- Nel
quarto mese si deve attivare la disciplina della “positività”.
Essa consiste nel cercare in tutte le esperienze, in tutti
gli esseri e le cose, ciò che in essi vi è di positivo.
- In
ogni esperienza che facciamo può essere trovato qualcosa
di buono, e se anche gli avvenimenti negativi valgono come
prove per l’anima, allora davvero è possibile gustare
ogni momento della vita.
- La
disciplina del quarto mese conduce ad una sospensione
della critica. Le energie di pensiero che solitamente
vengono impiegate nella critica cominciano ad essere
utilizzate in maniera diversa, e quando si affronta un
problema si prende l’abitudine ad indicare direttamente
la soluzione e l’azione positiva da compiere.
- Come
la mentalità critica toglie forza all’azione, cosí il
pensiero positivo è proprio di uomini energici, fecondi
di opere, capaci di abbattere gli ostacoli sul loro
cammino. Immaginate un guerriero rinchiuso in una
trappola. Egli non perde tempo a lamentarsi o a criticare
il luogo che lo trattiene. Si guarda intorno con fiducia e
cerca lo spiraglio che può aprirsi. Su quel punto di fuga
esercita tutta l’azione fino a quando si schiude la via
della liberazione.
- Nei
confronti delle persone critiche bisogna serbare un
sentimento misto di gratitudine e di compassione. Con le
loro osservazioni esse ci mostrano gli aspetti del mondo e
del nostro carattere che dobbiamo migliorare. Per fare
ciò esse bruciano quelle forze vitali che rendono l’organismo
bello e sano. L’intelletto critico brucia la forza
vitale come il fuoco brucia l’albero. Per questo motivo,
sotto le mura di Troia, Tersite si distingueva tra i Greci
per l’intelligenza della sue critiche e la sgradevolezza
della sua persona.
- Non
bisogna però credere che si debba andare a chiamare
bianco il nero e a dipingere il mondo di rosa. Il saggio
è prudente e sa che gli uomini non sono uguali. Pertanto,
la stessa mano che si apre all’amico e all’innocente
deve essere pronta a chiudersi per difenderlo qualora le
necessità della vita lo richiedano.
- L’esercizio
della positività non assolve il male, ma lo comprende.
Anche quando si è di fronte all’essere piú tenebroso,
maledire non serve: bisogna comprendere perché egli è
cosí, da quale passato giunge a noi, quale causa lo ha
prodotto, quale rimedio può eliminarlo o farlo
migliorare. In tal modo la capacità di giudicare le cose
del mondo viene potentemente ampliata, e l’esercizio
della positività conduce alla liberazione del giudizio.
- Bisogna
farsi una calma ragione di tutti gli avvenimenti e di
tutti i comportamenti. E nel contempo bisogna ammirare in
ogni essere una scintilla dello splendore divino. Tutto
bisogna comprendere e ognuno bisogna richiamare alla
propria responsabilità. Infatti, cosa ammiriamo in sommo
grado nell’uomo? Il fatto che egli è un essere libero.
E l’uomo libero risponde di ogni azione, senza accampare
giustificazioni.
- Per il
resto, è proprio dell’uomo nobile venerare e non
criticare, ammirare il bello ovunque, cogliere il fiore di
un pregio tra un cespuglio di difetti; denunciare il male,
senza compiacimento interiore, con poche parole che dette
da lui acquistano ancora piú forza.
- Chi
per un certo tempo segue questa disciplina avverte
gradualmente in sé una mutazione: come se l’anima si
aprisse e la sua pelle si facesse permeabile da tutte le
parti. Si manifesta in lui una specie di beatitudine: in
realtà è una corrente eterica che si smuove. Si riversi
la corrente della positività e della beatitudine dal
cuore agli occhi e la si proietti davanti nello spazio
circostante.
- Quando
la corrente eterica irraggia fuori di noi, si stabilisce
un rapporto intimo con lo spazio: si cresce al di là di
se stessi, si considera una parte del mondo esterno come
appartenente a sé, come talvolta accade tra gli
innamorati. Ci si predispone a vivere bene qui ed ora e si
smette di fantasticare su vite inesistenti. L’anima si
apre a segreti d’ogni genere e ai sottili processi dell’ambiente.
- Una
fiducia ben giustificata mette radici nell’anima:
perché il cielo è luminoso e la terra produce frutti; la
Scienza dello Spirito è stata data ed esistono uomini in
grado di comprenderla.
- Tutto
ciò i Greci nella loro lingua chiamavano “eudaimonia”;
ma ogni passione violenta, ogni moto incontrastato dell’anima,
distrugge questa virtú sottile.