Il vostro spazio

 

Adriano Bon

«L’Angelo
del dolore»

L’Autore ci scrive:

«Ho frequentato l’Istituto d’Arte di Trieste e in seguito ho continuato a dipingere sperimentando varie tecniche. A un certo punto ho praticato anche i suggerimenti di Rudolf Steiner sulla pittura ad acquerello su carta. Con questa procedura ho elaborato un ciclo di pitture di grandi dimensioni intitolato “I profondi sentimenti”. Da quel ciclo č tratta questa immagine.

 
Forse si č sciolto il nodo delle ore
nere d’angoscia opaca, delle notti
dure senza riposo
e forse ora il debito č risolto,
il lungo amaro prezzo del dolore
che abbiamo dato.

Ti guardo adesso piú serenamente
accarezzando le linee sfumate
del tuo viso sottile
e vivo e vibro piú liberamente
vicino a te nel sole,
muovendo saldo il passo nella luce
del tuo sorriso.

Camillo Righini

 
Siam stati poco mobili
in tempi cosí instabili
di fede letteraria
troppo campata in aria.
Il debole pensiero
non scoprirŕ il mistero,
ci vuole dedizione,
molta condivisione,

Invocazione
di un’anima
che non si
arrende

le sensazioni belle
del brillío delle stelle,
bagliori di passione
e di resurrezione.
In questo mondo oscuro
tutt’altro che sicuro
rimani solo tu
grande Cristo Gesú:

assai poca alterigia
perché l’epoca č grigia
e piena di tranelli,
ma come mulinelli
vorticano i pensieri
e sono sempre veri
i tramonti infuocati
i balconi incantati,

Deodato
Quattrocchi

con il tuo immenso amore
riportaci nel cuore
dei fatti, dei problemi,
dei nostri e altrui patemi,
spegnendo la pressione
di ogni nostra illusione,
coscienti che lassú
ci stai attendendo Tu.

 
Ricordi il giardino incantato
che profumava di tiglio e di rose?
Sí, ricordo il calore del maggio
la dolcezza dei vespri, l’armonia
dei canti delle donne
sacri e antichi.

Ricordi i gigli dai pistilli d’oro
che toccavi con dita di bambina
per tingerle di polvere dorata?
E il dolce intenso profumo
che trasformava l’aria in paradiso?
Sí, ricordo, e i petali di rose
cosparsi sul cammino del Signore.

Ricordi le cicale dell’estate
e le mattine abbagliate di sole?
Ricordo il pulviscolo dorato
sull’azzurro del mare a mezzogiorno,
il calare sereno della sera,
le notti mosse da una lieve brezza.

Ricordi dell’autunno la dolcezza
e il tardivo fiorire delle rose?
Ricordo, sí, il tepore dei giorni
e il fresco delle sere all’imbrunire.
Trascorreva un brivido sul mare
e nelle case il focolare acceso.

Ricordi le tempeste dell’inverno,
il mare si frangeva sulle rive?
Ricordo le onde da lontano,
dall’orizzonte l’una dietro l’altra
sempre piú alte, vaste, immense,
il silenzio del mare sconvolto
e il rumore continuo dell’acqua
che si spezzava e risucchiava il lido.

Ricordo il fischio della tramontana,
gli alberi scossi, la natura impaurita,
e poi la calma di un’alba dilavata,
pallido il sole, dorato appena il mare,
un cielo freddo, il giardino sereno.

Una bimba la natura contemplava
e ogni mutamento ne viveva:
i venti dominava e la burrasca
nell’orizzonte calmo si perdeva.

Alda Gallerano