Nella
grande famiglia dei sentimenti l’amor platonico è il
piú nobile, non perché porta il nome di un grande
filosofo, né perché – secondo la comune opinione –
allude a un’affettività slegata dalla vita dei sensi,
ma perché, a qualsiasi grado si ami, esso è l’anelito
che spinge ogni volta a superarsi, è il desiderio di
andare oltre se stessi o l’altro, per fondersi in un’unità
piú alta.
- Ogni
essere umano nasce per amare, per ritrovarsi in un amore
piú grande di sé. Amare è dilatarsi di continuo: come
creare cerchi concentrici sulla superficie dell’acqua.
Quando l’amore si desta, sboccia come sentimento per l’altro:
l’Io si apre all’altro Io, l’uno si fa due e
ciascuno sente questa unione come l’amore assoluto.
Gradualmente la capacità di amare si trasforma in
volontà di donarsi, gesto di sacrificio, che accompagna
il lungo cammino delle prove umane, le quali tessono una
parte rilevante della trama della vita. Talvolta la
coscienza si espande a tal punto che il binomio travalica
i suoi confini: il sentimento d’amore, pur restando se
stesso, ingloba altri esseri, in primis quelli cui
diamo la vita. Allora i due esprimono, oltre se stessi, la
propria disinteressata dedizione, la totale abnegazione.
Non basta. Mai paga d’amore, l’anima oltrepassa anche
questi confini: non si accontenta di riconoscersi nell’unità
familiare e sogna un’unità piú ampia. Ama ritrovarsi
in una comunità ideale, in un comune sentire dello
spirito; pochi, eccezionali esseri amano in modo cosí
impersonale da anelare a fondersi nella Bellezza della
vita divina. È il cerchio piú grande creato sulla
superficie dell’anima.
- Nel
nostro testo abbiamo ripercorso le grandi tappe del lungo
cammino dell’amore della letteratura, grazie alle piú
belle pagine dei poeti, degli scrittori, dei mistici, dei
filosofi. E ne è sorto un mosaico di voci che invitano a
scoprire – o a riscoprire – la magia dell’incontro,
la dolcezza della reciproca devozione, la bellezza dell’intesa
interiore. Sono le tre parti del libro: i tre gradi dell’amore.
- L’incontro
è magico, perché preparato da sempre nel labirinto dell’anima,
voluto oltre il tempo, come l’incontro fra Khosrov e
Shîrîn o fra Perceval e Biancofiore. È l’apparire del
miracolo, in quanto è lo schiudersi dell’amore. L’uomo
cercherà nella donna amata il sentire angelico che si fa
carne, la donna cercherà nell’uomo il chiarore della
conoscenza, che dà le ali all’umano.
- La
reciproca devozione è la lunga fase dell’esistenza in
cui l’amore è il delicato compagno del dolore. Amare e
soffrire diventano un binomio inscindibile che crea
attorno alle anime un’atmosfera di vicendevole
dedizione, di concorde sacrificio. Le anime sperimentano
la devozione attraversando insieme le prove che il destino
riserva: le difficoltà consolidano l’accordo silenzioso
e intessono il fitto ordito dell’amore. Sboccia la rosa
fra le spine. …A causa degli ideali edonistici del
nostro tempo, l’uomo trova oggi particolari ostacoli
nell’intraprendere questo cammino, rischiando di
pregiudicare l’evoluzione personale e di rimanere per
sempre bambino.
- L’intesa
spirituale o la fusione delle anime è l’ultima tappa,
la cui immagine Platone evocò nel mito dell’androgino,
ma la cui forza per primo San Paolo cantò nell’“Inno
all’amore”. Questo amore spirituale è il sogno dei
grandi poeti, dei piú alti mistici, ma è anche il sogno
di ogni essere umano che ravvisa l’amore stesso nella
bellezza del creato. Chi piú lontano ha visto ha
identificato questo amore con la Vergine Sophia, la
Saggezza divina, la Terra ritornata allo spirito.