Ricordi
il giardino incantato
che profumava di tiglio e di rose?
Sí, ricordo il calore del maggio
la dolcezza dei vespri, l’armonia
dei canti delle donne
sacri e antichi.
Ricordi i gigli dai pistilli d’oro
che toccavi con dita di bambina
per tingerle di polvere dorata?
E il dolce intenso profumo
che trasformava l’aria in paradiso?
Sí, ricordo, e i petali di rose
cosparsi sul cammino del Signore.
Ricordi le cicale dell’estate
e le mattine abbagliate di sole?
Ricordo il pulviscolo dorato
sull’azzurro del mare a mezzogiorno,
il calare sereno della sera,
le notti mosse da una lieve brezza.
Ricordi dell’autunno la dolcezza
e il tardivo fiorire delle rose?
Ricordo, sí, il tepore dei giorni
e il fresco delle sere all’imbrunire.
Trascorreva un brivido sul mare
e nelle case il focolare acceso.
Ricordi le tempeste dell’inverno,
il mare si frangeva sulle rive?
Ricordo le onde da lontano,
dall’orizzonte l’una dietro l’altra
sempre piú alte, vaste, immense,
il silenzio del mare sconvolto
e il rumore continuo dell’acqua
che si spezzava e risucchiava il lido.
Ricordo il fischio della
tramontana,
gli alberi scossi, la natura impaurita,
e poi la calma di un’alba dilavata,
pallido il sole, dorato appena il mare,
un cielo freddo, il giardino sereno.
Una bimba la natura contemplava
e ogni mutamento ne viveva:
i venti dominava e la burrasca
nell’orizzonte calmo si perdeva.
Alda
Gallerano |