Poesia


Al soffio inaspettato che le scalda,
si tramutano in carne antiche pietre,
palpiti rosa nel frullío dei voli,
brusío di nidi come fosse aprile.
Saranno mai rifugio per le vaghe
transitorie stagioni le dimore
alte e solenni ora che ci chiamano
voci dal mare e vele bianche fremono
a condurci lontano? Ma trattiene
l’anima, prodigiosa una chiaría
sui monti da cui franano in silenzio
fiumi d’azzurro, mentre ci seducono
il torpore dell’aria, la muschiosa
pace boschiva, l’abbagliante e viva
screziatura di fuoco raggelato,

taciturno commiato delle foglie
scivolate a languire nel fortore
marcescente dei frutti. Densi umori
traggono invece lungo dure scorze
gli incensi che vaporano, sciogliendo
dai roghi crepitanti linfe verdi.
Cosí, nel rarefatto spazio vuoto,
sospeso il tempo, le memorie spente,
fermentano dolcezze, miele e suoni
aprono sbocchi al cuore, ci conducono
sulle radure solitarie dove
discorrono con l’erba terra e cielo,
dove l’autunno accende luci aurate
nei tuoi occhi profondi. Ed è l’estate,
il sole che rinnovi ad ogni sguardo.

Fulvio Di Lieto