- Era la dolce
primavera, era il santo Venerdì della Passione, quando
Parsifal, smontato da cavallo, chiuso nella sua armatura,
bruna come un saio di pellegrino, si arrestò davanti alla
porta del castello. Venne a incontrarlo Gurnemanz e súbito
lo riconobbe, e tutto s’illuminò nel bianco volto,
vedendo ch’egli recava la sacra lancia.
- Già da tempo
era giunta notizia della disfatta di Klingsor e della
disparizione del magico regno; ora, con Parsifal, tornava ai
cavalieri la benedizione di Cristo. Ora il Graal, alzatosi
dalle mani dell’eroe puro, avrebbe riacquistato il
mirifico potere. Attorno al sopraggiunto parevano inchinarsi
le fronde, ridere i fiori del prato, e fare allegrezza gli
uccelli.
- «Benedetto,
tu che vieni – disse Gurnemanz. – Io m’ingannai una
volta vedendoti confuso, e come insensibile, davanti alla
sacra mensa. E gravemente errai, cacciandoti dal castello…
Da allora, qui, tutto si è fatto piú triste. Il Graal non
è stato tolto piú dalla sua custodia, poiché Amfortas
spera di affrettare cosí la propria morte. E il pio Titurel
è morto pur ieri, consumato dagli anni e dal dolore di non
veder piú la coppa santa. Vieni, i cavalieri aspettano, in
affanno e speranza, colui che li affrancherà dal male… Ma
prima riposati un poco, e alleggerisci la persona dal peso
delle armi.
- Parsifal si
sedette su un rialzo erboso e, aiutato da Gurnemanz, si
liberò dalla corazza, dall’elmo e dagli schinieri. Or,
mentre il vecchio con l’acqua del ruscello gli tergeva
dalla polvere la fronte e i bei capelli d’oro, egli sentí
che qualche cosa di fresco e di morbido gli accarezzava i
piedi. Abbassò gli occhi, e scorse Kundri, la povera
creatura randagia, che, prona per terra, coi lunghi capelli
disciolti gli asciugava i piedi dopo averglieli lavati con
le erbe rugiadose.
- «Oh Kundri,
poveretta! Sei buona, e io ti ringrazio».
- La mano dell’eroe
sfiorò con una carezza di pietà la testa arruffata della
donna selvaggia.
- «Tu,
Gurnemanz, prima che saliamo al castello, benedícimi e
battezza costei che anela di credere nel Cristo…»
- Poco dopo, la
grande sala li accolse. Già i cavalieri erano attorno alla
mensa, poiché in quell’ora appunto si doveva celebrare il
sacro rito per l’anima del morto Titurel. La bara che
chiudeva la salma era stata deposta in un canto, avvolta di
bruni veli, e il lettuccio di Amfortas era stato appressato
al tabernacolo del Graal. Amfortas si drizzava a fatica, e
già tendeva le mani al calice, quando con un grido si
lasciò ricader giú.
- «No, no, non
piú! Io voglio, io voglio morire. Se il Graal mi si
mostrerà ancora, per troppo tempo io dovrò vedere il sole.
Abbiate pietà, accelerate la mia fine, colpitemi con le
vostre lance, affinché io sia guarito nella pace della
morte. Qui, colpitemi qui, o cavalieri, e rendetemi puro,
rendetemi degno!»
- Con gesti
folli Amfortas si era strappato le vesti e le bende, e
mostrava la piaga sanguinante.
- Allora
Parsifal si avanzò verso di lui, reggendo la sacra lancia
che mandava rossi barbagli dalla punta, e, con una voce
cosí pura e soave e sicura che pareva venire dal cielo,
disse:
- «Oh re
Amfortas, soltanto questa lancia che aprí la piaga potrà
sanare la piaga».
- Ciò detto,
sfiorò il fianco di Amfortas con la punta sanguigna: e la
ferita fu subito richiusa.
- Amfortas
scoppiò in un gran pianto di gioia, mentre tutti cadevano
in ginocchio attorno alla mensa. Su tutti, Parsifal si
ergeva come un angelo di Dio.
- «Oh cavalieri
– egli disse; e la sua voce era solenne come se venisse
dal Cielo – oh cavalieri, io rendo a voi la sacra lancia.
Il peccatore è stato per essa assolto. Il Graal è
riconsacrato. Apriamo il tabernacolo ed esultiamo.

- Prese nelle
sue mani la coppa e la sollevò verso il cielo, chinando
devotamente il capo in preghiera.
- Tutta la sala
fu inondata da un rosso bagliore, come di sole che cali a
occidente fra i monti.
- Allora si udí
nel silenzio un lieve fruscío d’ali che scendevano dall’alto.
La bianca colomba, messaggera di Cristo, si posò sull’orlo
del calice; con un largo batter d’ala stette sospesa un
attimo sul capo di Parsifal, poi dileguò verso l’alto.
- Cosí Parsifal
fu incoronato re del Graal.