Sulla
via del ritorno trovarono il frate predicatore cui narrarono
la bella notizia e n’ebbero questa risposta:
- «Ora
avete ricevuto il cento per uno; ma assai di piú potrete
avere, se darete ancora e non chiederete nulla».
- E i due
vecchietti comprarono una casa e lavorarono un campo: la
loro casa e la loro roba la misero a disposizione dei poveri
e non chiesero piú nulla, perché ora sapevano per
esperienza che Iddio è buon pagatore.