- La
Verità, dicono, se ne va nuda e abita in fondo a un
pozzo. Un giorno, forse annoiata di quella sua profonda
solitudine, uscí dal pozzo e si avviò tra la gente.
Bella idea! Subito i primi che la videro se la diedero a
gambe. La Verità provò a bussare a qualche casa: le
sbatterono la porta in faccia. Nessuno voleva accoglierla.
Era notte quando la povera Verità, umiliata e
intirizzita, prese una strada che portava verso la
campagna.
- Ed
ecco venirle incontro una bella signora tutta vestita di
seta, ricoperta di gioielli sfavillanti: era la Favola.
- «Salve!
– disse la Favola, cordiale. – Ma che fai cosí sola
soletta per questo stradone?».
- «Lo
vedi – rispose malinconicamente la Verità – sto
morendo di freddo. Nessuno vuol saperne di me. Scappano
tutti appena mi avvicino».
- «Eppure
– replicò la Favola – eppure tu e io siamo parenti
strette, e io, dove vado, sono assai bene accolta. Però
capisco – soggiunse ridendo. – Tu hai un torto: ti
presenti troppo poco vestita… No, no! Sai che cosa
faremo? Ripàrati sotto il mio mantello e andiamocene
insieme, da buone sorelle. Vedrai, converrà a tutte e
due. I savi accoglieranno me in grazia della Verità che
nascondo e i pazzi faranno festa a te perché sarai
frusciante delle mie sete e luccicante dei miei
gioielli».