- La
circostanza che Rudolf Steiner abbia di sua iniziativa
prospettato la propria concezione sociale (Dreigliederung
des sozialen Organismus) senza esserne espressamente
sollecitato – mentre generalmente era solito scegliere le
tematiche da approfondire sulla base delle richieste ricevute
– è già altamente indicativa di quanto ne ritenesse
centrale ed urgente la realizzazione. In proposito ha
manifestato ripetutamente il suo pensiero con particolare
lapidarietà: «... è la sola soluzione alla quale si possa
lavorare, volendo prendere la strada di un sano sviluppo dell’organismo
sociale»(1); in merito al
quale aggiungeva: «Non vi sarà futuro se non indirizzando il
pensiero umano al campo sociale»(2).
Ha inoltre espressamente qualificato la via prospettata come
unico antidoto contro il materialismo dilagante, sulla cui
potenzialità distruttiva si è cosí espresso: «Se la
concezione materialista del mondo dovesse avere il sopravvento
...la desolazione si diffonderebbe sulla Terra, e verrebbe
affrettata la guerra di tutti contro tutti(3).
Vi è solo una possibilità per salvarsi…»(4).
- Il testo
citato prosegue identificando tale via di salvezza appunto
nella soluzione tripartita [che d’ora in avanti indicheremo
semplicemente come “T.”], cioè nella realizzazione di un
coordinamento vivente delle tre sfere in cui si articola la
vita sociale-economica, statale, spirituale(5),
idoneo ad armonizzarne l’azione rispettandone le singole
autonomie: «Per l’organismo sociale si deve pensare alla
T.; va studiata ed approfondita nei suoi elementi
fondamentali, affinché entri nelle anime umane e la si faccia
propria come la tavola pitagorica»(6).
- Veniamo
dunque esortati ad un urgente lavoro di approfondimento, che
può addirittura propiziare un “magico contagio”: «Se
nella vita di veglia cercassimo di educarci, se volessimo
farci delle rappresentazioni per la vita sociale, allora,
...per una legge occulta, ...potremmo trascinarci dietro un
altro»(7). E già sarebbe un
risultato straordinario! Eppure si può osare di piú non
limitandosi all’acquisizione delle rappresentazioni in
oggetto, ma utilizzandole, una volta conquistate nel loro
significato complessivo, quali temi di meditazione, sino a
trasfondervi tanto la nostra anima da operare invisibilmente
nell’elemento animico generale dell’umanità, secondo la
dimensione profonda dell’appello steineriano intuita da M.
Scaligero: «Ma l’organamento tripartito del corpo sociale,
anche se può essere compreso e prospettato logicamente
...esige all’origine uomini che ne siano i portatori
pensanti, in quanto sperimentatori del pensiero vivente,
veicoli essi stessi della soluzione tripartita, conosciuta
anzitutto come forma superiore della meditazione»(8).
Anzi, l’Autore in proposito era solito affermare che la T.
si realizzerebbe «se fossimo capaci di pensarla
ossessivamente!».
- Questa
dunque la via maestra, molto distante da ingenue propagande
mediatiche, il cui velleitario anacronismo in relazione alla
vera spiritualità (fondamento costante della T.) R. Steiner
non manca di evidenziare sottolineando la sterilità di ogni
tentativo di persuasione superiore esclusivamente
logico/razionale, pur se lucido ed illuminato: «Per questo la
civiltà attuale è troppo poco adatta»(9).
Quindi, non rinuncia ad una saggia divulgazione dei contenuti
della T., doverosa quando opportuna e ben sostenibile da chi
ne assuma l’iniziativa, ma soprattutto edificazione
quotidiana di una T. vivente in noi stessi, quale premessa per
il successo della sua diffusione nel mondo: conseguentemente,
approfondimento rigoroso dell’insegnamento specifico dei due
Autori e persistente meditazione sulle loro conclusioni
fondamentali.
- Il
corretto procedimento meditativo è dettagliatamente descritto
in merito al simbolo della Rosacroce, la cui meditazione viene
raccomandata solo dopo averne approfondito il processo di
costruzione: «Se ce lo rappresentiamo [il simbolo, n.d.r.]
senza prima aver sperimentato nella nostra anima quel lavoro
di costruzione, esso rimarrà freddo e molto meno efficace,
come se gli mancasse la forza vivificatrice animica che gli
proviene dalla preparazione»(10).
- Trasferendo
il metodo descritto all’argomento in questione, occorre
innanzitutto comprendere bene la descrizione dei percorsi
analitici che conducono ad ogni decisiva soluzione prospettata
dalla T.; poi meditare come suggeritoci: «Non bisogna
richiamare nell’anima [durante il vero e proprio esercizio,
n.d.r.] i pensieri che hanno servito a preparare il simbolo
[che nel nostro caso è rappresentato non da una singola
figura immaginativa come nell’esempio scelto a modello, ma
da una soluzione sociale specifica formulabile come mantram,
n.d.r.]; deve aleggiare unicamente nell’anima l’immagine
vivente del simbolo e all’unisono con essa deve vibrare nell’anima
il sentimento che è risultato dai pensieri preparatori...»;
con un’ulteriore raccomandazione: «Nondimeno è bene,
perché il sentimento non si affievolisca, ...rievocare spesso
pensieri e sentimenti [al di fuori dell’esercizio, n.dr.]»(11).
- Come possibili temi “simboli” su cui iniziare a
concentrarsi, ci si può giovare di alcuni pensieri ampiamente
approfonditi ne I punti essenziali della questione sociale:
«La vita economica tende a strutturarsi in modo indipendente
dalle istituzioni statali / Durata e modo del lavoro sono
competenza della vita statale / La confusione della nostra
vita pubblica dipende dalla dipendenza della vita spirituale
dallo Stato e dall’economia»(12).
- Pur nella
piena consapevolezza della temerarietà dell’impresa, in
successivi articoli si tenterà di tratteggiare una panoramica
essenziale della T., contestualmente ricercandone la presenza
nella realtà sociale contemporanea; presenza che il suo
autore giudicava rilevante nel 1919: «L’evoluzione dell’umanità
ha in sostanza già realizzato una buona parte della T.»(13).
- È infine
indispensabile sottolineare come solo all’apparenza il tema
potrebbe apparire prosaico; R. Steiner ce ne indica
solennemente la grandiosa prospettiva spirituale: «Il Cristo
deve penetrare nell‘umanità come impulso sociale»(14).
Pertanto non appare infondato ritenere che il lavoro
individuale di approfondimento e meditazione proposto,
accompagnato da rigorosa disciplina scientifico-spirituale,
possa risultare decisivo proprio come atto spirituale di
urgente soccorso verso il drammatico aggravarsi del problema
sociale a livello mondiale, nonché come salutare impulso
rigeneratore dell’impegno antroposofico.
- Al fine di
potenziare la meditazione dei singoli che ritenessero aderire,
si suggeriscono cinque appuntamenti giornalieri tra i quali
liberamente sceglierne almeno uno (anche variandolo di giorno
in giorno ove sopraggiunti impedimenti lo rendano necessario),
durante il quale meditare secondo le proprie forze su un tema
della T. liberamente scelto: 7.30; 11.30; 15.30; 19.30;
23.30. Oltre a derivarne un risultato sovrasensibile
moltiplicato dalla concomitanza delle meditazioni, potrà
costituire stimolo e conforto la consapevolezza che altri
nello stesso momento possono liberamente decidersi ad operare
con devozione al medesimo fine nel segreto delle loro anime.