Via Rosicruciana

Avere ben presenti e chiare le idee in merito allo scopo degli esercizi spirituali è determinante per il ricercatore affinché possa seguire efficacemente l’ascesi ed operare fattivamente la catarsi, acquisendo cosí, tramite esperienze sempre piú profonde, la consapevolezza di essere un Io in evoluzione quale figlio dell’Io Sono. Quando si è coscienti di ciò si comprende che le tecniche o gli esercizi spirituali sono in realtà solo un pretesto per far quietare il pensare, il sentire e il volere riflesso e permettere all’uomo interiore di liberarsi dai sensi ed immergersi, attraverso il silenzio, nel vuoto pieno dell’Io Superiore.
Liberazione che, iniziata nel pensare e proseguita nel sentire e nel volere, permette di entrare in contatto con le forze spirituali corrispondenti e attraverso esse con il Logos. Momento fondamentale per la crescita interiore, poiché si permette all’Io Superiore di operare quella modifica strutturale del nostro essere e in particolare dei nostri corpi, che solo il Cristo può operare attraverso la donazione del suo Pensiero Vivente o Solare.
Pensiero Solare che, manifestando la Forza-Cristica o Forza d’Amore, è Luce-Pensiero della penetrante Luce d’Amore, che pervadendo l’anima, libera la nascosta Luce di Vita e svela il Sacro Amore della ritrovata Iside-Sophia. Sacro Amore capace di espandersi oltre i limiti del microcosmo e perciò in grado di abbracciare in essenza i piani e gli esseri dell’intero creato, essendo il fondamento del pensiero cosmico ed universale, la sostanza del puro volere e la matrice del magico potere della Volontà Solare e dell’immaginazione creatrice. Volontà Solare che è magia sacra del volere che pensa, operante oltre la mediazione cerebrale, quale risultato del pensiero che si svincola dalla terrestre mineralità e ritrova nel volere l’immanenza del suo potere trascendente quale supporto e veicolo del Pensiero Vivente. Ritrovamento che avviene nel vortice dell’atarassia animica quale corrente del volere che torna ad essere, grazie all’incontro nel cuore delle forze del sistema osseo-nervoso con quelle del sistema sanguigno-muscolare, la corrente dell’Io nel sangue. Possibilità data di riscoprire in sé le forze dell’Eden nel duplice aspetto maschile-femminile del risorto elemento androginico originario e pertanto di restituire il volere al pensiero, la Luce di Vita al sentire e l’immaginazione creatrice al percepire; preparando cosí l’Uomo Nuovo.
Operazione Solare che segretamente agisce nell’umanità e che consente al ricercatore capace di riconoscerla, di accelerare nel silenzio, nel vuoto e nel miracolo dell’Io interiore i tempi d’evoluzione, permettendogli cosí di realizzare anticipatamente il Sé Spirituale, lo Spirito Vitale e l’Uomo Spirito.
Infatti, per divenire consapevoli della vita dell’anima e delle sue realtà spirituali è importante seguire l’iter iniziatico, adoperando gli esercizi interiori della scienza dello spirito come punto d’appoggio sia per sviluppare gli organi sottili indispensabili per la percezione del mondo astrale, eterico e spirituale sia per prendere coscienza dell’Io interiore che è la base per ogni ulteriore crescita. Pertanto non si possono percepire i mondi sottili se non si sviluppano, insieme alle facoltà spirituali, gli organi adeguati di percezione. Non si può entrare in tali mondi superiori se, unitamente alla percezione della luce spirituale, non si prende coscienza dell’Io interiore e del Logos. Non si può vedere il mondo astrale, né rapportarsi ad esso se non si inizia a sviluppare il Manas, che è la chiave per entrare nei mondi spirituali e per accostarsi alla parte piú pura dell’anima. Non si può agire ed operare nel mondo astrale, né sentire le vibrazioni, le forze viventi e le energie di vita del mondo eterico, se non si inizia a sviluppare la Buddhi e a vivere della sua illuminazione. Infine non si possono dirigere, tramite il pensiero puro, le vibrazioni, le forze viventi e le energie di vita del mondo eterico, né creare il corpo di gloria o di resurrezione se non si inizia a sviluppare, dopo la Luce-Pensiero la Luce di Vita e l’illuminazione buddhica, sia la coscienza pura, sia la coscienza iniziatica sia ancora la potenza del volere cristificato quale consapevolezza divina in atto: realizzando cosí l’Atma.
Metamorfosi dell’Io e dell’anima attuata attraverso la via del pensiero e scandita dalla sacralità del rito interiore da esperienze che indicano le tappe del suo evolvere. Piú esattamente si attivano e si sviluppano gli organi sottili quando si libera il pensiero dai sensi. Si diviene coscienti dell’Io interiore quando si percepisce all’interno del pensiero puro la forza e la luce adamantina del pensiero e con essi, grazie alla Forza Vivente dello Spirito Solare, la consapevolezza della propria realtà spirituale con sede prima nella testa e poi nel cuore, quale Nucleo Vitale del Sé Spirituale, dello Spirito Vitale e dell’Uomo Spirito. Si inizia a sviluppare il Manas con la relativa coscienza immaginativa quando, oltre ad una corrente eterica specifica, si forma, partendo dalla nuca quale centro, un cerchio d’energia e di luce simile all’aureola che si può vedere intorno alla testa degli angeli, dei martiri e dei santi nelle raffigurazioni dell’arte sacra.
In sostanza quando si prende coscienza del punto dietro la nuca, corrispondente alla zona del cervelletto, si inizia ad avere contatto con il mondo astrale e a scoprirne le ripercussioni nei mondi sottili. Il formarsi del cerchio d’energia e di luce è il segnale indicativo della presa di possesso di tale piano da parte dell’Io interiore,
nonché la sua compenetrazione progressiva nei corpi sottili. In definitiva si è aperta la strada per avere qualsivoglia tipo di esperienza astrale, eterica e spirituale e si è acquisita la certezza del proseguimento della vita fuori dal corpo fisico ed oltre la morte, indicata simbolicamente con il “bere l’ambrosia, o il nettare degli Dei, o l’acqua di vita eterna”.
Tanto maggiore è la grandezza della circonferenza e l’intensità dell’energia e della luce di tale cerchio, quanto maggiore e intensa è la presa di coscienza dell’Io sull’astrale; tanto piú si è coscienti della sua presenza ed esistenza, quanto piú si è consapevoli di tale mondo, comprendendone progressivamente le leggi e gli aspetti nonché le ripercussioni che ha con gli altri mondi, compreso quello fisico.
Piú si scende nelle profondità del proprio essere e della propria anima piú l’aureola si ingrandisce, sottolineando la possibilità di esperienze di natura sottile sul piano fisico come sui piani spirituali. In particolare vengono evidenziate le esperienze che vanno da una maggiore coscienza nel sonno con sogni alla continuità di coscienza nel sonno senza sogni; da stati meditativi particolari, difficili da illustrare, alla coscienza iniziatica in cui oltre a sentirsi sciogliere nello spazio, si può percepire il proprio essere quale microcosmo, contenente le proiezioni permeanti degli enti del macrocosmo. Qui il dentro diventa il fuori e il fuori diventa il dentro; non si è piú soli, ma facenti parte di un disegno divino in cui ogni essere è in comunione con ogni altro essere, a prescindere dal piano cui esso appartenga. Si entra in definitiva, attraverso questo centro che ne è la porta d’ingresso, nei mondi sottili percependone, nella verità e nella realtà, la vita.
Inoltre col proseguimento delle pratiche si scopre che da tale centro partono le capacità percettive delle esperienze sottili come per esempio l’impulso visivo, uditivo, olfattivo, gustativo, di tatto, di calore, di freddo, di attrazione e di repulsione che poi trovano nei chakra specifici il loro organo di percezione. Infine si comprende che in questo punto dietro la nuca risiede la connessione con la musica delle sfere e, cosa piú importante, con il suono cosmico creatore, scoprendone cosí il collegamento con il respiro universale della divinità: ossia con l’azione del soffio del Demiurgo sia nella sua forma di mahāmanvantara che in quella di pralaya. Collegamento che è la ragione per cui tale centro fa da ponte con la zona dove riposa la memoria spirituale o Cronaca dell’Akasha e, di conseguenza, con lo scrigno dove è raccolto il karma che ci portiamo dietro da un’incarnazione all’altra. Questa ultima presa di coscienza fa comprendere l’importanza del Cristo nell’evoluzione umana e il perché è il Signore del Karma. Infatti si comprende che, attraverso l’intervento del Logos, è stato possibile in primo luogo non identificarsi con la materia e di conseguenza non perdere la coscienza e la percezione dello spirito, in secondo luogo, tramite il pensiero puro, suscitare la Forza cristica dell’Amore; unica forza capace di sciogliere il karma senza passare per il normale pareggio.
Riguardo alla Buddhi, si inizia a svilupparla, unitamente alla relativa coscienza ispirata, quando iniziano le percezioni delle correnti eteriche e del percorso del loro fluire nel nostro essere. In particolare quando, accompagnata dalla cessazione del respiro fisico, si percepisce la rotazione di un certo tipo di energia eterica e di un particolare cammino circolatorio a forma di otto. Questo tipo di energia ha come origine di rotazione il cuore il quale ne è anche il centro ritmico, da lí si porta nella zona posteriore, esattamente nell’intersezione tra la linea della spina dorsale e quella delle scapole, scende poi lungo la colonna vertebrale fino a giungere al perineo. Da qui, purificato il volere dalla brama, risale anteriormente toccando gli organi sottili inferiori fino a ritornare al cuore. Nuovamente da questo centro riparte portandosi nella zona posteriore della schiena e, seguendo la linea della colonna vertebrale sale alla testa fino a giungere alla sommità del cranio. Da qui, liberato il pensiero dal supporto cerebrale ed eterizzata la testa, si porta nella parte anteriore e, toccando i centri superiori quale l’occhio spirituale e il centro della gola, torna al cuore chiudendo cosí il simbolo dell’infinito. Questa rotazione è cosí veloce e vorticosa che, pur avvertendo la direzione e il cammino in cui si muove, si percepisce l’energia presente in tutta la sua forma ad otto. Nello stesso istante si vede il proprio corpo immerso in una luce di un colore bianco-rosa con sfumature viola-indaco, mentre la tonalità del suono interiore che accompagna l’esperienza giunge a un’ottava molto alta. L’estasi cosciente che ne consegue, cui concorrono le forze dell’eros sciolte dalla brama e perciò fuori del supporto materialistico essendo tornate come pure forze dello spirito, è indescrivibile per l’elevatezza, per la trasformazione in beatitudine e per l’intensità che raggiunge, a tal punto da far pensare che il fisico non sia in grado di sostenerla. Il formulare questo pensiero spezza il momento magico che si vive e si diviene coscienti di non respirare da molto tempo. Il cercare volitivamente di riprendere la respirazione provoca la cessazione del pulsare ritmico, la scomparsa dell’energia eterica e della rotazione e si torna con la coscienza nel fisico, perdendo, cosí, lo stato trascendentale.
Di questa esperienza occorre sottolineare alcuni aspetti relativi agli elementi che l’accompagnano come la cessazione del respiro e la pulsazione ritmica del cuore. La cessazione del respiro fisico è sempre presente in particolari esperienze metafisiche di natura profonda, dura tutto il periodo dell’esperienza e, tenendo presente la dilatazione del senso del tempo (si è infatti fuori del tempo e dello spazio), può durare alcuni minuti: segno sia che per la coscienza pura il respiro fisico non serve sia che da tale cessazione scaturisce la sua inversione e nasce il respiro metafisico, quale regime necessario per la creazione della pietra filosofale. La pulsazione ritmica avviene ogni volta che si riesce a trasportare l’Io, tramite il volere di vita macrocosmico, nella sua vera sede microcosmica: il cuore. Questo produce la presa di coscienza del centro ritmico, percependo, quasi con l’udito, il battere del tempo nelle pulsazioni cardiache che giungono fino al centro della gola. In particolare, nell’esperienza sopra descritta, tale coscienza permette la dilatazione delle percezioni al punto di udire il fruscio prodotto dallo scorrere del sangue nelle vene mentre si opera la sua eterizzazione, scoprendo con ciò che vi è uno stretto legame tra il pulsare ritmico e l’eterizzazione prima del cuore e poi, grazie all’energia nella rotazione alchemica a forma di otto, del sangue e dell’intero corpo.
È anche da notare che, dopo la prima esperienza di questa rotazione ad otto, si prende coscienza degli esseri elementari che vivono nell’aura e dei messaggeri delle Gerarchie Spirituali preposti alla nostra tutela e ristrutturazione, oltre che delle rotazioni e circolazioni delle energie eteriche operanti in noi nel riedificare, ripristinare e sviluppare corpi, centri ed organi della struttura fisica e metafisica. In sostanza, l’Io, riportando in sé l’armonia del pensare, del sentire e del volere, diviene capace di richiamare e dirigere le energie eteriche ed astrali entro il proprio essere e, non essendo in contrasto con ciò che lo circonda, di dirigerle all’occorrenza fuori di sé. Questo porta alla scoperta della fonte della vita e della sorgente del miracolo nella Buddhi e di conseguenza alla conoscenza e alla padronanza dell’energia guaritrice. Energia che, partendo dal cuore, agisce secondo la necessità o espandendosi in tutta l’aura, o dirigendosi alle mani per attivarne i centri, o portandosi al centro della testa per usare gli enti di luce del pensiero nel superare lo spazio, rendendo cosí possibile la guarigione nei casi in cui non si è in contrasto con la legge del karma.
Si scopre cosí che questa energia guaritrice è identica all’energia del Sacro Amore, ottenuta attraverso la congiunzione della Luce d’Amore con la Luce di Vita nella zona cardiaca dopo che è stato liberato il pensiero dai sensi e il sentire animico dall’egoità. Energia del Sacro Amore che, ponendoci in modo diverso verso il dolore e la sofferenza del mondo e del prossimo, sviluppa la compassione. È tale compassione la forza trasmutatrice del sentire capace di trasformare il dolore e la sofferenza in sollievo e gioia, facendoci comprendere che gli opposti sono parti di una stessa realtà, percepita a causa della riflessità della materia, in modo diverso da come ci rapportiamo ad essa. Comprensione che è il fondamento della magia e del miracolo capace, anche se per brevi attimi, di farci vivere ed agire in un’altra dimensione, dove il Sacro Amore, irradiandosi nell’universo, è gioia pervadente dell’anima nel suo respirare spirito. Questo dona l’illuminazione e la comprensione del senso profondo dell’essere in tutte le sue manifestazioni, solleva il velo della māyā e apre in modo radicalmente diverso il sentire sé e gli altri, riconoscendo in ciascuno il nucleo vivente dell’Essere.
Consapevolezza dell’Essere che nel silenzio profondo prorompe nel suono, nella voce e nell’affermazione dell’Io Sono che è il Cristo e che, coinvolgendo in profondità l’anima, rende reale l’espressione «Non io, ma il Cristo in me».

Giotto Pierrogi (1.)