Sacralità

Terrore, terrorismo, terrorista sono ormai, nella nostra “civiltà”, realtà quotidiane. Molto meno abituale è la considerazione che il terrore, esternato in eventi mostruosi, nasce da un’incoercibile paura del mondo spirituale, il quale, invece, costituzionalmente irradia amore. Paura che giace nei meandri tenebrosi di tutti gli esseri umani, ma che, ovviamente, è piú grave quando macchia l’anima degli spiritualisti che, per vocazione, dovrebbero ardentemente aspirare a ciò che inopinatamente temono: lo Spirito.
Contraddizione vistosa, che genera lacerazioni nelle anime e ulcerazioni nell’interiorità.
Dai tanti Amfortas che popolano la terra, affranti da inguaribili ferite che sono il segno delle unghiate di Arimane, nascono le ferite esteriori, gli incendi, le eruzioni, da cui la terra è piagata.
Solo l’Amore secondo il Graal può salvarci come persone e come organismo sociale mondiale, perché «il Sacro Amore ha il còmpito di restituire all’umano la visione del reale oltre la retorica della parvenza …visione il cui valore non può essere determinato dal basso, senza venir alterato …bensí dalla conoscenza che ritrovi la purità delle altezze inaccessibili alla dialettica umana, la solitudine delle vette da cui fluisce il folgorante soffio dello Spirito: il reale livello umano. La restituzione di un tale livello è la missione del Sacro Amore, in quanto è la sola forza capace di penetrare senza alterarsi nella tenebra della natura umana … onde riviva nelle anime la virtú ricostitutrice dell’Uno…»*.
Non è dunque la “missione del Sacro Amore” il còmpito dei vocati allo Spirito, oggi? Siamo sicuri di sí.

Ettore Reale

* M. Scaligero, Graal, Saggio sul Mistero del Sacro Amore, Perseo, Roma 1969, pag. 159.