Poesia


St. Mungo

Sulla verde collina che promette
pace devota e fughe nell’eterno,
da tempo immemorabile conformano
aride pietre scure croci e rune,
tendono guglie al concitato cielo
dove nubi trascinano dal mare
cenni di un’esitante primavera.
Dio è anche qui, nei petali solari
delle giunchiglie, palpito che irida
vetrate da cui filtra appena il giorno
insieme a voci labili e gorgheggi
ovattati di brume; non si destano
onore e gloria chiusi nei sacelli.


Cattedrale di St. Mungo, Glasgow


Dalí «Cristo di San Giovanni della Croce»
Museo di St. Mungo, Glasgow, Scozia

Ombra e silenzio nutrono l’umana
ardua contesa tra memoria e oblio.
Ma piú forte, vincendo il tenebrore
e le mute presenze, dal celato
pozzo profondo nasce e si propaga,
musica e luce, il Verbo di Giovanni.
Lo stesso per cui Mungo l’Eremita
si fece amico di creature e stelle:
prevedeva i destini, stemperava
nell’acqua della fonte mali antichi.
E quella voce adesso mette ali,
sorge della prigione dei sepolcri,
sfiora leggera cuspidi e frondami,
scende veloce ai brividi del Clyde,
culla di bianchi cigni alla deriva.
Poi la fiamma sonora si ravviva,
conquista l’aria, suscita germogli,
apre squarci radiosi all’orizzonte.
A quel chiarore si risana il mondo,
le stigmate fioriscono di rose.
Splende risorto l’Uomo crocefisso.

Fulvio Di Lieto